lunedì 2 agosto 2010

di bugie, bugiardi e altri demoni #1



una bugia è una bugia e su questo non ci piove.
non ci piove che faccia male, non ci piove che intacchi la fiducia, che non sia accettabile né giustificabile.
ma cos’è esattamente una bugia?
il contrario della verità!
e cos’è esattamente la verità?

se la Verità fosse una sola, allora ogni azione compiuta in nome della Verità sarebbe giustificata, fosse anche una Crociata o una guerra per la democratizzazione del MedioOriente o per la colonizzazione sionista della Palestina.

ma la Verità è relativa.
e di conseguenza lo è anche la Bugia.

la comunicazione ha diversi canali, non tutti comprensibili ad orecchie abituate a suoni diversi, e, dunque, anche su questo non ci piove.
e le convinzioni, più delle bugie, sono pericolose nemiche della verità (questa l’ho rubata a Nietzsche, ma poteva anche essere mia).

eppure sembra sia inconcepibile discutere di questi due argomenti, bugie e comunicazione, strettamente correlati, nello stesso contesto, criminale associarli, buonista non schierarsi dalla parte di quelli che condannano la bugia senza appello.
soprattutto se si tratta si persone provenienti da culture diverse che hanno tra loro una relazione d’amore.

commentando l link di un’amica, pubblicato su Facebook, nel quale si citava il Profeta Mouhammad, pace su di Lui, che ha detto:“Tre tipi di persone, quand’anche preghino e digiunino, sono ipocriti: coloro che mentono, coloro che non tengono fede alle promesse e coloro che tradiscono la fiducia di chi ha lasciato qualcosa in deposito presso di loro", ho colto un aspetto che mi sta molto a cuore, argomento delicato e doloroso per la quasi totalità delle coppie miste italo-senegalesi con cui negli anni ho avuto a che fare.

nel paese della bugia, la verità è una malattia recita invece Gianno Rodari che non potrei mettere a fianco del Profeta, ma che ha indubbiamente reso interessanti molte delle mie giornate da bambina.

i senegalesi sono tutti bugiardi.
le (donne)toubab sono tutte bugiarde.
questo è l’assunto di base, questo è l’argomento che intendo discutere.
ma se fossero i non-senegalesi ad aver sbagliato paese?
o se fossero le non-toubab a trovarsi al posto sbagliato?

il concetto di bugia non solo è (psicologica)mente parlando legato a diverse fasi della vita ed anzi, in determinati momenti dello sviluppo dei bambini dire bugie serve a proteggere e far emergere l’immagine di sé e la propria individualità indipendente (vedi per es. psyco.com), ma è anche un dato che (cultural)mente parlando distingue un pensiero sociale da un altro.


nel nostro caso, oltrettutto, sono convinta che il concetto di bugia sia legato anche ad un altro aspetto, quello della comunicazione: ciò che viene detto (e ciò che viene omesso) e soprattutto come viene detto.

fu in quel periodo che Arkady sentì parlare del dedalo di sentiri invisibili che coprono tutta l’Australia e che gli europei chiamano Vie dei Canti e gli aborigeni Vie della Legge.
i miti aborigeni sulla creazione narrano di leggendarie creature totemiche che nel Tempo del Sogno avevano percorso in lungo e in largo il continente cantando il nome di ogni cosa in cui si imbattevano, uccelli, animali, piante, rocce, pozzo, e con il loro canto avevano fatto esistere il mondo.”
il mondo esiste nel momento in cui viene cantato.
dice Bruce Chatwin ne “Le Vie dei Canti” (ed. Adelphi)

anche in Senegal il mondo la realtà spesso esiste proprio nel momento in cui viene detta: dire equivale a rendere reale e di conseguenza anche attaccabile dai jinne o dalla cattiveria degli altri uomini che dicendo male attirano il Male.
dire equivale a far scendere un fatto nel mondo degli uomini, che è fragile.
quindi meglio non dire, o, a volte, meglio dire una cosa che è vera a metà, che è vera solo in parte, che è vera solo se.
a volte, ciò che è detto è qualcosa che fa del male, che ferisce, che fa vergognare l’altro, allora non bisogna dirla, a meno che non sia strettamente necessario, in una forma di protezione di sé e dell’altro.

in Europa o almeno nel contesto comunemente definito occidentale e culturalmente caratterizzato dall’Illuminismo, dove tutto è spiegabile, dimostrabile, dicibile, la bugia è quello che nasconde e che inganna.
in più abbiamo anche quel tanto di cattolicesimo che condanna persino il pensiero (della bugia) prima ancora dell’atto.
la parola bugia è anche sinonimo di candela, le candele fatte di cera d’api provenienti dalla città algerina di Béjaïa, e una candela illumina e al contempo crea ombre.
a noi le ombre fanno paura, ciò che viene nascosto o può venire nascosto inquieta perchè toglie quel potere che la chiarezza, la luce e soprattutto la conoscenza, hanno.
le bugie ci fanno una paura tremenda: questo non significa che non ne diciamo, ma socialmente le combattiamo, comunque e quantunque, con precetti morali e moralistici feroci.

la parola come fonte di vita, la parola come possibile pericolo, la parola come unico mezzo per la luce.
tre contesti, tre modi differenti di concepire un atto così fondamentale come quello del parlare.
e vogliamo che il concetto di bugia sia invece univoco?

senza nulla voler togliere alla menzogna di chi ti giura su Allah, sulla mamma e su tutti i santi che questa donna è mia sorella quando il mondo creato è a conoscenza del fatto che è un’amante se non addirittura una moglie, che è e resta una menzogna (tanto per citare un problema così terribilmente passato di bocca in bocca, che non sappiamo neppure più dire se è vero o se è solo leggenda metropolitana paragonabile, per terrore sociale, a quella della babajaga); e senza nulla voler togliere a come ognuno di noi reagisce di fronte a una bugia, indipendentemente dall’origine socioculturale della persona che pronuncia questa bugia, credo sia semplicemente interessante poter distinguere tra contesti e allargare l’orizzonte della discussione.

sono tre settimane che aspetti che il tuo fidanzato torni dal Senegal dove è andato in vacanza a trovare mamma a sorelle, ma poi lui ti chiama e ti dice ho spostato il volo, devo finire delle cose, e dopo qualche giorno ancora, e dopo qualche giorno ancora e le tre settimane diventanto tre mesi ma lui ti ha giurato su Serigne Touba che ti ama e che gli manchi e che ciò che lo trattiene sono solo incombenze e tu ti chiedi perchè non poteva dirti prima una cosa precisa, perchè continuare a spostare non è che non torna più non è che magari c’ha sette amanti nel letto che gli fanno la danza dei sette veli non è che non ti ama più??
che ci piaccia o no, è spesso buona la prima, probabilmente lui ama lei come un matto, ma ha delle cose da fare e se lei non conosce il Senegal e i suoi ritmi dementi, non può capire che un documento che a Milano ti danno in un’ora al massimo, in Senegal magari arriva dopo tre giorni in cui ti piazzi fuori dall’uffici e aspetti, aspetti, aspetti e poi manca un timbro e poi il funzionario è in ferie e poi è andato a fare una commissione e poi per favore fratello torna domani...
...e il fratello non solo diventa scemo per la noia e l’attesa, ma quando telefona alla fidanzata in Italia sperando in una amorevole distrazione sente pure urla e digrignar di denti...
chi non ci è passato alzi la mano.

si dice spesso che una relazione mista, o che, più in generale, la mixitè della nuova società globalizzata, arricchisce.
ma non è forse anche questa una bugia?
se tutto quello che ci arricchisce sono le musiche degli altri, le loro stoffe colorate, i loro piatti e profumi esotici, allora tanto valeva continuare a fare dello spicciolo colonialismo all’inglese, che tanto ha preso dai luoghi esotici che ha colonizzato da non avere nemmeno più una cucina nazionale, senza però aver mai modificato di una virgola il suo nocciolo very english-very snobbish profondamente classista.

una bugia è una bugia?
una bugia va contestualizzata, letta, guardata, prima di essere definita bugia e soprattutto prima di definire e classificare una persona come bugiarda.
il Profeta, pace su di Lui, ha detto una cosa sacrosanta, ma si riferiva a un solo aspetto, del vasto mondo comunemente e differentemente definito “bugia”.
credo che a questo punto sia necessario un esempio, ne porto uno che mi riguarda, e che tocca un po’ tutti i punti citati.

qualche tempo fa ebbi un brutto litigio con mio marito: era un periodo di crisi, niente di grave, una sorta di scosse di assestamento che ogni relazione attraversa, ma particolarmente prolungata e logorante per i nervi di entrambi, già stessati da altre faccende personali.
in occasione di un suo viaggio in Senegal gli dissi: questa volta penso che sia un bene che tu stia partendo, forse stare lontani qualche settimana può farci bene.
e lui sentì: vattene da casa mia, ti butto fuori.
naturalmente si è aperto il cielo e ci è crollato con fragore sulla testa.
quanti e quali fantasmi hanno agito nella testa di mio marito dicendogli che sua moglie lo stava violentemente e inconcepibilmente buttando fuori di casa?
ci abbiamo messo quasi un mese e mezzo di buona volontà a chiarire questo punto e a stabilire la Verità: stavo commentando un po’ amaramente, ma con sforzo di lucidità la nostra situazione, cercando di vedere una possibile svolta positiva in un fatto solitamente doloroso come la lontanaza, non lo stavo buttando fuori di casa.
ma nella sua testa c’erano tutte le sue paure personali, una serie di pregiudizi culturali che vedono le toubab use a utilizzare i mariti senegalesi come giocattoli di cui disfarsi violentemente al primo litigio, e l’incapacità strutturale, in quel momento, di ascoltare un’analisi del nostro rapporto, perchè il dire la crisi equivaleva a renderla reale e quindi irreparabile.
per molte settimane io sono stata una bugiarda, che prima lo butta fuori di casa e poi cerca di ritrattare.
senza riparlamente, sentivo questo pesante giudizio sulla mia testa, bugiarda, bugiarda, bugiarda.
poi una sera, per caso, siamo tornati sul punto e probabilmente entrambi disponibili ad ascoltarci, ci siamo finalmente capiti e abbiamo capito cosa stava nel cuore dell’altro.

per tornare al post: a volte, una bugia ha origine solo nella testa di chi ascolta e non nella testa e dunque nell’intenzione (la quale, mi dicono, viene dal cuore) di chi la pronuncia, così come avviene di tante affermazioni dette con un sincero significato e ascoltate sinceramente con un altro significato.
a volte una bugia è detta per non ferire, a volte per non rendere reale un pericolo, a volte per incapacità a comprendere il contesto.
a volte per cattiveria pura e semplice, per manipolare, per sottrarre, per invidia.
a volte per prendere tempo, a volte per tenere lontano un dolore più grande, a volte per aiutarsi a sentirsi più forti, a volte per crearsi un’identità migliore.
a volte...

quello che invece è certo è che avvicinarsi a una persona aspettandosi che dica bugie, perchè questo si suppone sia quello quello che facciano tutti gli uomini e le donne cresciuti nella sua cultura, nel suo paese (che nel caso del Senegal raccoglie ben più di una cultura, da quella wolof a quella peul, diola, islamica, cristiana, animista, filofrancese, libanese...e nel caso dell’Italia non ne parliamo e nel caso dell’Africa intera..mamma mia!) non solo ha una sapore vagamente (vagamente...) razzista, ma equivale anche a mettersi due belle fette di sapone sugli occhi impedendo sopratutto e prima di tutto a sé stessi di capire cosa, effettivamente, l’altro sta comunicando e come, impedendosi di imparare qualcosa di più, nel bene o nel male, della persona che si ha accanto.

è vigliacco liquidare ogni aspetto spinoso di una relazione mista buttandolo addosso all’altro, che si rende colpevole senza appello dei peggiori inganni.


chiudo con una citazione, divertente ed esasperante (come esasperante è stato tutto questo scritto), che non fa altro che aggiungere confusione al già confuso mondo delle bugie, spero ve lo godiate come è stato per me: DIVAGAZIONI SULLA MENZOGNA

24 commenti:

rosamaria vitale ha detto...

Cara Cristina, come sai mi ritengo tua amica e ti stimo,ma sono in disaccordo con te.
Mi sembra che il tuo lunga nota sia solo un modo per giustificare con degli accenti culturali quello che resta comunque un inganno, una manipolazione di una persona sull'altra. La bugia, l'imbroglio pianificato, non hanno colore, ma c...erto sono più frequenti nelle coppie miste, e non è quasi mai l'italiano/a a mentire.

cristina sebastiani ha detto...

ho solo proposto un punto di vista.
non giustifico le bugie, sostengo che alcune cose NON SONO BUGIE.
altre sì.
ma volevo discutere delle prima, non delle seconde, ormai sviscerate lungamente.
un punto di vista differente, per una volta.
...non pretendo di essere compresa, è un argomento complesso, mi sarebbe piaciuto discuterne almeno, sono contenta di essere letta e ti ringrazio sia della stima che della fatica di essere arrivata in fondo al mio scritto :-))

rosamaria vitale ha detto...

Come sai anch'io mi dibatto spesso in questi pensieri ed è vero che ogni azione, vista da angolature diverse, può sembrare diversa, sopratutto quando non si è lì di persona, ma a volte purtroppo non ci si riesce perchè non si ha modo di con...oscere veramente la realtà dell'altro e neanche ce lo permettono.Io non ho più voglia di giustificare, capire, voglio una persona onesta e sincera, di cui fidarmi, e che capisca me.
Ciao e buona giornata.

cristina sebastiani ha detto...

eheh :-) qui non si tratta di giustificare nè di fare sforzi per capire.
e nemmeno si tratta di azioni che "possono sembrare diverse".
si tratta di azioni e pensieri che SONO altro rispetto a quello che immaginiamo noi e dunque si tratta di c...onoscerli, così da poter RIconoscere l'onestà e la sincerità dell'altro.
ovviamente il processo deve essere nei due sensi, ma questo lo davo per scontato anche perchè se ci fai caso io parlo di me, di una cosa detta da me e interpretata da mio marito, quindi certo, ci viole assolutamente anche "qualcuno che capisca me".

buona giornata anche a te, spero di non averti irritata troppo :-)

sara tremolada ha detto...

dire equivale a far scendere un fatto nel mondo degli uomini, che è fragile.
quindi meglio non dire, o, a volte, meglio dire una cosa che è vera a metà, che è vera solo in parte, che è vera solo se.

Avresti dovuto scriverlo qualche anno fa!! ...:-) mi sarebbe stato molto utile. ♥ sarebbero andate diversamente molte cose... Scusa l'ho buttata sul personale, ma queste tue parole sono come un pizzico di sale su una ferita che nella mia anima non si rimarginerà mai.
Tvb

cristina sebastiani ha detto...

in realtà speravo che questo servisse a rimarginare qualche ferita...
ne abbiamo tutti, ma io credo molto nel potere della comprensione reciproca...forse idealizzo :-))
grazie del tuo commento sara, sono contenta che tu abbia letto però mi dispiace di aver riaperto vecchie questioni, spero non sia troppo grave ♥

cristina sebastiani ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
sara tremolada ha detto...

Sai Cri, le cosidette bugie da senegalese sono già dimenticate. Il male che mi hanno fatto l'ho rimosso quasi subito e non xche' non fossero ferite profonde...
Io invece mi riferivo al male che IO ho fatto alla famiglia di mio marito, proprio xche' nessuno mi aveva spiegato che a volte certe cose si possono fare ma non DIRE. Ipocrisia? Bugia? Non lo so. Ma se avessi seguito questa regola la mia vita sarebbe stata molto diversa. Cristina ha ragione, non si può generalizzare così come non si può parlare di bugie così come le intendiamo noi, così come ci fanno imparate da piccoli :-)

cristina sebastiani ha detto...

:-))

stefania ragusa ha detto...

‎"Esistono tre verità: la mia verità, la tua verità e... la Verità" (Tierno Bokar, il saggio di Bandiagara). Cara Cri, leggerti è illuminante, e non è un modo di dire. Il passaggio in cui parli del potere reificante che i senegalesi attribu...iscono alla parola è stato illuminante, almeno per me. Buona giornata stella!

cristina sebastiani ha detto...

ste, ricambio solo (e in minima parte) tutte le volte che tu hai scritto qualcosa che ha illuminato me ;-)

Unknown ha detto...

Cara cri, concordo solo in parte :-)
Credo che la differenza tra bugie ed omissioni sia fondamentale. Credo anche che si possano forse "sdoganare" certe bugie, ma non credo sia produttivo relativizzare completamente il concetto. una deliberata bugia, che ha onseguenze pesanti su chi la subisce, e condannabile e sbagliata ovunque, credo. Anche lre bugie a fin di bene creano un pericoloso sbilanciamento tutto da una parte, quella di chi si autorizza di decidere per l'altro.
detto questo, anche la britale verita, come la concepiamo noi in occidente, crea non pochi problemi e molto spesso nasconde altrettanto egoismo di una pietosa bugia. In medio stat virtus, ma queta e'una banalita, e la chiudo qua.

cristina sebastiani ha detto...

io non ho relativizzato COMPLETAMENTE, ma solo in parte, probabilmente quella parte che ti trova d'accordo.

per il resto sono io ad essere d'accordo con te, su deliberate bugie, bugie a fin di bene, bugie a fin di male e chi più ne ha più ne metta.

monica ha detto...

@Cristina: ho letto con interesse il pezzo, e mi è sembrato molto degno di nota il passaggio secondo cui "...dire equivale a rendere reale e di conseguenza anche attaccabile dai jinne o dalla cattiveria degli altri uomini che dicendo male ...attirano il Male."
Questo davvero era verissimo nel modo di ragionare del mio ex mio marito, che ha un po' la fissa di questa "sutura".
Però - scusami, non voglio essere polemica, spero tu mi conosca almeno un pochino per sapere che io certo sempre di capire (e vengo spesso tacciata di voler cercare sempre giustificazioni per tutti, quando invece io cerco solo di comprendere) l'esempio tuo personale mi sembra poco pertinente, perché lo vedo più riferito a differenti modi di interpretazione dovuto a culture diverse, piuttosto che a bugie vere e proprie.
Mi trovo però d'accordo anche con delle cose scritte da Chameli, e non lo vedo come un discorso altro rispetto a quanto hai scritto tu: penso che certi "pregiudizi" non possano sempre essere identificati come tali, perché si basano su esperienze proprie ed altrui (esperienze reali e non leggende metropolitane, a cui io per prima non vorrei dare credito). Con il mio ex marito ho sempre avuto un po' paura che nei suoi viaggi in Senegal potesse trovare/rivedere qualche moglie, ma sinceramente mi sono sempre fidata a sufficienza di lui per cui ho avuto mille altri problemi e pensieri, ma non questo sospetto. Però col mio ex precedente, anche lui senegalese, ho dovuto subire la bugia di un paio di mogli nascoste, e a posteriori, quando ci siamo parlati dopo che l'ho lasciato, abbiamo chiarito almeno un pochino le rispettive posizioni. Io ho sofferto molto per essere stata ingannata così, lui sostiene tuttora che io avrei dovuto essere più matura, capire che non mi ha detto nulla per paura di perdermi...e col senno di poi dice che non mentirebbe più, ma chissà. Comunque io posso capire anche il punto di vista altrui e non voglio dire che le sue sofferenze e paure e pregiudizi siano inferiori alle mie, però esiste anche una verità oggettiva, spesso, nel caso specifico il mio ex una moglie l'aveva ed un'altra l'ha presa finché stava con me. Questa è menzogna e non credo abbia giustificazioni perché crea uno squilibrio e non consente all'altro di decidere in modo paritario cosa fare della relazione. Questo per dire (scusa se sono prolissa, ma vorrei sempre chiarire quello che intendo) che d'accordo, è sbagliato avere pregiudizi sui bugiardi, ma è sbagliato anche essere comprensivi di default, come se fosse una colpa avere delle ferite e non volerle riaprire reiterando comportamenti che le possono perpetuare.

cristina sebastiani ha detto...

@chameli e monica
fatico un po' a rispondervi, perchè mi pare l'eterno rimpallo tra chi accusa e chi difende e se voi accusate mi costringete a difendere non più me stessa e le mie affermazioni, bensì tutta una categoria, cosa che non inten...do fare esattamente come non intendo accusarla.
naturalmente non volevo offendere nessuno nè avere toni da maestrina, però certamente certe affermazioni mi irritano e parto in quarta anche io, ma ora mi pare inutile ripetere le stesse affermazioni.

questa storia delle mogli nascoste è certamente vera, ma per molti è anche assolutamente falsa e ve lo dice una che ha avuto un ex che si è sposato in itinere (ma per fortuna senza bugie): nuovamente senza voler giustificare nessuno, la questione mogli coinvolge molto più di una semplice discussione sulle bugie e non mi pare questa la sede.
ho accennato alla faccenda della sorella/moglie per provocare ed effettivamente ho raggiunto il mio scopo dato che praticamente tutte non avete letto quasi altro, almeno di primo acchito.
se qualcuna se la sentisse di scrivere qualcosa in proposito per il blog ne sarei davvero felice oltre che onorata, lo dico molto seriamente, perchè io non me la sento ma mi piacerebbe leggere un'analisi seria della società poligamica e della relazione con l'occidente monogamico soprattutto nella quotidianità di una relazione mista.
è un invito serio e spero che qualcuna lo raccolga.

quanto al mio esempio personale, monica, è attinente eccome: è esattamente l'argomento, quel fraintendimento che coinvolge differenze culturali (io ho detto qualcosa che lui non avrebbe detto), pregiudizi (la toubab che lo butta fuori di casa) e complica la comunicazione già difficile durante un litigio.
gli esempi di questo tipo sono tanti, momenti in cui un senegalese dovrebbe dire delle cose (e non lo fa) e altri in cui noi dovremmo tacere (e non lo facciamo), accusandoci a vicenda di mentire, o di aggredire, o di avere scopi occulti.

l'arrgomento era questo, non la poligamia, nè le costrizioni sociali, nè la debolezza, nè i tradimenti, nè le menzogne recuperabili sotto tutti i cieli e in moltissime relazioni sia etero che omo: al mondo, alzi la mano chi non ci ha mai avuto a che fare ;-)) :-D

cristina sebastiani ha detto...

il parere di moussa mi interessa quanto mi interessa il tuo e quello di monica e quello di chiunque altro: sono pareri importanti e arricchiscono la discussione.
non credo che qualcuno di noi avrà mai il monopolio della verità, o che "ne usc...iremo", chiunque noi siamo: credo che se ognuno di noi porterà a casa qualcosa saremo tutti molto fortunati e io sicuramente sono per ora molto soddisfatta della discussione.
quindi, se moussa vuole intervenire mi farà felice, certamente ci manca la voce di un uomo a portare qualche elemento in più.

cristina sebastiani ha detto...

aggiungo che, però, io non "reagisco" semplicemente: io veramente cerco di dire, di affermare qualcosa in cui credo, che non è solo pancia e amore per una cultura e un paese o per una lotta, ma è anche esperienza e studio e confronto con uomini e donne e vita personale - insomma, è anche testa, come per te.

cristina sebastiani ha detto...

non ho mai detto che i senegalesi non sanno quando mentono! non sono mica dei deficienti!

scusami, ma io davvero non riesco a discutere usando la categoria "i senegalesi"...un mio limite, lo ammetto, una mia rigidità, ma faccio davvero fatic...a quindi porto davvero pochi contributi, spero che da qui in poi qualcun altro voglia farlo per me.

per il resto, per quanto credo che gli argomenti che tocca siano molti e tutti molto complessi e che sia un po' poco liquidarli così, sono del tutto d'accordo con moussa(e con te).

natalia anzalone ha detto...

Lo leggerò presto. A differenza degli africani a me il tempo non basta mai per fare tutto ciò che mi piace...

cristina sebastiani ha detto...

@natalia, mi sa che agli africani il tempo manca ancor di più, dovendo sempre aspettare che qualcosa d'altro prima avvenga, accada, si manifesti, si palesi, si renda efficace ma sempre in relazione, a sua volta a qualcosa d'altro che tarda...:-D
prima... o poi apriremo un bella discussione sul tempo africano, che ne dici?
intanto grazie, quando vorrai leggerlo sarà lì ad aspettarti.

cristina sebastiani ha detto...

non sono preoccupata, solo un po' frustrata di discutere di qualcosa che non c'entra con l'argomento del mio scritto, che io però trovo altrettanto reale di quanto proponi tu, ma che non riesco a farti comprendere.
ti ringrazio comunque, nes...suna parola andrà sprecata per quanto mi riguarda e magari un giorno torneremo su questo argomento e lo centreremo meglio.

babacar ndoye ha detto...

arrivo con un grande ritardo per mancanza di corrente in senegal, chameli credo che tuo marito ti ha datto " le politiquement correct" ma ha dimenticato da dirti " fèen bouy dèfar mo gueun deug bouy yakh" cioè è meglio una bugia che ripara ...a una verita che distrugge ecco cio che pensa il saggio senegalese

non credo chameli che moussa ti prende per una scorciatoia !!!

per riprendere l argomento, in senegal abbiamo l abitudine di non dire tutto per motivi di credenze" sou nieup xamè fou djeum do ègg! si tutti sanno dove vuoi andare non arriverà". non cerco di guistificare la bugia o dargli delle circostanze attenuanti ma guisto rimettere il senegalese nella sua cornice culturale il quale non è (, perchè essendo suo donatore di senso)
non mi stenderà sulle moglie nascoste, le false cugine, sulla poligamia perchè è un debattito che non finisce mai

alberto sebastiani ha detto...

io ho qualcosa da aggiungere.
La verità é una.
questo é quello che possiamo dire in base a ciò che possiamo sperimentare del mondo, a meno di immaginare che il mondo che esiste sia una creazione della nostra psiche.
Vuoi pensare così? Una volt......a si chiamava solipsismo.
Per tutti quelli che non vogliono pensare così, andiano avanti.
La verità é una.
Questo é il motivo per il quale non si può giustificare di agire in nome della verità (né i fondamentalisti né i razionalisti e neanche i buonisti), nessuno può umanamente arrogarsene il diritto perché della verità ognuno ha soltanto la propria immagine, perché se la verità in sé é assoluta, ognuno di noi é relativo.
ciao

cristina sebastiani ha detto...

wow! marito e fratello all'attacco!
siete densi però, ragazzi, mi ci vuole un po' a rispondervi e ora non ho tempo.
però grazie, apprezzo molto (nella mia intensa relatività ;-)).