- Zygmunt Bauman afferma:
“I confini sono tracciati per creare differenze, per distinguere un luogo dal resto dello spazio, un periodo dal resto del tempo, una categoria di creature umane dal resto dell’umanità. (...) Nel nostro pianeta che si sta rapidamente globalizzando, la diminuzione dell’efficacia dei confini (...) si accompagna alla rapida crescita di significato che si tende ad attribuire loro. (...) Le frontiere, materiali o mentali, di calce e mattoni o simboliche, sono a volte campi di battaglia, ma sono anche dei workshop creativi dell’arte del vivere insieme, dei terreni in cui vengono gettati e germogliano (consapevolmente o meno) i semi di forma future di umanità”.
I confini sono protettivi.
Lo so, non è molto popolare, questa affermazione, almeno non da parte di chi, da quasi tutta la vita adulta, si occupa di abbattere frontiere (fisiche o interiori) e forme discriminatorie e qualunque azione negativa che si basa su una differenza.
oggi mi è venuta improvvisamente voglia di provare a spiegare che i confini servono, le differenze sono utili e belle, la realtà è fatta di diversità: che il punto non è rendere tutto uguale, ma vivere in maniera inclusiva rispettando ciò che è diverso.
E che il rispetto passa anche dai confini.
Nello specifico, questo vale ancora di più per le coppie miste, famiglie che la società deve imparare a rispettare ponendo in equilibrio diversità e uguaglianza di queste coppie rispetto a tutte le le altre, famiglie che devono imparare loro stesse a rispettarsi, sentendosi in diritto come tutte le altre di andare in crisi qualche volta e di risolvere le crisi come tutti fanno.
C'è un confine esterno che le coppie miste desiderano abbattere con forza: siamo uguali a tutte le altre coppie, non trattateci diversamente!
Quando mi sono separata io, ricordo perfettamente lo scoramento che mi prese nel rendermi conto che dove una coppia italo-italo sarebbe stata supportata dalle rispettive famiglie e gruppi amicali di riferimento, che la crisi sarebbe stata accolta come arte integrante della vita di coppia, nel mio caso nessuno si stupì.
E nessuno mi aiutò e io stessa non chiesi aiuto: una coppia mista è destinata a fallire, nell'immaginario collettivo. E va da sè che due persone in crisi, lasciate sole anzi circondate dal comune pensare che si sono imbarcate in una relazione che non può funzionare, quella crisi difficilmente la risolvono bene.
Non sto dicendo che il mio matrimonio non fosse destinato a fallire, ma piuttosto che non lo sapremo mai: nessuno di noi due nè delle nostre famiglie nè dei nostri amici ha mai pensato che avremmo potuto farcela.
Ci siamo trattati noi per primi e siamo stati trattati diversamente.
Dunque capisco perfettamente e trovo che abbia ragione una coppia che mi dice: non ho nulla di diverso dalle altre coppie.
Poi però, a giochi fatti, a crisi ormai consumata, vengono da me lei o lui per cercare di capire come non è andato e soprattutto come elaborare il lutto e trovare nuovi linguaggi con l'ex partner con cui condividono figli a volte ancora molto piccoli.
E spesso quello che non è andato è proprio quella differenzia (tra cui la solitudine di cui sopra) che distingue una coppia mista da una monoculturale: differenze che possono essere reali o percepite.
Differenza percepita #1
mio marito egiziano è fuori di sè perchè nostra figlia adolescente non vuole più andare in moschea
(quanti genitori cattolici sono entrati in crisi con le ribellioni adolescenziali dei figli?)
Differenza reale # 1
mio marito egiziano è fuori di sè perchè nostra figlia adolescente non vuole più andare in moschea e si sta organizzando per spedirla in Egitto a finire il liceo con i nonni per farle dare una raddrizzata
Differenza percepita #2
mia moglie svedese non si occupa più di me dopo la nascita della bambina, mi sento lontano dalla sua cultura eccessivamente fredda
(basta chiedere a qualunque uomo italiano e si scopre che la crisi da nascita del figlio è molto comune, niente a che vedere con la cultura dei paesi del Nord Europa)
Differenza reale #2
mia moglie svedese è in crisi con me, dopo la nascita della bambina ed è tornata in Svezia, perchè dice che lì si sente più a suo agio
Superato lo step di chiedere aiuto, di ammettere la crisi che una coppia mista può attraversare come qualunque altra coppia, bisogna fare ordine tra le emozioni, sfrondare, fare chiarezza e capire cosa sono gli elementi di crisi che qualunque moglie può condividere con altre mogli da qualunque latitudine provenienti (fatte salvo le differenze personali) e quali sono gli elementi culturali
In questo lavoro di ricerca e di chiarificazione, tenere ben presenti quai sono i propri confini, che cosa sono gli elementi culturali che ci identificano, i valori in cui crediamo e quelli invece che percepiamo come imposti, sovrascritti da altri nella nostra storia, è una parte importante del percorso.
Proteggere la propria identità, sapere entro quali limiti si è disponibili a muoversi, è d'aiuto per le proprie scelte e anche per quelle del partner, che a sua volta ha chiaro davanti a sè un quadro inequivocabile ed è libero di scegliere e di proporre a sua volta.
Ci sono confini necessari e utili.
Ci sono confini che sono tremende catene.
Ci sono strumenti che ci aiutano a distinguere e capire in quale ambito ci troviamo.
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