giovedì 2 ottobre 2014

educare alla creatività #2

ieri sera, privatamente, dopo aver letto il post di ieri, una mamma mi ha raccontato la sua esperienza: papà africano che educa al rispetto con fermezza ma a volte con metodi per lei discutibili (per esempio televisione per annullare i figli e non sentire i lamenti) e lei, mamma italiana, che predilige la sperimentazione e la negoziazione e viene accusata di permissivismo quando i figli non vengono tenuti per mano in strada o possono discutere una scelta che non condividono.
due modelli diversi, che non sono nemmeno sicura abbiano una componente culturale, ma che sicuramente sono più facilmente reperibili in ambiente rispettivamente africano ed europeo (fatte le dovute eccezioni).

ad ogni modo, questo racconto mi dà modo di approfondire un punto: i differenti modelli attuati dai genitori generano confusione nei bambini?
io credo di no, o meglio credo che una componente confusiva sia sopportabile a fronte di una notevole ricchezza - i figli che superano questa confusione imparano che il mondo si può vedere da prospettive differenti.

affrontare messaggi apparentemente contraddittori da parte delle due persone più autorevoli della loro vita apre la testa e permette l'ingresso di punti di vista diversi sulle stesse questioni, favorendo elasticità e soluzioni creative.
mi spiego meglio: anche io, al posto di questa mamma, avrei l'orticaria di fronte a certe cose, quindi la capisco e capisco che lei le combatta. 

e personalmente non credo che debba smettere, perchè se io perseguo un modello, non è riconoscendo che l'altro ha diritto di esistere che necesariamente cambierò il mio.
però l'altro ha davvero diritto di esistere
e soprattutto questo diritto può dare ai bambini strumenti utili per affrontare la vita. 
 
immagino che anche quel papà abbia l'orticaria di fronte a cose per lui impensabili.
 

ma al di là dei contenuto, il fatto in sè che ci siano due punti di vista e che entrambi abbiamo diritto di esistere, dal momento che vengono in alcune occasioni, arricchisce i ragazzi e apre loro la testa.
 
i genitori della mia generazione sono abbastanza tutti convinti che papà e mamma debbano sostenersi a vicenda e non debbano mai contraddirsi di fonte ai figli

ma perchè lo siamo?
forse è un modello educativo su cui non si è ancora ragionato abbastanza.
sicuramente i ragazzi affronteranno molte più situazioni contraddittorie nella loro vita che situazioni serenamente tracciate e riconoscibili.
forse è meglio prepararli.
con moderazione, ovviamente.
sostenersi a vicenda favorisce la chiarezza e la sicurezza.
contraddirsi qualche volta o su qualche punto, favorisce la creatività.

non sto proponendo un modello di genitori che si scannano di fronte a un bambino che vuole vedere un cartone, rubandosi il telecomando e accendendo e spegnendo la tv a seconda di chi prevale nel litigio, mandando ai pazzi il figlio.

non sto proponendo nulla, in effetti, se non la possibilità di sentirsi meno frustrati di fronte ad un genitore con cui non si ha il medesimo modello educativo: se l'obiettivo è comune ed entrambi i genitori desiderano educare al rispetto, all'ascolto, alla comprensione e accoglienza, credo che passare attraverso due differenti "si fa così" non sia dannoso per la crescita, anzi.

1 commento:

alberto sebastiani ha detto...

ciao Cri, il problema di non contraddirsi di fronte ai figli sta altrove, che un figlio impara presto a manipolare i genitori attraverso le loro discordie, farsi dare il permesso dall'uno quando l'altro non lo darebbe; facendo così i genitori vengono messi l'uno contro l'altro e il bambino é re.
Non sono io che lo dico, é l"abc" della psicologia indantile in famiglia.
ciao un bacio
a.