sabato 26 marzo 2011

simb

in piazza per la libertà e i diritti, brescia 27ott07 by nene_nabou  
ho bevuto l'infuso di scorza e il decotto di radici, mi sono arrampicato sul baobab (proverbio citato da Birago Diop: ascoltando gli adulti se ne assimila la saggezza e si conosce la tradizione)


in piazza per la libertà e i diritti, brescia 27ott07, a photo by nene_nabou on Flickr.
In origine il falso-leone (simb in wolof) è un rito di possessione per liberare l'uomo dallo spirito del leone (gaindè) che si è impossessato di lui durante la caccia.
l'uomo è stato assalito dal leone, ma è sopravvissuto uccidendolo con le sue mani, lo spirito del leone è entrato in lui e solo i marabout possono liberarlo: fino a quel momento lui non può fare a meno di essere un leone, ruggisce terribilmente, mangia solo carne cruda, il suo corpo si ricopre di peli e i suoi passi sono felini.
lo spirito verrà liberato con un rito in cui i tamburi e il potere dei marabout lo faranno uscire dal corpo dell'uomo per tornare, in pace, nella foresta.

Oggi il simbolismo viene utilizzato in diverse manifestazioni folckloristiche, a significare il potere, la forza del popolo e della terra, le radici di un paese che non perde il contatto con i suoi antenati.

5 commenti:

Annalisa ha detto...

Mi ricorda tanto il morso della Taranta. Lì però la possessione era negativa e la liberazione attraverso la musica e la danza era cura di depressioni o comunque di "alterazioni" dello spirito. Nel simb non ho capito se è una sorta di espiazione per aver ucciso il leone.

Anonimo ha detto...

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cristina sebastiani ha detto...

credo che la taranta assomigli di più ai riti ndeupp di yoff e a tutti quei riti simili che servono a curare proprio, come dici tu, alterazioni dello spirito, forme di pazzia o ritenute tali.
Io però non sono uno psichiatra e non ho nemmeno una vaga una formazione etnopsichiatrica e quindi non sono in grado di dare una spiegazione precisa: posso solo riportare i racconti; so che nel rito ndeupp è uno spirito che posside una persona e la fa cadere in trance, con convulsioni, voli impossibili, contorsioni e manifestazioni di questo tipo che vengono appunto placate attraverso il rito di canti e danze e tamburi condotto da una donna che è in grado di parlare con gli spiriti.
quando un uomo è posseduto dallo spirio del leone ha manifestazioni di tipo diverso, che lo rendono potente ma non più in grando di interagire con gli uomini e per questo lo spirito viene cacciato; non si tratta però di espiare la colpa di avere ucciso il leone, ma del potere che si acquisisce facendolo.

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Annalisa ha detto...

ah ecco, anche se non sei un etnopsichiatra, ora è mi è chiaro;-)