sabato 3 agosto 2013

su al nord

Karianne Holbeck aveva scoperto ormai da tempo che gli stranieri erano altamente inaffidabili. Non era razzista. Per lei tutti gli uomini erano uguali. L’unico problema era che turchi e iraniani, pakistani e nordafricani, vietnamiti e latino-americani erano egualmente inaffidabili. Lunedí o martedí, all’una o alle cinque; chissà quando quel tipo si sarebbe presentato. 
- [..] solo Dio sa se si rifarà vivo. Non mi è sembrato un tipo molto affidabile -
Ah no? – esclamò Hanne sollevando impercettibilmente un sopracciglio. – Come devo interpretare quest’affermazione? Secondo te si può capire dalla voce se una persona è affidabile o meno?
Ehm, – rispose Karianne muovendosi a disagio sulla sedia.
[..]
Non so bene, – proseguí Karianne. – In base alla mia esperienza le persone che vengono da quelle parti non hanno la stessa idea di appuntamento che abbiamo noi. Le ore non hanno, per cosí dire, lo stesso significato.
Hanne Wilhelmsen [..]intrecciò le dita dietro la nuca, sollevò i gomiti per aria come se fossero ali e scrutò la collega attraverso la frangia lunga. Poi strinse le labbra e le schioccò leggermente prima di dire:
E chi sarebbero questi «noi»?
Cosa?
Chi sarebbero questi noi che conoscono i principî in base a cui funzionano le ore?
Veramente…
E cosa intendi per «quelle parti»? La Turchia? L’Asia minore? Il terzo mondo?
Sono stata fraintesa, – rispose Karianne grattandosi una macchia rossa sulla guancia che si stava estendendo rapidamente. – Volevo solo dire che…
Non aggiunse altro. Hanne Wilhelmsen rimase in attesa.
Ho usato delle espressioni infelici, – ammise Karianne gettando indietro i capelli. – Mi dispiace, non intendevo essere offensiva.
Hanne lasciò cadere le braccia e si sporse in avanti. [...]
Ti credo, – rispose Hanne cosí all’improvviso che Karianne letteralmente saltò sulla sedia. – Non penso che tu volessi dire una cattiveria, però sono dell’idea che…
Fece roteare rapidamente i due pennarelli sul foglio.
Dovresti pensare da che parte stai, e quali pregiudizi devi combattere. Hai mai notato il signore che pulisce l’ingresso tutte le mattine? Quello che indossa sempre una tuta con i colori svedesi?
Karianne scosse leggermente la testa. Il rossore ormai si era diffuso lungo il setto nasale facendola assomigliare a un orsetto lavatore indifeso.
Okay. Allora una volta arriva qui un po’ prima di mattina e fai una chiacchierata con lui. Viene dall’Eritrea. È un veterinario. Il suo norvegese non è cosí male, ma dopo quattro anni in una prigione etiope, ha i nervi piuttosto scossi.
– Ho detto che mi dispiace, – ripeté Karianne Holbeck, in tono ormai quasi scocciato.
Allora speriamo che il nostro amico di Grünerløkka si presenti all’appuntamento.

(Anne Holt “il ricatto” Einaudi 2012)

questa conversazione mi ha colpito
in sé però non dice nulla di tremendamente significativo
“dovresti pensare da che parte stai e quali pregiudizi vuoi combattere”
è il dialogo tra un'agente di polizia, Karinne e la sua capa, l'ispettore Hanne Wilhelmsen
un dialogo banale
Hanne Wilhelmsen è protagonista di una serie di romanzi polizieschi scritti da un'avvocata, giornalista ed ex ministro della Giustizia norvegese, Anne Holt, è brava, dura, professionale e lesbica e generalmente non si occupa di immigrazione ma di omicidi
questo dialogo è un caso, cosa che lo rende ancor più banale e contemporaneamente sorprendente
in Norvegia un dialogo del genere tra due persone, è normale
questo mi colpisce
una fa un commento su una persona che ha sentito al telefono, l'altra la riprende e le fa notare la scorrettezza, la prima si scusa.
fine.
fantastico!

immagino lo stesso dialogo in Italia: non sono razzista, ma...hai visto? quella ha fatto un commento poco corretto, vabbè, cosa vuoi farci, non è mica razzista.. le sarà sfuggito... è un po' superficiale... non è niente di grave, ma dai! mica te la sarai presa?!...come sei esagerata, non siamo un paese razzista...
nella mia compulsiva frequentazione del genere romanzesco, non conosco scrittori italiani che inseriscano dialoghi del genere nei loro libri: che significa? semplicemente che la letteratura si nutre della realtà in cui vive.
e che un altro mondo è possibile, su al Nord.
un mondo in cui è scorretto fare commenti pregiudizievoli sulle persone e si può farlo notare!


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