Nel paesino di Assola, diviso a metà dal confine italo-francese, vivono il contrabbandiere Giuseppe La Paglia (Totò) e il doganiere francese Ferdinand Pastorelli (Fernandel). Giuseppe scopre che Ferdinand è nato da madre italiana e padre ignoto nella cucina del ristorante che è sita nella parte italiana dell'albergo, per cui, seppur registrato al ministero francese, il doganiere, in realtà è italiano e non ha diritto a esercitare la professione. Da una successiva verifica presso il comune di Assola, Ferdinand scopre che chi ne registrò la nascita anni fa, Gaspar Donnadiè, proprietario dell'albergo delle due frontiere, sbagliò a registrarlo lì, mentre doveva farlo al municipio italiano. Lo stesso Donaddiè rivela a Ferdinand che andò al municipio francese perché quel giorno pioveva ed era più vicino rispetto a quello italiano. Rischiando di perdere il lavoro, Ferdinand chiede aiuto, proprio a Giuseppe che lo accompagna a Cuneo per richiedere la carta d'identità italiana per poi successivamente chiedere la cittadinanza francese, ma secondo un onorevole amico del suocero, l'essere divenuto cittadino italiano a tutti gli effetti gli impedirà di ottenere la cittadinanza francese e inoltre il matrimonio non sarà più valido e suo figlio dichiarato di padre ignoto. Come se non bastasse Ferdinand viene posto in stato di fermo dai carabinieri assieme alla prima moglie Antoniette, ora moglie di Giuseppe, perché per la legge italiana, che non prevede il divorzio, sono ancora sposati e Antoniette è pertanto bigama; chiarita la situazione Antoinette viene rilasciata mentre Ferdinand trattenuto perché avendo fatto la guerra per i francesi e non per gli italiani risulta un disertore; tornato in camera di sicurezza vi trova Giuseppe che si è fatto arrestare per non lasciare la moglie da sola con l'ex marito. Ferdinand punto nell'orgoglio, nel sentirsi chiamare disertore, tenta il suicidio, ma viene convinto a desistere da Giuseppe e liberato dal maresciallo dei carabinieri che riesaminando la pratica, ha scoperto che Ferdinand non è più un disertore, ma ha solo perso ogni diritto ad essere cittadino italiano. Ricondotto al confine per essere rimandato in Francia, perché non italiano, viene però bloccato dal capo della gendarmeria che senza documenti non può farlo rientrare in Francia, Ferdinand si trova così ad essere diventato un senza patria, stanco di tutta questa vicenda fugge sulle montagne armato del suo fucile da tiratore scelto e medita la sua vendetta contro tutti, avvisando Giuseppe con una lettera che se non gli porterà dei viveri inserirà pure lui nella lista dei colpevoli. Giuseppe decide di assecondare Ferdinand e chiede i viveri a Donaddiè, ma scopre sull'etichetta di alcune vecchie bottiglie di vino che la frontiera anni prima tagliava in due l'albergo in modo diverso, la cucina era in Francia e non Italia quindi Ferdinand è cittadino francese; Donaddiè confessa di aver spostato il confine dai bagni alla cucina, per attirare i clienti; chiarito l'equivoco Giuseppe, i carabinieri e la gendarmerie si recano sulle montagne a comunicare la notizia a Ferdinand che però vedendo Giuseppe insieme al maresciallo dei carabinieri e il capo della gendamerie crede che l'amico l'abbia tradito e gli spara, fortunatamente il colpo centra la bottiglia di vino che Giuseppe aveva addosso e non lo ferisce. Finalmente Ferdinand viene informato della verità e può tornare al suo lavoro di doganiere e ai soliti tran tran con Giuseppe che cerca di evaderne il controllo.
La "Legge è Legge" è un film del 1958 diretto di Christian Jaque
Un film sull'assurdità dei confini, sulla follia della burocrazia che invece di dare ai cittadini una rassicurante guida a sostegno della realizzazione delle loro inclinazioni, nè è il tiranno assoluto, padrone delle menti, delle azioni e in definitiva dei pensieri e dei sentimenti.
Nessun commento:
Posta un commento