sabato 24 dicembre 2011

la curiosità ti avrebbe salvato

E' il 18 dicembre, giornata globale contro il razzismo e ricorrenza per la morte di Mor e Modou, uccisi a Firenze in un mercato, dagli spari di un coglione neonazista.
L'argomento è più che serio, l'atmosfera in piazza a Milano è a tratti gioiosa, più soesso rabbiosa e addolorata: partiamo in tanti da piazzale Loreto e diventiamo sempre di più passando per via Andrea Doria, piazza Caiazzo, via Settembrini.
 Luoghi storici della presenza immigrata a Milano, isolati che fiancheggiano la Stazione Centrale e ospitano i negozi delle paccottiglie pakistane e cinesi, le macellerie islamiche, i minimarket indiani o bangladeshi.




E' la prima manifestazione di Momo che ha tre mesi e se ne sta, infagottato nel tutone blu, comodamente seduto nella fascia sul fianco della mamma.
E' facile farsi tutta la manifestazione così! e lui un po' si guarda intorno con quel suo musetto incuriosito che tira fuori quando usciamo, e un po' si arriciola su se stesso e si addormenta beato.
Io chiacchiero con amici che non vedo da tanto tempo, da quando la gravidanza mi ha messa a riposo, da quando l'antirazzismo a Milano ha un po' richiuso le ali in attesa di tempi migliori.
I bambini sono pochi, qualcuno in passeggino, un paio nel marsupio: noi siamo, a vista d'occhio, gli unici con la fascia.
Passando su un marciapiede salta fuori, all'improvviso un negoziante italiano, facendo gesti nella nostra direzione.
Rendendomi conto che parla con me lo guardo rapidamente e mi accorgo che ride come una matto, è giovane, avrà meno di quarant'anni, vestito grigio, capelli radi: ma come lo porti tuo figlio??! ma sei matta?? mi dice.
Non ho la prontezza di rispondere, giro lo sguardo senza rallentare, lo scanso, lo supero e continuo a camminare e a chiacchierare con Olga che intanto allunga il collo per vedere se là davanti non c'è magari un po' di maretta tra manifestanti e polizia.
Ma no, è tutto tranquillo e si arriva in piazzale Duca d'Aosta.
La bocca ridanciana e volgare del mio interlocutore mi è rimasta davanti gli occhi, non riesco a mandarla via.
Il mio primo pensiero è istintivo: perchè questo cretino mi dà del tu??
Il secondo, illuminandomi: mi ha scambiato per una straniera!!
E lo scambio, evidentemente, non dipende nè dalla manifestazione a cui partecipo di cui dubito quell'omino sapesse qualcosa, nè dal colore della mia pelle, ma da come porto mio figlio (clicca per vedere il link sul portare)
La fascia!
Perchè un'italiana dovrebbe snobbare il tecnologico marsupio tutto gancetti in favore di fasce colorate di cotone spesso? se lo fai se un'incivile, una poveretta che non conosce i vantaggi della cività, una "straniera".
E alle straniere si dà del tu, considerandole bambine in via di (forse) crescita.
E ci si permette di dir loro sei matta, ma nemmeno con tua sorella lo faresti.

La manifestazione, in tono minore rispetto a quella analoga svoltasi lo stesso pomeriggio a Firenze, è stata un successo.
L'antirazzismo è uscito dal guscio, ha dimostrato di sapersi opporre a vecchi e nuovi fascismi.
Ha dimostrato di sapersi disperare e di saper rispondere alla morte di due ragazzi innocenti, caduti in una guerra che ci accomuna se vogliamo rendere dignità alla parola "Uomo".
E' un buon modo di chiudere l'anno.

Mi resta l'amaro in bocca dell'incontro sapido con l'ometto grigio di via Settembrini: è difficile spiegare cosa significa venire derise in mezzo alla strada non per qualcosa che sei ma per qualcosa che si pensa tu sia - non mi ha ferita, non sa nulla di me quel verme, non ha scalfito nulla di me.
Ma mi ha addolorata, per le altre, quelle che extracomunitarie lo sono davvero e non vengono considerate come portatrici di un extra, ma solo minorenni e minorate, delle poverette.
Ha ferito la mia visione del mondo.
Quella sua bocca larga ha vomitato più di una risata volgare, ha sputacchiato la fragilità di una società impaurita da quell'extra che ci riempie, ha cercato di deridere dimostrando solo la sua piccolezza.

Che l'anno che viene porti con sè lo sforzo collettivo di una società che desidera dimostrarsi grande e dignitosa: basta rotolarsi nel fango dell'insulto razzista, della chiusura e della meschinità!
Se quell'uomo mi avesse guardata con curiosità si sarebbe salvato.

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