venerdì 13 agosto 2010

amore, comunque

mettere luoghi silenzi distanze esperienze tra due persone significa separarle io sono qui e lui è lì quasi seimila kilometri di distanza seimila! che comprendono terre laghi coste monumenti e palazzi persone migliaia di persone spazi e spezie e condimenti a volte diversi altre volte uguali città il mediterraneo tutto intero e poi il marocco moderno il mali il deserto con i cammelli e il mistero di timbouctou e i turbanti blu dei mauri e le loro usanze incomprensibili e poi passi il confine e c’è il senegal il fiume e l’abbraccio di mame coumba bang ma solo nella mia testa perchè la realtà è che qui non mi abbraccia nessuno
nessuno può capire cosa succede a chi sta lontano sentire il suo respiro percepire la sua ansia stancarsi per la sua fatica io non posso sentirlo per lui e lui non può sentirlo per me e allora forse è meglio il silenzio ma il silenzio scava e scava e scava come un fiume che non sarà più possibile attraversare e non sarà possibile costruire ponti perchè sarà così pieno delle esperienze non condivise del caldo senegalese e del freddo italiano del mio caminetto acceso delle sue notti insonni perchè senza corrente non vanno i ventilatori dei pensieri delle decisoni prese da soli delle gioia procurata da altri delle confidenze fatte ad altri della strada fatta da soli senza dir nulla un po’ per non preoccupare un po’ perchè al telefono la voce va e viene un po’ perchè anche la fatica di raccontare tutto ma proprio tutto a chi non c’è è una fatica eccessiva e il fiume sarà così pieno da travolgere chi voglia attraversarlo con la forza dei jinne che lo abiteranno e allora sarà meglio rimandere ognuno sulla sua sponda e farsi ciao con la mano
nesuno può capire cosa sente l’altro sopportare il suoi pesi immaginare la sua noia sentirsi battere il cuore per la sua ansia a seimila kilometri di distanza perchè si può solo provare a inventarsele le stesse cose ma non sono le stesse, non le stesse e non serve farne una colpa e non serve sentirsi abbandonati e non serve accusare l’altro di incomprensione criminale carattere orribile egoismo idiota e ottuso
non serve
la colpa sta nel non raccontarsi nel riempire il fiume di esperienze non condivise di caldo e di freddo non detti di guai non spiegati di pazienza non messa in campo al momento opportuno di parole tenute per sé perchè dirle era troppo rischioso
la colpa sta nel credere che sono più importante io più stanca più dolorante più insonne nelle mie notti stellate nelle sigarette offerte al gelo nelle passeggiate all’alba solo io e i miei scarponi da montagna prima ancora che sorga il sole nel duro lavoro quotidiano per passare l’esame a settembre o per rafforzare i sostegni instabili del mio lavoro nuovo e fragile nei fantasmi che escono fuori all’improvviso a dirti che gli uomini non sono essere fatti per prendersi cura delle donne nella voglia di una vacanza che non è una vacanza nella solitudine e nella mancanza
la colpa sta nel credere che è più importante lui nei suoi travagli quotidiani nella lentezza africana nella ricorrenza faticosa eppure purificante del Ramadan nella voglia di scappare lontanto lontano lontano da tutte le richieste di tutti tutti i giorni ma senza davvero sapere dove scappare nell’annodamento difficile e doloroso di alcuni rapporti famigliari nella frustrazione di non poter ancora fare quello che vorrebbe nella paura di non poterlo fare presto nei fantasmi che escono quando meno te lo aspetti a dirti che le toubab ti uccidono nel sonno nella mancanza e nella solitudine
la colpa sta nella distanza
se non è possibile amarsi a distanza si può solo sospendere l’amore metterlo in un cassetto in una bella scatola protetta e profumata in un punto dell’armadio dove è possibile vederlo e impedirsi di dimenticarlo e sperare che quando sarà il momento di aprirla non sarà ammuffito non si sarà stancato di stare lì chiuso inutilmente non sarà rimpicciolito per la mancanza di nutrimento e quel ricordo sbiadito ritrovi i colori e quella mancanza di mancanza diventi di nuovo amore bello puro semplice
oppure si può amarsi di un amore imperfetto, ma amore, comunque.




la fotografia è mia, la canzone "Black is the colour of my true love's hair" è nella versione di Nina Simone

11 commenti:

Unknown ha detto...

Cara Cri, qui mi inviti su un argomento di cui, modestia a parte, sono un'esperta. Sono un'esperta nelle possibili declinazioni dell'amore a distanza. L';ho vissuto, a fasi alterne e...beh sono ancora qua. Io credo che la distanza sia quella che creiamo noi. siamo noi che decidiamo cosa racontare e cosa, no, e sopratutto di cosa riepire le giornate quando siamo lontani. Ame a volte e successo di sentire ilmio uomo vicinissimo, quando era lontano. E viceversa. Secondo me un amore che non resiste alla dstanza non e' amore. E ' una frase fatta forse, ma l'amore e' un sentimento e i sentimenti sono impalpabili. Ci sono anche senza il liro oggetto, anche senza il loro motore. So che in questo sono molto diversa da tantissime donne, ma per me un sentimento e'un sentimento, non ha bisogno di molte cose materiali e tangibili. Certo, magari fare come nell "Amore ai tempi del colera e' un po esagerato..ma insomma...ce la si puo fare!coraggio!

cristina sebastiani ha detto...

sono d'accordo in ogni singola sillaba e virgola.
il succo del discorso è proprio che "la distanza è quella che creiamo noi" [[salvo casi limite] e anche a me è capitato di sentire il mio uomo vicinissimo come lontanissimo, in base alla creatività che metto in campo e al desiderio di comunicare, alla fatica che sono disposta a fare e alla fatica che è disposto a fare lui.
Non creare vicinanza, pensare troppo a sè, dare per scontato l'altro, sottovalutare le esigenze dell'altro o addirittura dare per scontato che il sentimento dell'altro si alimenti da sè in eterno, è stupido.
E vale anche per le amicizie: anche gli amici, come gli amori, i cuccioli e le piante, vanno coltivati.

Chiara ha detto...

Solo chi prova il dolore lacerante di una separazione può capire il peso delle tue parole. Quando due persone che si amano sono strappate l'uno dall'altro, il vuoto che le divide verrà riempito dai fantasmi della mente e dagli spettri dell'invidia e della cattiveria altrui. Il cuore sopravvive nei ricordi. Sì, proprio quelli che ci cullano nella malinconia e che, maledetti, ci fanno ridere e piangere assieme. E poi c'è l'idea di ciò che sarà, l'immaginare il futuro assieme, finalmente uniti. L'attesa, il cuore che palpita e poi smette ogni volta di battere ad ogni sospiro, ad ogni telefonata non risposta ad ogni messaggio frainteso. La comunicazione diventa difficile, ogni sospiro è analizzato e si vive con la speranza che il tempo passi ma che ciò che abbiamo lasciato dietro di noi rimanga staticamente immobile.
Un cassetto dove riponiamo l'amore, l'hai descritto tu perfettamente Cri, con la speranza che quell'amore rimanga intatto, che tutto sarà come prima o ancora meglio, che nessuno passi e lo rubi indisturbato, che fianalmente tutte le barriere crollino e i cuori si ricongiungano.
Malinconia di un tempo che non passa mai, aggrappati ad una tastiera o ad un telefono. Mi vengono in mente le ragazze di Pikine sognanti a parlare ore dei loro mariti partiti all'estero e che non vedevano da anni. Ricordo i loro occhi sognanti e quella rassegnazione che tanto nulla poteva essere fatto per cambiare il destino se non attendere pazientemente un ritorno. Ricordo i telefoni sempre in mano e la gioia di un sorriso per un messaggio o per l'appuntamento al cyber collegati ad un cyber café.
So cosa vuol dire, l'ho provato e riprovato e odio queste situazioni di costrizione spesso imposte da una politica discriminatoria.
Mi hai fatto venire le lacrime agli occhi guerriera. Ed è una cosa davvero difficile....

cristina sebastiani ha detto...

già, anche io odio questa costrizione, la odio per tanti motivi uno dei quali è la ricaduta che ha sulla vita delle persone, degli amici e anche delle coppie.
poi la odio per motivi politici.
tornando alle coppie, anche se personalmente vivo una situazione quasi privilegiata in cui ci sono i soldi per chiamarsi e la possibilità, in caso di necessità, di saltare sul primo aereo, sperimento su di me e anche attraverso altre esperienze molto più difficili la fatica della separazione.
a volte mi scoraggio, più spesso cerco di usare la testa e di agire sapendo che, come dice enza,la distanza è quella che ci creiamo noi e che si può viverla attivamente e non subirla passivamente.
l'amore chiuso in un cassetto non è quello che mi auguro, anche se a volte è l'unica cura che gli si può dare: l'amore a distanza, nutrito quotidianamente, anche nella difficoltà, è più affrontabile.
un gesto ogni giorno, un piccolo gesto che dica "ci sono", è una forma di disciplina dell'amore che noi tutti dobbiamo, se possiamo, a chi ci aspetta lontano.

sarah ha detto...

Meraviglioso!!!
Già... "se non è possibile amarsi a distanza si può solo sospendere l’amore metterlo in un cassetto in una bella scatola protetta e profumata in un punto dell’armadio dove è possibile vederlo e impedirsi di dimenticarlo e spe...rare che quando sarà il momento di aprirla non sarà ammuffito non si sarà stancato di stare lì chiuso inutilmente non sarà rimpicciolito per la mancanza di nutrimento e quel ricordo sbiadito ritrovi i colori e quella mancanza di mancanza diventi di nuovo amore bello puro semplice"
... ed anche io aspetto...ma per un altra distanza... una distanza interiore... per un fiume in piena di paure e sconfitte cosi grandi che mi sembra sempre più difficile attraversarlo...e vado avanti alla ricerca di un altro tipo di amore : quello per me stessa!

cristina sebastiani ha detto...

l'amore per qualcun altro e quello per sè stessi sono così legati che a volte si confondono l'uno con l'altro e il fiume della distanza è pieno delle paure che ognuno di noi si porta dietro da sempre oltre che delle paure suscitate dalle as...pettative e dai desideri verso l'altro e dalla distanza geografica.
riuscire a non attribuire all'altro cose nostre è un passo importante, essere pronti ad una nuova storia con la maggiore consapevolezza di sè possibile è anche un passo importante.
io avrei dovuto percorrere prima questa strada e poi dare la mano a qualcun altro che la percorresse con me, quindi sono fiera di te che fai un passo alla volta.
oltrettutto per me, la tua compagnia è una delle cose belle della vita, quindi spero davvero che lo sia davvero anche per te stessa e che tu riesca ad attraversare tutti i fiumi che ti prefiggi di attraversare.

manaar martucci ha detto...

mi piace moltissimo come scrivi... e se é storia vera, odierna, coraggio! Anche se sono sicura che due persone belle come voi non potranno mai lasciare che quel fiume diventi troppo pieno!!

beba68 ha detto...

quanto mi ritrovo in quello che hai scritto! Mi sono emozionata leggendolo!
Verissimo pero' anche quello che dice Enza, un sentimento è un sentimento, l'importante è il come si riempie la propria vita quando si è lontani...
Barbara (Beba)

Unknown ha detto...

Bellissimo! Sarebbe bello che tu scrivessi qualcosa per la nuova edizione di "Testimonia il femminile" che quest'anno ha come tema proprio la relazione donna-uomo. Al libro che abbiamo fatto l'anno scorso ha partecipato anche Chiara, tramite la quale sono arrivata a questo tuo blog così denso. Qui il link:
http://www.donnepensanti.net/2011/04/al-via-la-ii-edizione-di-testimonia-il-femminile/
Un abbraccio,
Silvia

cristina sebastiani ha detto...

grazie silvia, molto volentieri! ti contatto tra qualche giorno per qualche altra informazione

cristina sebastiani ha detto...

grazie silvia, molto volentieri! ti contatto tra qualche giorno per qualche altra informazione