sabato 1 agosto 2015

l'ora dei semafori spenti

erano anni che non tornavo a casa all'ora dei semafori spenti.
le due e mezza,  poche macchine, la circonvallazione che si anima solo verso piazzale Loreto e poi torna vuota e quasi silenziosa.
due grosse moto possono concedersi il lusso di una gara tra un semaforo e l'altro.
mi sento felice,  appagata e molto indulgente con il mondo.
erano anni che non passavo una serata così.

E stamattina, pur corredata di malditesta d'ordinanza e con troppe poche ore di sonno sulle spalle, mi sono alzata leggera.
perché non lo faccio più spesso?
perché non avrebbe lo stesso sapore, decisamente no!

siamo andate al Mercato Metropolitano io e le mie amiche.
Quelle amiche con cui hai molti ricordi in comune, quelle con cui è sempre tutto facile anche se ormai si abita in paesi diversi. Quelle amiche che ce ne sono solo due, e basta.
cena, due chiacchiere e a nanna, era il programma.
anche se, per una volta, non avevo l'ansia da coprifuoco babysitter, comunque troppa stanchezza arretrata e troppa abitudine alla vita ritirata non mi facevano immaginare nulla di che.

Fritto di pesce decisamente superiore.
Birra artigianale da un furgoncino salentino - che però era friulana, ragazzi! che imprecisione!
tavolino defilato,  dietro le mescite.
e vai di cicere!

E poi, verso mezzanotte,  quando già le due mi prendevano teneramente in giro perché la mammina voleva andarsene a dormire, ecco infilarsi tra i furgoni e i tavoli una spettacolare YMCI.
Ed è stato amore assoluto, tra me la pista da ballo e quella ragazza che una volta a ballare ci andava tutti i sabati.
Le ho trascinate sulla pista,  tra una ventenne lolita e un trentenne un po' nerd che però sapeva tutte le mosse che manco ci fosse nato.
e si sono fatte le due e mezza.

e se adesso qualcuno pensa che uff ma che ci frega di una che una sera è andata a ballare revival su una pista improvvisata e con un dj ottantenne più adatto alla Romagna che alla milano dei navigli? 
se qualcuno lo pensa, provi a immaginare cosa vuol dire scoprire che erano quattro anni che non  ballavi,  e forse anche qualcosa di più. 
Per caso, per altre priorità,  perché la maternità ti porta altrove e se non hai chi ti tiene il pupo né tanti soldi per le baby sitter e se la separazione ti ha spezzato qualcosa e la quotidianità si è orientata più verso le serate al pc a lavorare o davanti alla tele a non pensare, il  ballo non ti manca nemmeno più.
E dopo un po' ti convinci che ormai quella ragazza è definitivamente invecchiata e che a 44 anni va anche bene così.

E invece eccola li, braccia in alto e un potente RESPECT in gola.
E' ancora la stessa.
E per una sera, una sera soltanto,  la mamma è morta. 
Viva la mamma!

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