sabato 21 aprile 2012

io mi offendo

è molto milanese dare del baluba a qualcuno che si ritiene un cretino.
senza sapere che i Baluba sono una delle etnie di lingua bantu della Repubblica Democratica del Congo che di sciocco non hanno nulla
qualche leghista dell'ultima ora deve però aver letto wikipedia e aver capito che i Baluba sono negri, così ha inventato un sapone anti-baluba , ultima frontiera della pulizia ariana: dubito che sia stata un'alzata d'ingegno definibile come "innocente"
ci sono però molte persone, soprattutto anziani, che serenamente danno del baluba a qualcuno senza per questo sentirsi o essere razzisti, o che si rivolgono a un bambino chiamandolo negrett' con la stessa innocenza
ci sono ragazze di buona cultura e buone frequentazioni che serenamente ti dicono "sono andata al mercato alle bancarelle dei neri"
io per qualche tempo ho definito mio figlio "mulatto" fino a che un'amica non mi ha fatto notare che un mulo è il figlio, sterile, di un incrocio di razze differenti e che questo termine è sempre stato usato in maniera particolarmente dispregiativa per definire i bambini nati da un genitore di pelle bianca e un genitore di pelle nera: da quando lo so ho smesso di dirlo.

da un lato vorrei non drammatizzare
non chiamo negro mio marito, neppure per scherzare, ma molte mogli di uomini africani lo fanno e molti afroamericani vi si definiscono
(non entro nella storia e nelle filosofie afroamericane perchè ignoro moltissimo, in materia)
non chiamo mio figlio cioccolatino però sento molte mamme di bimbi misti farlo e sono certa, certissima della loro innocenza
drammatizzare serve spesso ad avere l'effetto di irrigidire dentro schemi stretti e a finire per ghettizzare
non voglio drammatizzare, ma l'argomento mi sta a cuore

del resto, per fortuna, non solo a me
l'ordine dei giornalisti si è finalmente dato un codice etico sull'uso di termini che identifichino la provenienza geografica di una persona: un motivo c'è se ci si impone di non utilizzare parole come "vu cumprà", "clandestino", "zingaro".
e non importa se puntuale arriva la classica risposta "non volevo offendere nessuno, ho molti amici zingari": una riflessione si impone, a maggior ragione se hai molti amici rom o sinti, senegalesi o togolesi o indiani o cinesi, che fanno lavori come la colf o la badante, che non hanno il permesso di soggiorno.
se li hai, l'unica cosa che so è la provenienza dei tuoi amici, ma nulla sulla loro personalità, sulla loro cultura, sulle loro abitudini, sul loro modo di definire sè stessi.
e non so nulla del loro rapporto con te.
e allora, che cosa sinceramente, me ne può importare?
hai molti amici che vengono dalla romania? hai molti amici che vengono dal pakistan? e allora?

drammatizzare serve solo a irrigidire, dicevo.
ma fare finta di nulla, ignorare, permette alle cattive abitudini di radicarsi e poi ci si ritrova tesi e arrabbiati perchè arriva un'offesa da dove non te l'aspettavi ed è un'offesa anche se non aveva intenzione di esserlo e se hai davvero molti amici (amici davvero) che vengono da altri paesi, che soffrono la fatica dell'immigrazione e l'ostilità dei luoghi in cui si trovano a vivere, se magari oltre ad amici hai anche amori, un compagno, un figlio, allora l'offesa che non voleva essere un'offesa ti brucia dentro e siccome sei beneducata non dici nulla oppure sei diretta e attacchi ma lo stesso non serve a nulla.
bisogna solo rasserenare gli animi e impegnarsi a usare le parole correttamente, per il significato che hanno.

e allora io lo dico qua, senza drammi: io mi offendo, se sento parlare di neri o negri o clandestini o extracomunitari, di cioccolatini, di zingarelli, di baluba e di mulatti.
mi offendo perchè siamo nel 2012 e di spazio e di modo per riflettere su come ci rapportiamo alle persone ce n'è tanto e allora che ognuno rifletta e trovi la sua modalità che se comprende l'uso di cioccolatino per parlare del suo amore fa niente: ma del mio amore non si dica che è un "cioccolatino", perchè io mi offendo.


1 commento:

sofia ha detto...

Dal sapone anti baluba ai nomignoli per i bambini però ce ne passa, anzi, non ci trovo proprio un nesso. Anche ai bimbi non misti vengono affibiati titoli come confettino o batuffolo, che personalmente non ho mai amato per il loro carattere troppo mieloso. Per la stessa ragione non amo cioccolatino, che poi mi evoca per prima cosa la dolcezza del cioccolato e non il colore... Io mia figlia la chiamo principalmente con il suo nome, e non credo di doverle riservare maggiore protezione a causa del colore della sua pelle. Per me è una cosa normale, non la trovo diversa dagli altri bambini, (forse più bella), se gli altri non la vedono così, se la ritengono inferiore (?!?) per il colore della pelle....problemi loro. Mi dispiace per loro! Ma non per mia figlia.