venerdì 13 gennaio 2012

un folle baye fall


ricevo e diffondo volentieri.
nessuno può veder messa a rischio la valutazione sulla sua salute mentale per non essersi adeguato ai comportamenti che la polizia ritiene adatti: essere baye fall è una scelta di vita che nessuno, tranne il talibe, il suo serigne e Dio stesso, ha diritto di giudicare, fintanto che non viene commesso un reato - e qui non c'è alcun reato.

questa fotografia viene da qui
Il giorno 16 Dicembre 2011, il nostro amico Abdou Lahat Diop, di origini senegalesi, di 31 anni, in Italia da 5, mentre pregava tranquillamente, nella zona di Abbasanta (Sardegna) è stato improvvisamente accerchiato dalle forze dell'ordine che gli chiedevano se avesse bisogno d'aiuto. Dopo la sua risposta negativa, il nostro amico tenta di difendersi e di difendere soprattutto il suo momento di preghiera e di vicinanza con dio, interrotto senza alcun motivo. La situazione degenera, tanto che Lahat viene immobilizzato con la forza, arrestato per resistenza a pubblico ufficiale, violenza e minaccia a pubblico ufficiale, rifiuto e indicazioni sulla propria identità personale, e portato presso il carcere di Oristano. Il 17 Dicembre viene disposto il rito direttissimo dove viene nominato un perito psichiatrico, il quale effettua una perizia in cui descrive Lahat come pericoloso socialmente e incapace di intendere e di volere. Nell'udienza del 9 Gennaio 2012 (pare senza la presenza di un interprete) il giudice sospende il processo, in quanto Lahat viene giudicato attualmente incapace di affrontarlo e si dispone il trasferimento immediato in un Ospedale Psichiatrico Giudiziario per una “cura”.

Il comitato sardo Stop OPG, gli amici e i parenti di Abdou Lahat, da tutti conosciuto come Baye Lahat (Padre Lahat) si stanno mobilitando affinchè questo provvedimento venga bloccato. Tale provvedimento ci sembra ingiusto e privo di fondamento in quanto non abbiamo certezza per quanto riguarda la presenza di un interprete durante la perizia e le varie udienze che potesse tradurre dal Wolof all'italiano ragionamenti, spiegazioni, pensieri intimi, racconti di vita privata, racconti d'infanzia, concetti particolari e profondi legati alla religione e alla propria cultura. Inoltre l'indignazione sorge spontanea per l'estrema facilità con cui il nostro amico viene giudicato incapace di intendere e di volere e gli viene indicata come “cura” un internamento in un Ospedale Psichiatrico Giudiziario. Gli Opg non sono luoghi di cura. Sono luoghi di morte, privazione e sofferenza in cui le persone vengono imprigionate sulla base di una obsoleta concezione della malattia mentale, in altre parole manicomi!


Pensiamo che Baye Lahat e tutte le persone che si trovino in una presunta situazione di temporanea o cronica fragilità mentale, conservino sempre e comunque, pieni diritti e piena dignità.


Pensiamo che il Dipartimento di Salute Mentale di Oristano debba intervenire per curare le persone nel proprio territorio e evitare che altri cittadini che non hanno commesso nessun reato, come Baye Lahat, possano essere imprigionati e segregati negli Opg.


Siamo convinti che il provvedimento della misura di ricovero nell'ospedale psichiatrico giudiziario sia fuori dalla legalità, in quanto non sono state rispettate le sentenze della corte costituzionale del 2003 e del 2004 che privilegiano l'accoglienza, la cura e l'accesso alle misure alternative, rispetto alla custodia e alla segregazione negli Opg.


Invitiamo alla mobilitazione tutte le cittadine e i cittadini sensibili al rispetto dei diritti umani e civili e a coloro che conoscono Baye Lahat e il suo amore e rispetto per la vita e per gli altri.


MOBILITIAMOCI!

il comitato sardo "Stop Opg"
Organizzazioni aderenti al Comitato Sardegna STOP OPG: Associazione Sarda per l'Attuazione della Riforma Psichiatrica, Associazione “5 Novembre”, Forum Sardo Salute Mentale, Cgil Sarda, SOS Sanità Sardegna, Assemblea Territoriale di Cittadinanza Attiva, Tribunale per i diritti del Malato Sede di Cagliari, Associazione Culturale “Art Meeting”, Cooperativa Sociale “I Girasoli”, Cooperativa Sociale “Asarp Uno”, Arci Sardegna, Rivista di cultura poetica "Coloris de Limbas", SPI CGIL Sardegna, Cooperativa Sociale “Il Giardino di Clara”, Cooperativa Sociale “Giardino Aperto”, Comunità Casamatta, Associazione art.21, Conferenza Volontariato Giustizia della Sardegna, AUSER. Rivista “Sociale e Salute”, Comitato “A Casa mia”, Il comitato Verità e Giustizia per Giuseppe Casu, USB Unione Sindacale di Base, ABC Associazione Bambini Celebrolesi, Asecon Ong, Sviluppo e Territorio – Società Cooperativa Sociale arl di tibo B, ASCE Associazione Sarda Contro l'Emarginazione.

 

3 commenti:

sofia ha detto...

Spero di contribuire al dialogo interculturale facendovi conoscere il punto di vista di alcuni baye fall che ho sentito sulla vicenda: bè il loro problema a primo acchito non è stato il sopruso subito dal loro "fratello", sono stati molto scossi da questo, sì, e si sono interrogati su cosa potevano fare per aiutarlo, sarebbero peraltro contenti di collaborare con le associazioni che hanno sottoscritto questo manifesto, ma la cosa che immediatamente li ha disturbati è che la notizia fosse stata trasmessa tramite internet. Non ritenevano giusto che la famiglia e gli amici in Senegal venissero a saperlo in questo modo, non è stata rispettata secondo loro la privacy dal ragazzo ed erano preoccupati del fatto che si potessero creare dei fraintendimendi per chi leggeva l'articolo al di fuori dell'Italia. Questo perché mi hanno raccontato che in Senegal i baye fall non è che siano visti proprio bene, alcuni li considerano proprio dei matti e alcuni hanno dovuto fare la scelta di diventarlo andando contro le loro famiglie. A dimostrazione di questo pensate che la sorella di uno di loro (contraria alla sua scelta) l'ha chiamato dagli Stati Uniti per commentare la vicenda (penso l'abbia appresa da un sito senegalese) e per cercare di convincerlo ancora una volta ad abbandonare questa strada.
Da parte mia ho provato a spiegare che questa azione era stata intrapresa sicuramente a fin di bene e che poteva portare un risvolto positivo alla vicenda e che la notizia sarebbe probabilmente stata divulgata comunque tramite altri mezzi di informazione.
Mi hanno raccontato a tal proposito un aneddoto: anni fa era capitata una cosa molto simile a un "fratello" in Francia, la notizia non era emersa e nessuno sapeva che fine avesse fatto questo ragazzo. Un giorno dal Senegal la guida spirituale del ragazzo in questione chiama un altro suo discepolo in Francia per chiedergli se sapesse dove era andato a finire e perché non si sentiva più, lui non lo sapeva ma rispose che l'avrebbe cercato. Gli disse la guida spirituale di cercarlo prima di tutto in un preciso ospedale psichiatrico....e venne fuori che era proprio lì!Dopo pochi giorni di pratiche burocratiche questo baye fall era stato lasciato andare."Ma come faceva la guida spirituale a sapere dove fosse il ragazzo?!" "Sofia loro sono uomini di Dio non sono come noi...". Probabilmente questa volta Dio ha scelto una strada diversa per mostrare la sua benevolenza, spero solo di aver contribuito alla riflessione.

cristina sebastiani ha detto...

grazie sofia.
tra poco scriverò qualcosa sul muridismo e la confraternita baye fall, magari ti chiederò un'integrazione così completiamo il quadro

sofia ha detto...

mi farebbe molto piacere ma non so se ne ho le competenze....tanto più che il "mio" baye fall ha levato le tende e non aggiungo altro perché non voglio riempire il tuo blog con tutte le brutte parole che mi ispira in questo momento e non certo perché è baye fall ma per il non-uomo che si è dimostrato...