Leggo questa intervista su Il Fatto Quotidiano del 16 maggio 2015.
a commento, una conoscente si chiede: un senegalese ha diritto ad essere leghista?
sul punto ci terrei a fare un ragionamento.
il signor Talla Diop ha diritto ad essere tutto quello che vuole, su questo non discuto: la libertà presuppone anche questo tipo di possibilità di scelta, quindi sì, un senegalese ha diritto ad essere leghista.
io però ho diritto di pensare che la necessità di assimilazione, e il desiderio di conquistare un posto al sole e una fettina seppur misera di potere, portano davvero in brutti posti, e questo mi rattrista.
e ho diritto di pensare che se un uomo, ancorchè negro e immigrato, decide di essere razzista e dunque razzista verso sè stesso (nientemeno), sarebbe più onesto se si dichiarasse tale, invece di prendere in giro i suoi potenziali elettori dichiarando la buona fede del suo partito e dei suoi alleati.
leggendo l'intervista scopro che il sig. Diop si chiama Talla, ma si fa chiamare Paolo: ma perchè, santiddio? evidentemente per non spaventare il suo pubblico; un pubblico di deficienti che si ritrovano diffidenti di fronte ad un nome sconosciuto benchè sia oltrettutto facilissimo da pronunciare.
Talla...ma cusa l'è..? ma parla come mangi...
E lui ha deciso di mangiare in questo piatto, dunque, giustamente, ne adotta il linguaggio.
Sempre dall'intervista apprendo che Paolo è molto sollecito nel raccontarci che va addirittura a cena con Salvini, che gli piace tanto Casapound, che i suoi connazionali lo minacciano di morte: tutte cose che lo rendono famoso, vabbene, ma non spende nemmeno una parola nel raccontarci cosa desideri fare nel caso la sua candidatura lo porti ad un'elezione.
Il partito di Salvini è un partito che fonda il suo programma elettorale sul razzismo, sull'odio verso gli immigrati che vanno affondati, respinti, annegati, ammazzati e tante altre piacevolezze dichiarare dal segretario, dai suoi predecessori e dai loro accoliti.
Casapond è una formazione che si richiama al fascismo, non è solo di destra, e la filosofia fascista è razzista.
Se però il sig. Diop ritiene che il razzismo, inteso in senso filosofico, sia una tutela per gli immigrati, ha diritto di pensarlo: sarebbe solo carino che non lo negasse.
Vivaddio nessuno a Casapound dice di amare gli immigrati mentre manda i suoi scagnozzi a bruciarne le baracche o a pestarne qualcuno qua e là.
Credo che nemmeno Hitler si sia spinto a dire di amare gli ebrei e di lavorare per il loro bene, ma insomma il pensiero evolve, forse Talla Diop si ritiene un saggio ideologo portatore di concetti rivoluzionari.
Spero che il sig. Diop mi legga e mi risponda, sarei veramente curiosa di approfondire la discussione con lui: io lo ritengo il bizzarro e triste prodotto della nostra misera politica del tutto priva di principi morali e l'unica cosa che posso dire a sua discolpa è che se sente una così pressante necessità di sputarsi addosso pur di farsi accettare forse la colpa è anche di chi per decenni e decenni gli immigrati li ha sempre respinti e discriminati.
Forse però lui saprà spiegarmi un po' meglio cosa invece ritiene di star facendo e dove abbia infilato la sua dignità.
2 commenti:
Brava! Condivido la tua risposta alla domanda e il ragionamento. Non volevo spendere neanche una parola su Talla Diop che considero come un opportunista e un "arriviste". L'intervista e pieno di contro sensi, di contradizioni e sciocchezze. Vedo che l'imbecillità, il cretinismo e la malafede non conoscono le frontiere.
grazie Mour.
Recentemente mi è stato detto che si può attaccare questo signore solo relativamente alle sue idee politiche e non riguardo al colore della sua pelle: io non sono d'accordo, il colore della pelle, in politica, non è irrilevante - nel momento in cui un partito ne fa un simbolo di discriminazione, diventa rilevante e non è razzista (come mi è stato detto) criticare il sig. Diop perchè, in quanto nero, si unisce a un partito che discrimina i neri.
Ciò non toglie che la mia opposizione a lui (spero che nell'articolo si capisca) è principalmente sulle idee politiche, che non condivido.
Ho scritto al sig. Diop, in privato, segnalandogli l'articolo e invitandolo a rispondere: non mi ha risposto nemmeno in privato, ma ha usato le mie affermazioni per dichiararsi martire della causa degli immigrati sulla sua pagina. Ridicolo.
Sono sempre più contraria alla sua esposizione politica.
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