giovedì 8 dicembre 2011

la discendenza africana non mi emoziona


Eva è nata in Africa, presumibilmente in Etiopia, circa 150.000 anni fa. 
Ha pianto a pieni polmoni, cercato il seno della mamma, ha fatto la pipì nel deserto e i bagni in mare ed è diventata una donna: storia comune.
Un giorno una sua pronipotina, donna intraprendente, ha avuto voglia o bisogno di migrare: passi lunghi ed è arrivata in Europa dove ha incontrato un uomo diverso da lei, ma abbastanza simile da risultare affascinante, e da lei affascinato: hanno generato un bambino, ed eccoci qua.

Personalmente non amo il mito della Grande Madre nè del Ritorno Alla Terra Africana Da Cui Tutti Veniamo: mi frega relativamente che la Grande Progenitrice fosse africana o finnica, e sicuramente non penso che, in virtù di questa comune discendenza, siamo quindi tutti fratelli.
Di fratello ne ho uno, e mi basta.
La discendenza africana, l'ibridazione e la genesi di popolazioni europee derivanti da bambini misti non mi emoziona.
E' semplicemente un dato di realtà, come dire che oggi il cielo è blu: la purezza della razza (brrr) non è mai esistita, siamo eternamente mescolati gli uni agli altri, ci distinguiamo per geografia, abitudini e varietà nell'alimentazione, con alcune popolazioni abbiamo più cose in comune e più argomenti da scambiare, con altre meno, ma tutto questo nel tempo cambia e si modifica con le migrazioni, che mai si sono fermate e mai lo faranno.
E' banalmente questa la realtà.
E come dato di realtà qui lo riporto, in una sorta di (ingenuo) punto e a capo: sarà mai possibile?

Buona lettura e cercate di avere pazienza sulle imprecisioni.


GENERE: HOMO
SPECIE: HOMO SAPIENS

TRA CINQUE E OTTO MILIONI DI ANNI FA LA SPECIE HOMO SI E' DISTACCATA DA QUELLA DEGLI SCIMPANZE' E DA QUELLA DEI GORILLA: OGGI COSTITUISCONO SPECIE SEPARATE, ALLORA FACEVANO PARTE DELLA STESSA SPECIE.
L'ipotesi dell'origine unica, propone che gli uomini moderni si siano evoluti in Africa e che siano poi migrati all'esterno sostituendo quegli ominidi che erano in altre parti del mondo.
Gli individui originari della umanità odierna furono costituiti da una popolazione Khoisan ancestrale da cui derivò l'attuale tipo etnico Khoisan. Erano individui piccoli e snelli, con una scatola cranica grande, un apparato masticatorio meno massiccio di altre specie, e presumibilmente la pelle scoperta da peli e un linguaggio evoluto. Probabilmente in origine adattati per vivere presso ambienti acquatici e di foresta in zone tropicali.
Da questo nucleo originario sarebbero derivate tre ramificazioni che dettero origine una al tipo koishan l'altra al tipo dei pigmei africano e il terzo tipo da cui derivarono tutti gli altri tipi etnici umani. Dal terzo tipo derivò inizialmente la popolazione australoide che si diffuse partendo dall'Africa orientale circa 60 000 anni fa, e forse più, colonizzando tutta la zona tropicale fino al continente australiano, una popolazione dalla pelle scura che non utilizzava abbigliamento per difendersi dal freddo e che si diffuse seguendo le coste dei mari in cerca di molluschi.
La seconda ondata è quella del tipo dell'uomo di Cromagnon, partita dal medio-oriente circa 40 000 anni fa che colonizzò il continente Europa, questa popolazione era di alta statura aveva la carnagione più chiara era dedita alla caccia di grande selvaggina, utilizzava una sofisticata tecnologia della pietra ed usava pellicce per coprirsi. I resti più antichi di Homo Sapiens in Europa sono datati a 44.000 anni fa e si riferiscono a dentature rinvenute nella Grotta del Cavallo nella Baia di Uluzzo nel Comune di Porto Cesareo in Italia.
La terza ondata circa 25 000 anni fa, partì sempre dal medio oriente e si spinse attraverso l'Asia centrale fino in America settentrionale, di essa resta la popolazione Ainu del Giappone come esempio puro, da questa popolazione più diffusa derivarono tutti i tipi etnici successivi. La comparsa degli uomini grandi cacciatori determinò l'estinzione di molte specie animali alla fine del pleistocene tra cui anche la scomparsa di tutte le altre specie di Homo sapiens.
Oggi la comunità scientifica rifiuta decisamente la validità delle razze in termini zoologici, al punto di non considerarle nella classificazione tassonomica degli organismi viventi, questo a maggior ragione, vista l'omogeneità genetica, nel caso umano, preferendo una suddivisione in popolazioni oppure etnie o popoli, unificati dalla condivisione di specificità culturali con la condivisione di alcuni caratteri biologici. A tal proposito si parla di suddivisione umana per categorie ancestrali dal punto di vista scientifico. Si ricorda inoltre la diversa valenza del termine razza nella traduzione da lingue differenti dall'italiano.
Gli studi genetici hanno dimostrato che nel continente africano si ha la maggiore diversificazione genetica degli esseri umani Comunque, rispetto ad altri animali, le sequenze genetiche umane sono molto omogenee. È stato scoperto che la maggior parte delle variazioni genetiche tra tre grandi popolazioni umane prese nel loro complesso (europei, asiatici e africani) sono solo tra il 5 e il 15% della variazione totale all'interno di ogni gruppo. Tuttavia, il dibattito periodicamente si riaccende in quanto vengono poste alcune critiche metodologiche sull'analisi che diede origine al dato (multi locus cluster analisi). Il trascorrere degli anni, ha comunque cumulato una elevatissima quantità di lavori, sia tradizionali che molecolari a sostegno dell'omogeneità umana, data da una distribuzione di tipo clinale della popolazione stessa presa nel suo complesso.

GENERE:HOMO
SPECIE : NEANDERTHALENSIS
Il periodo detto paleolitico medio, compreso tra i 200 000 e i 40 000 anni fa, vide l'ascesa e l'inizio del declino della specie Homo neanderthalensis, comunemente detto uomo di Neandertal o Neanderthal. Convissuto nell'ultimo periodo della sua esistenza con l'Homo sapiens, la sua scomparsa in un tempo relativamente breve è un enigma scientifico oggi attivamente studiato.
Documentata fra 130 000 anni (per le forme arcaiche) e 30 000 (documentata dal punto di vista fossile)-22 000 (in assenza di fossili ma con discusse prove culturali), anni fa principalmente in Europa e Asia, e limitatamente in Africa, questa specie si è presumibilmente evoluta dall'Homo heidelbergensis.
Studi del 2010 suggeriscono, tra alcune ipotesi probabili relative alla vicinanza genetica tra neanderthalensis e sapiens, che ibridazioni fra i due possono avere avuto luogo nel Vicino Oriente all'incirca tra 80 000 e 50 000 anni fa, per la presenza nell'uomo contemporaneo di una percentuale tra 1 e il 4% di materiale genetico specificamente neandertaliano.
Tali tracce genetiche sono presenti negli euroasiatici e nei nativi americani ma non negli africani, e ciò suggerisce, tra diverse ipotesi possibili, almeno quattro, che l'ibridazione possa avere avuto luogo nei primi stadi della migrazione della specie umana fuori dall'Africa, presumibilmente quando venne a contatto con i Neandertal che vivevano nel Medio Oriente, circa 80 000 anni or sono.

EVA MITOCONDRIALE
In base all'assunto che un individuo erediti il DNA mitocondriale solo dalla propria madre, questa scoperta implica che tutti gli esseri umani abbiano una linea di discendenza femminile che deriva da una donna che i ricercatori hanno soprannominato Eva mitocondriale. Basandosi sulla tecnica dell'orologio molecolare che mette in correlazione il passare del tempo con la deriva genetica osservata, si ritiene che Eva sia vissuta circa 150.000 anni fa. La filogenia suggerisce che sia vissuta in Africa.
L'Eva mitocondriale viene talvolta indicata come Eva africana, un antenato che è stato ipotizzato in base a prove fossili e del DNA. Secondo la più comune interpretazione dei dati del DNA mitocondriale, i titoli appartengono alla stessa ipotetica donna. Gli alberi genealogici (o "filogenie") costruiti sulle basi del confronto del DNA mitocondriale mostrano che gli esseri umani viventi le cui linee di discendenza mitocondriale si sono ramificate per prime sono quelle degli indigeni africani, mentre le linee di discendenza delle popolazioni indigene di altri continenti si ramificano tutte dalla linea africana. I ricercatori ne concludono quindi che tutti gli esseri umani viventi discendono dagli africani, alcuni dei quali migrarono fuori dall'Africa per popolare il resto del mondo. Se l'analisi mitocondriale è corretta, allora poiché l'Eva mitocondriale rappresenta la radice dell'albero genealogico mitocondirale, deve essere vissuta prima dell'esodo ed aver vissuto in Africa. Per questo molti ricercatori prendono le prove mitocondriali a supporto dell'"ipotesi della singola origine" o "modello fuori dall'africa".

IL CUCCIOLO DI LAGAR VELHO
Il cosiddetto "Bambino di Lagar Velho", scoperto in Portogallo miscela tratti neandertaliani e sapiens.
Si stima che al momento della morte il bambino avesse circa 4 – 5 anni.
La singolarità del ritrovamento consiste nel fatto che lo scheletro mostra una mescolanza di caratteri moderni (sapiens), predominanti, come ad es. il mento prominente, ed altri che possono essere ricondotti a un’eredità neandertaliana, come la grande robustezza delle ossa e il valore basso dell’indice crurale, cioè del rapporto tra la lunghezza della tibia e quella del femore. Anche il rapporto tra la lunghezza del radio e quella dell’omero è di tipo neandertaliano. Per un bambino di quell’età le ossa appaiono di straordinaria robustezza. Un altro aspetto singolare è l’angolo formato dalla sinfisi mandibolare con la linea delle gengive, che, analogamente a quanto si verifica nei Neandertal, appare molto meno ampio che nell’uomo moderno.
La sepoltura di Lagar Velho sembra quindi documentare che tra uomo moderno e Neandertal si sono verificati incroci. Poichè tra “l’ultimo Neandertal” della penisola iberica e il bambino di Lagar Velho intercorre una distanza di alcune migliaia di anni, Lagar Velho non può essere la conseguenza
di un incrocio diretto, ma può discendere da una popolazione ibrida che è persistita per migliaia di anni.  
Se il Neandertal e l’uomo moderno hanno dato luogo a ibridi fecondi, vuole dire che non costituiscono due specie distinte, ma soltanto due varietà etniche, sia pure molto distanti l’una dall’altra, all’interno della stessa specie.

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