domenica 31 gennaio 2010

31 gennaio 2010


Leggo nel gruppo di Facebook “Mi piace l'Africa” che alla domanda del curatore, Jivis Tegno, “cosa ne pensate delle coppie miste, in uno/a è africano/a?”, la risposta più frequente fino ad ora è stata “l'amore non ha colore, le coppie miste non esistono perchè ogni coppia è mista dal momento che tutti gli individui sono diversi”.
Ecco.
E io apro un blog e voglio parlare di coppie miste (tra le altre cose).
Anzi, di coppie italo-senegalesi.
E sono sempre stata una paladina delle non-generalizzazioni, anzi una integralista del genere.
Come la metto ora?
Sarebbe divertente se ad un certo punto della vita di questo blog mi rendessi conto che effettivamente le coppie miste non esistono, l'identità mulatta non esiste, come non esistono i concetti di patria e nazione, i limiti, le barriere, le frontiere.

La mia risposta, in quello spazio, è stata che: “io non so se 'mi piace l'africa', territorio enorme e con una enorme molteplicità di aspetti da considerare.
So che ho un legame forte con un paese africano - il Senegal - e nemmeno questo so se mi piace totalmente: è come se non fossi stata io a scegliere ma fossi stata scelta, tanti anni fa, da un paese, e poco tempo fa da un uomo.
Faccio parte di una coppia mista, il mio compagno è prima di tutto un uomo e poi un africano - mi piace come uomo e anche come africano e so di piacere a lui come donna e anche come italiana: le differenze ci sono, come in ogni coppia, alcune sono interessanti e stimolanti, alcune sorprendenti (forse questa è la caratteristica che più attribuisco alla coppia mista), altre difficili, ma tutte si affrontano.
Far parte di una coppia mista elimina alcuni aspetti tipici di una coppia monoculturale e ne aggiunge altri.
Ma io prima di tutto sono innamorata di lui, e poi, solo poi, della sua provenienza.


In ogni coppia di persone, che siano o meno amanti, che siano di sesso diverso o dello stesso sesso, della stessa età e di età diverse, ci sono differenze da considerare e da esplorare: quello che caratterizza una coppia di persone, presumibilmente amanti, provenienti da esperienze e vissuti culturali diversi è che le differenze sono altre rispetto ad una coppia di persone, presumibilmente amanti, provenienti da esperienze e vissuti culturali simili.
Ma le differenze ci sono e invece di farsene scudo, sarebbe invece ora di cominciare a valorizzarle. 

Se si digita “coppie miste” su google, su 11 risultati, due sono di forum di discussioni in cui uno dei due partner racconta la fatica e le difficoltà di stare in una coppia mista e io so per certo che ne esistono almeno altri sette o otto, solo in italiano.
Qualche giorno fa, raccontando la mia storia di coppia a una signora che partecipa al mio gruppo di lavoro politico, psicoterapeuta e attivista per i diritti delle donne, la prima cosa che ho visto è stato un lungo sguardo molto diffidente, poi, forse per non ferirmi e come se dentro di se si fosse imposta una immediata correzione di rotta, ha detto “bè, ma con la tua esperienza saprai già che 8 matrimoni misti su 10 finiscono con un divorzio”...e con questo pensava di avermi rassicurata.

Fortunatamente io non ho alcun bisogno di essere rassicurata: ogni coppia vive delle difficoltà e ogni coppia ha più o meno speranze di sopravvivere nel tempo. Dipende da quanto ci si mette in gioco, da quanto si è disposti a dare, da quanto di è disposti a chiedere.
In una coppia mista bisogna essere consapevoli che molto spesso non si parlerà lo stesso linguaggio, che per dire la stessa cosa si useranno concetti e immagini diverse, o che concetto simili significheranno la stessa cosa.
Fare l'errore di accettare tutto quello che l'altro porta in nome di una presunta (ma falsa) apertura mentale, è fatale.
Come è fatale e stupido cercare di incasellare l'altro in ruoli e gesti che non gli appartengono.
Detto questo, la strada è quella di ogni coppia e si spera che, finchè dura, la strada fatta insieme sia meglio di quella fatta separatamente.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

ho appena finito di leggere il tuo post..e ho un sorriso stampato in faccia, sono contenta che finalmente trovo delle idee simili alle mie scritte su una pagina web che non sia mia :)
anche io sono parte di una coppia mista italo senegalese e anche io come te amo il mio uomo per l'uomo che è prima e per il fatto che sia senegalese poi ^^
insomma volevo proprio farti sapere che non sei sola (anche se già lo saprai) un abbraccio virtuale!

cristina sebastiani ha detto...

cara anonima, grazie di avermi letta e di avermi mandato la tua solidarietà! questo blog serve proprio per far capire che "non siamo soli" cioè che quello che viviamo fa parte a tutti gli effetti della società italiana e mondiale.
a volte, come te, come tuanti, effetivamente non sono proprio sicura di non essere sola e il tuo abbraccio virtuale mi fa doppiamente piacere: grazie e continua a scrivermi!

Anonimo ha detto...

Ciao Cri.. mi è piaciuto il tuo articolo, e non ti nego che mi ha dato conforto. anch'io dall'estate scorsa sto vivendo una relazione con un ragazzo senegalese. ovviamente ho riscontrato anch'io la difficoltà nel conciliare le mentalità, la religione, lo stile di vita, i modi di fare.. io però sono un pò una mutante nell'amore, la mia estrema pazienza e tolleranza verso tante cose mi ha aiutata ad amalgamarmi sempre di più a lui. eppure devo dire che nonostante tutto uno scambio reciproco c'è, anch'io riesco a dargli qualcosa di mio, di italiano, ogni tanto.
il problema in queste relazioni secondo me è che i punti interrogativi sono davvero tanti. funzionerà? sarà davvero sincero ed onesto? mi starà solo usando? cambierà dopo il matrimonio, imponendomi la sua volontà? ricordiamoci che al 90% o forse più i senegalesi sono musulmani. io parlo dei senegalesi perchè il mio ragazzo lo è e, purtroppo, anche musulmano. che per me non sarebbe un problema, se lui fosse davvero integrato e tollerante come sembra. e se non lo fosse? e se facesse finta solo per ottenere qualcosa da me (cittadinanza, benessere, soddisfazione di possedere una donna bianca?). secondo me l'Italia è una società forzatamente multietnica, ma che di integrazione ha davvero poco. mentre per gli stranieri nati qui è tutto un altro discorso.

non so. parlo da donna innamorata, ma piena anzi pienissima di dubbi sul futuro della mia coppia mista.

voglio essere ottimista, sto dando tutta me stessa, sto facendo cose che non avrei mai pensato di fare per un uomo.. ma devo ammettere che se il mio compagno fosse italiano, non mi farei mai.. mai tutti questi problemi.

e vivrei più serena. forse meno innamorata e con meno 'brio', perchè la coppia mista - se è quello che cerchi - ti può davvero dare una marcia in più. è stimolante, per la mente e per i sensi.

ma quanti dubbi.. quante incertezze per una relazione duratura!

se ti va, anch'io scrivo un blog, mi trovi qui, se ti va di confrontare le nostre storie: http://labisbetika.wordpress.com

ciao!

Anonimo ha detto...

Ciao anonima,
ho vissuto gli ultimi 12 anni in Senegal, conosco profondamente la cultura, le tradizioni, il culto delle religioni locali, la presunta spiritualità, l'animismo.. conosco profondamente le regole sociali, familiari, tra clan, tra persone appartenenti alla stessa classe di età, e le mille altre varianti e sfumature in cui si organizzano e vivono i senegalesi. Sono stata sposata gli ultimi otto anni con un uomo senegalese. Da questa unione sono nati due figli, tanti progetti, in Senegal e in Italia. Poteva essere la 'vita idilliaca' anzi, lo è stata, per tutto questo tempo. Insomma, il mio sogno ha continuato a realizzarsi tra condivisione e consenso e ammirazione sia della rete sociale italiana che senegalese dove ci siamo trovati a vivere e operare. Ho attraversato tutto quello di cui parla cri qui sopra. Non solo ho passato tutto il travaglio dei dubbi dell'inizio, benché vivessi in Senegal da almeno quattro anni prima di unirmi a lui ed ero dunque consapevole delle dinamiche di opportunismo, in tutte le sue forme.. (e puntualizzo che lui è più grande di me di qualche anno e che io sono una bella donna.. non affatto ricca – vivevo come loro - visto che statisticamente, in Senegal il 90% delle coppie miste è composto da donne mature e ricche e giovani senegalesi ex poveri) Eppure, qualche mese fa: mi sono dovuta svegliare anch’io. E tutto è svanito in un grumo di cenere e, vedi un po', proprio quando la crisi economica nella quale ‘sono incorsa’ non gli permetteva più di soddisfare i suoi vizi e 'la sua vita da 'artista' o di paladino della generosità! e se n'è andato da un giorno all’altro, abbandonando me e i nostri figli!! E pensare che diceva 'vivrei con te anche senza nulla', ‘noi ci ha uniti Dio..’ e altre loro frasi tipiche di cui potrei scrivere un manuale! Eh si, perché loro dicono tutti le stesse cose per conquistare una donna. Ho conosciuto decine e decine di casi, di legami solo per opportunismo e ben prima che succedesse anche a me.. e li commentavo anche con lui!! E io mi dicevo, 'pensa che fortuna!' devo essere l'unica donna italiana felicemente sposata con uomo 'gentile' senegalese, con prole bilingue, con ottimo rapporto non solo con la sua famiglia, ma con tutti quelli che lo conoscono. I miei bimbi sono anche stati a scuola in Senegal, noi avevamo/abbiamo ancora regolare casa in Senegal – Insomma, avevo investito tutto quello che avevo, la mia energia, i miei migliori anni, le mie risorse, le mie competenze.. e lui, il giorno dopo che mi ha lasciato aveva già trovato un'altra donna bianca che lo 'sosteneva'. Si perché nella loro cultura, la donna comunque è lo strumento per il loro sviluppo personale. Insomma, non c'è nulla da fare. Non c'è intelligenza elevata o intellettualità che possa alleviare questa dinamica nemmeno tanti anni trascorsi in Italia o qualsiasi paese europeo: alla fine, la loro cultura maschilista, dove la donna serve, nutre e si occupa dei figli e di loro è molto più comoda per loro e risulterà sempre migliore. La loro ipocrisia e la loro pazienza non hanno limiti. E non provano senso di colpa. Alla fine, questi aspetti più profondi e profondamente reali della cultura di questi uomini emergono inesorabilmente travolgendo tutto con una forza devastante. Infine: loro ne escono incolumi, hanno corta la memoria del dolore, e non si mettono in discussione. Noi invece ne usciamo distrutte, come nate ieri e con i figli a carico e con l'enorme responsabilità di farli crescere in un sano clima di tolleranza. Ai miei figli, entrambi maschi, di 6 e 2 anni ho dovuto dirglielo io che ci siamo lasciati con il loro papà, e non ne parlano spesso; il piccolo almeno una volta al giorno mi guarda e mi chiede 'papà?' Sono così delusa e mi sento arrabbiata, stupida: ma come ho potuto essere così ingenua! E' che ho avuto fede, ho creduto a tutta quella retorica ipocrita che mi veniva raccontata.. da tutti, quotidianamente, per anni. Ti infondano forza, fiducia e speranza, per usarti.

Anonimo ha detto...

[...continua da sopra..] E mi sento ancora peggio perché lui rimane sempre quel padre, che ha contribuito a generare i miei figli. Perché attraverso i figli, loro ti legano a sé.. Questi bambini non si meritano un padre così ed ecco dove sorge il mio senso di colpa, dove mi sento inadeguata, dove mi sento tradita nelle mie aspettative più profonde della vita. Io credevo nel Senegal, ma mi fa fatto troppo male. Io, lui, non vorrei vederlo ne sentirlo mai più. Vorrei dimenticarlo, seppellirlo tra i miei errori peggiori e lasciarlo incenerire per poi soffiarlo via. Ma non potrò mai, sarà per sempre parte della mia vita in quanto padre dei miei figli ai quali non lo potrò mai negare... anche se questo padre non li cerca e non li chiama, praticamente mai e devo pure ‘giustificarlo’.. Dovevo saperlo, vista la loro convinzione che essi sono tenuti solo a metterli al mondo, i figli, poi a farli crescere ci pensa Dio. Certo, Dio donna!
Ma è proprio qui che viene il bello. Perdere un’illusione rende più saggi che trovare una verità. Non mi resta davvero che pregare. E scrivere. Mi scuso con chi invece è nel pieno idillio amoroso o semplicemente felicemente insieme ad un uomo senegalese. Ma mi sono detta che il racconto in breve della mia esperienza potrebbe servire ad attivare quelle antenne che proteggeranno quelle donne che si stanno offrendo in questi amori multiculturali molto affascinanti, da una relazione sbagliata. Soprattutto, per farle riflettere e ponderare bene la decisione di avere figli in relazioni sbagliate. I Senegalesi – proprio tutti – vi diranno di non ascoltare queste voci, maldicenze, che le ‘chat’ le malelingue, vengono dal diavolo.. che mirano proprio a rovinare questo amore eletto da Dio, appunto, in realtà, quello che minano sono proprio i loro piani pratici di opportunismo. Chi è in buona fede non ha bisogno di fare certe premesse. Ma Dio è Grande, questo si, l'ho imparato bene in Senegal, e questo brutto abbandono, avrà già in serbo qualcosa di giusto e di più buono per me e i miei bimbi. Jamm ak hewel, pace e bene.. e questo è il mio autentico augurio