domenica 27 novembre 2011

datemi la cittadinanza e cambierò questo paese!


scritto il 23 novembre 2011 da Zanxing Xu

"Questa mattina sono andata in diretta su "Radio Tutta città" e per l’ennesima volta ho ascoltato 40 minuti di mere cazzate sparate dai cosiddetti esperti dell’immigrazione.
Vorrei sapere se la gente accende il cervello prima di parlare, il fatto che una persona riceva una formazione e abbia un attestato di qualifica non gli dà nessun diritto di giudicare una situazione che non conosce. Ed invece, piace lo spettacolino, i teatrini, le urla, gli opinionisti, gli esperti quando l’unico campo in cui competevano questi signori era quello dell’ottusità.
Avete detto che ci sono molte forme di Ius soli, ma qui non stiamo giocando sulla terminologia, ci sono le vite le persone, il presente di milioni di ragazzi e adulti, il futuro di una ancora maggior numero di figli di questo paese. Io non sono un giurista, non spetta a me fare i disegni di legge, ma ciò non significa che non debba pretendere delle leggi giuste, dei diritti dal paese in cui sono cresciuta e in cui vivo. Alla professoressa, esperta che afferma che in Italia lo Ius soli esiste già vorrei rispondere che i ragazzi minorenni che arrivano in Italia da piccoli, una volta compiuti 18 anni rischiano di non poter rimanere perché spesso non riescono a rinnovare il permesso di soggiorno. Vorrei ricordare anche che la 91/92 è una legge che non prevede nessun accesso facilitato ai bambini, ragazzi che non conoscono altro suolo se non quello italiano. E come potete chiamarci stranieri e peggio ancora immigrati? Visto che siete professori, competenti, massime autorità nel campo immigratorio e la disquisizione di determinate tematiche non fa che alimentare il vostro ego e la vostra presunzione, non vi offenderete se anch’io, profana, senza nessuna qualifica, pretendo l’uso della terminologia corretta. Sapete, chiamare noi, bambini nati e/o cresciuti in Italia “immigrati” suscita in noi un’ilarità chiassosa. Da dove siamo emigrati? Dall’ospedale fino a casa? Oppure credete che un bel giorno abbiamo fatto lo zainetto e siamo andati a prendere un aereo? Spiegatecelo, perché se la lingua italiana non è un’opinione e l’Accademia della Crusca possiede ancora quel poco di autorità e prestigio che gode anche fra voi, che siete i competenti, a quanto pare, la parola “immigrazione” indica ancora un atto di spostamento volontario. Avete detto che anche gli italiani hanno tantissimi problemi burocratici. Spero che sia stata una frase scherzosa, detta per entrare in empatia con noi, purtroppo non è stato per nulla divertente, abbiamo riso per la stupidità e l’assurdità dell’affermazione. Se mi permettete e se avete voglia di scendere dal vostro piedistallo e ascoltare la nostra storia e le nostre ragioni mi permetterei di narrarvi un incubo.
C’era una volta un bambino, nato in Italia da genitori cinesi. Papa e mamma lavoravano duramente nell’attività che avevano costruito, poi piano piano i rapporti tra i genitori si gelano, lei vuole rimanere in Italia mentre lui no. Il bambino, che era nato qua, giocava spensierato. Poi, un giorno, il papà ritorna in Cina e prende la decisione di non rientrare mai più in Italia. Mamma e figlio si ritrovano abbandonati, disoccupati e se fino ad allora risultavano a carico del padre e di conseguenza rinnovavano il loro permesso di soggiorno, improvvisamente, la loro pratica viene rigettata perché non rispetta più i requisiti richiesti. 10 anni e molti di più vissuti in un paese e poi diventi clandestino, un criminale per questo paese anche se non hai rubato né ucciso ma vuoi semplicemente vivere nel paese in cui nasci e/o cresci. Il bambino, ormai maggiorenne va in questura, spiega e rispiega senza mai arrendersi la propria situazione al commissario allo sportello, perché voleva vivere qui, perché qui voleva lavorare, perché qui voleva fare la sua famiglia, perché qui voleva invecchiare e grazie alla sua tenacia e alla comprensione del questore riesce a rinnovare quel pezzo di carta. Lui non è un’eccezione, lui è la regola. Per una persona fortunata, ci sono migliaia di ragazzi che aspettano e altri che ormai sono già clandestini, altri ancora che sono stati “rimpatriati” nel paese dei genitori. E’ inammissibile che in un paese civile lasci decidere alla sorte il destino di 1 milione di persone!
Cosa c’è di uguale tra noi e te? Non vorrei fare la vittima, ma sinceramente tu che hai pronunciato quella frase con cotanta leggerezza affermando che anche gli italiani anche i problemi burocratici, dovresti accompagnarci in questura e vedere, venire con noi all’università mentre ti dicono che non puoi partecipare ai progetti di scambio culturale, partire controllando le scadenza del permesso, esprimere le proprie visioni politiche senza poter votare. Ma sai quale è la differenza più grande tra me e te? Stiamo vivendo veramente tempi difficili ma tra tante incertezze tu sei sicuro di poter stare tranquillo a casa tua, mentre io non ho nemmeno quello, perché se non ho lavoro e non guadagno abbastanza mi cacciano anche se sono figlia di questo paese. Dimmi se è giusto, dimmi cosa ti rende più italiano di me? Vi barricate dietro alle vostre fortezze mentali come se state combattendo contro un esercito nemico ma qui non c’è nessuno che vuole intaccare le tradizioni, gli usi e i costumi dell’Italia ma solo degli italiani come voi che chiedono una legge più giusta, che chiedono di avere una possibilità di scelta. Il cambiamento della legge sulla cittadinanza è una priorità sociale e civile, non deve essere uno scontro ideologico, né una battaglia della destra o della sinistra ma una lotta di tutti, una prova della nostra capacità di rinnovarci e di adeguarci alla società in cui viviamo."

1 commento:

Alessia ha detto...

La mia vergogna per essere italiana cresce ogni giorno di più!!! Ma a qualcuno importa? A chi rappresenta l' Italia importa che a me questa terra fa schifo?
Il tuo blog è molto interessante, almeno è carino sapere che non sei sola nelle battaglie quotidiane affinchè il mio compagno possa rimanere con me e suo figlio!!! Affinchè degli stupidi orologi falsi che vendeva a centinaia di italiani (anche poliziotti) non ci impediscano di rimanere uniti. Qualcuno se ne frega che c' è un bambino di mezzo? E poi penso all' impiegato comunale dove ho dichiarato la nascita di mio figlio e mi vengono i brividi..era convinto che il bimbo seguisse la cittadinanza del padre..mi sbaglia i documenti e mi dice: signora ma tanto che differenza c' è? o cittadino italiano o cittadino senegalese che importa? ahahahahah
Io sono un po disillusa e perdonatemi se non credo nelle manifestazioni e nelle nostre denunce e lotte giornaliere su blog e cose simili...chi ci sente? SE CI SIETE PER QUALCOSA DI PIU' GRANDE, PIU' RUMOROSO, PIU' EFFICACE IO CI SONO!!! Facciamoci venire un' idea vi prego perchè questi con una firmetta superficiale su una carta ci rubano la vita e decidono del nostro destino!!!