lunedì 17 dicembre 2012

la via più veloce per scendere è buttarsi

wacc danu mo si gïn gaaw
la via più veloce per scendere è buttarsi

come dire: semplifica
che detto da una delle culture più complicate che ci siano, è tutto dire.

mio marito me lo dice quando sto "parlando troppo" (uno dei più gravi crimini commessi dalle donne, toubab o meno)
non c'è bisogno di tante parole, di tanti giri, di tanti passaggi
vai dritta al punto

bè se non fosse mai capitato di sentirmi dire una cosa per un altra al solo scopo di farmi stare buona (cosa che non manca di mandarmi in bestia)
se non mi fosse mai successo di rimanere bloccata in un negozio di elettrodomestici a Dakar per quattro ore e passa, in attesa che il commesso andasse a prendere la pila che aveva assicurato di avere dietro il bancone, ma che era andato a cercare in tutto il quartiere, per tornare poi con la lampada (almeno quella) che gli avevo affidato, tutt'ora scarica.
se non avessi mai immaginato, come se ci fossi stata, di sentire i griot cantare il nome di mia suocera, al ritorno dall'Hajj, chiamandola con così tanti aggettivi da far girare la testa
se così non fosse, potrei farmi affascinare, e molto! da questa confortante semplicità

non essendo così, ho potuto farmi una gran bella risata, l'altro giorno, in macchina
e B con me
oggi la condivido con voi



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