venerdì 14 ottobre 2011

cioccolatino

squaqquerino, patatino, gaindè
ciuccellone, caccone, rompino
amore, tesoro, stellina
in quanti modi chiamate i vostri figli?
io ne produco circa una decina al giorno
ma quando qualcuno lo chiama cioccolatino dentro di me quel piccolo nervo in basso a destra si tende e reagisce...
...mmm...questo qui sarà mica un razzista inconscio? uno di quelli che ti chiamano fratello solo perchè hai la pelle nera e poi ti pagano due euro all'ora nella loro aziendina a conduzione famigliare?
...mmm...
il mio bambino ha la pelle beige, marrone: al momento, a un mese di vita, la sua melanina non ha nemmeno raggiunto la sfumatura definitiva, ma Momo è inequivocabilmente più scuro di me e più chiaro di suo papà.
il suo papà è senegalese, la sua mamma è italiana e lui ha metà famiglia di pelle bianca e metà di pelle nera, metà famiglia di cultura europea e metà di cultura africana.
è un bimbo misto, meticcio, métis...afro-italiano, italo-senegalese, black italian...
anche qui i modi per chiamarlo sono molti e non tutti, nella storia, sono stati o sono lusinghieri.
e la società italiana ad oggi non ha un modo davvero unico e originale per definire l'identità afro-mista di questi bambini.

disegno originale di Alberto Sebastiani "Olli" http://www.albertosebastiani.eu/

lui ora dorme pacioso nella culla qui vicino alla mia scrivania, fuori comincia il primo autunno e l'aria è tersa, limpida, fredda: ciuccia con impegno il succhiotto e il suo unico cruccio consiste nel sapere con certezza quando arriverà la prossima poppata, cosa che evidentemente lo riempie di pensieri.

ogni volta che esco con lui i complimenti in quartiere si sprecano, soprattutto se siamo insieme al suo papà.
eh già, quando esco da sola ci guardano molto meno! ma una coppia in bianco e nero con in più un delizioso bambino addormentato nella fascia sulla pancia della mamma farebbe sciogliere anche il più coriaceo.
è tutta una questione cromatica.
siamo romantici, quando facciamo la spesa insieme.
magari noi abbiamo appena finito di litigare per chi ha lasciato accesa la luce in bagno per la centesima volta e ci mandiamo segretamente gli insulti peggiori dietro alle banane in offerta e ai pannolini misura mini, ma intorno a noi è tutto un fiorire di sorrisi, di occhiate, di vecchiette e vecchietti che si girano mettendo a rischio l'equilibrio precariamente sostenuto da bastone a destra e badante ucraina a sinista.
la cassiera sorride, il signore in coda dietro di noi ci perdonerebbe qualunque cosa, perfino il senzatetto all'angolo non ci chiede l'elemosina e l'autobus si ferma per farci attraversare la strada!
merda, se mio marito fosse bianco o (peggio ancora!) sua moglie fosse nera, nessuno ci si filerebbe!
ma siamo melange e abbiamo pure un neonato: chissà, forse si sentono buoni come davanti al Presepio.

et voilà, ecco quello che avviene: tutti ti guardano, tutti ti notano, tutti si ricordano di te.
e tutti adottano atteggiamenti che non prescindono mai, nel bene o nel male, da questo fatto - tu sei fuori del coro e devi pagare.
io però tutto questo me lo sono scelta e c'è anche il mio cotè narcisista che gode molto di queste attenzioni particolari così come dello scandalo.
ma lui, piccoletto, no, non si è scelto nulla e saranno molte le volte in cui, vivendo in italia oppure in senegal, mi chiederà: perchè solo io sono marrone?
perchè la mia famiglia è di due colori, una nonna prega Allah e l'altra prega Cristo, un po' di cugini mangiano con le mani nel piatto e gli altri stanno seduti a tavola con la schiena dritta?
perchè toccano i miei capelli se sono afro e non toccano quelli biondi o quelli mori con altrettanta curiosità? 
perchè i dottori non sanno curare la mia pelle che ha una composizione diversa da quella bianca? , 

e io, in questa prima giornata di autunno penso che la cosa migliore che posso fare per lui è essere chiara, prima di tutto con me stessa e con le persone più vicine, e poi con tutti gli altri e quindi con lui: lui sarà probabilmente il solo ad essere marrone in una comunità tutta bianca (o tutta nera), ma solo non lo sarà mai, avrà gli strumenti per sentirsi fiero di sè, forte abbastanza da sopportare le attenzioni eccessive o la mancanza di attenzioni, e abbastanza coraggioso da far sentire agli altri quanto si sbaglino in entrambi i casi.
lui si sentirà diverso in molte occasioni, io devo far sì che si senta uguale in altrettante e più situazioni, e che porti con fierezza la sua diversità.
penso che bisogna dotarsi di una marcia in più, quando si è i soli ad essere marroni.
penso che bisogna lavorare, ancora e ancora, perchè quando Momo e tutti i bambini e le bambine marroni saranno grandi, la normalità comprenda anche loro: per arrivarci, oggi, bisogna insistere, parlarne, far notare le involontarie gaffes di chi li chiama cioccolatini, sottolineare la loro origine, includere nel loro immaginario altri uomini e donne marroni e un vocabolario adeguato, circondarli di affetto e di sostegno, portare la loro originalità insieme alla loro normalità.
lavorare e suscitare riflessioni: inizia l'autunno e insieme vogliamo che inizi una nuova fase, per la società e la cultura italiane.






da oggi è attivo anche un gruppo su facebook
DIAXASSO - I BAMBINI ITALO-SENEGALESI E LE LORO FAMIGLIE
siete tutti invitati a partecipare!
 

1 commento:

Francy Akua ha detto...

Bellissimo blog Cri... mi ricordo quando Justin , a tre anni, tornò a casa dall'asilo e mi chiese: " Ma mamma, io sono bianco?".. Mi venne un tuffo al cuore e subito dentro di me pensai :"Ecco, ci siamo.... me lo hanno insultato, gli hanno dato del n...o ed ora cosa faccio?!" Schiarendomi la gola, tentai di rispondergli, ma lui incalzò: "Oppure mamma sono nero?" Gli risposi: " Sei un bambino Justin. Punto. E sei sia bianco che nero, poi ti spiego meglio tesoro... Ma perchè mi fai questa domanda, ti ha forse detto qualcosa qualcuno... qualcosa che ti ha offeso? " No no mamma nessuno ma..... non trovo mai la matita giusta per fare la mia faccia nei disegni, ecco perchè!" Mi sentii sollevata, e sorrisi. Poi presi Justin sulle ginocchia e gli dissi: "Ti ricordi quando facevi colazione nella casa in montagna con il nonno Gino ( mio nonno, il bisnonno di Justin)?" "Siiiii siiii, gli rubavo sempre i biscotti e la nonna gli preparava il cappuccino!" "Ecco- risposi io- il cappuccino come è fatto? "
E Justin:
" Prendi un pò di caffè e poi si mescola il lattee viene il cappuccino, mamma è facile no?" "
Lo stesso vale per la tua tonalità di pelle amore: la mamma di che colore è ?(e lui:" Biancaaaaaaaa") il tuo papà di che colore è? (e lui:"Marroneeeeeeeee- non lo ha mai definito nero!) quindi tu Justin sei... E lui: Sono un cappuccino!!
Da quel giorno Justin si è sempre definito "cappuccino", correggendo anche le persone che lo definivano "ciocolatino" (no, io non sono un cioccolatino, sono un cappuccino perchè la mia mamma è bianca e il mio papà marrone!) Ringrazio il cielo che Justin fino ad ora non abbia dovuto subire mancanze di rispetto o insulti per il suo colore e provenienza e prego che sia lo stesso per il tuo bellissimo bambino <3