mercoledì 5 novembre 2014

ebola

A Milano un ghanese ha scatenato il panico in un ambulatorio pubblico, durante una crisi respiratoria.
In una scuola di Roma un ragazzino nigeriano si è sentito male e nessuno ha voluto avvicinarsi a lui fino all'arrivo della squadra anti-contagio. Ovviamente nè il nigeriano nè il ghanese avevano l'ebola.
In un aeroporto di Madrid un uomo si è sentito male, era nero. Per paura del contagio nessuno si è avvicinato a lui per moltissimo tempo, causandone a morte. Per infarto.
Ancora a Roma un ragazzo somalo ha avuto un malore negli affollatissimi locali dell'ufficio Immigrazione della Questura, ancora una volta nessuno lo ha voluto soccorrere per venti lunghi minuti.
Madre e figlia turche, con intossicazione alimentare, hanno causato l'atterraggio a Fiumicino di un volo diretto a Pisa, e l'immediata attivazione delle misure di emergenza.
Una bambina nera è stata respinta dalle proteste dei genitori della sua scuola materna, dopo un'influenza.
Una bimba afroitaliana è stata guardata con sospetto al pronto soccorso dove si è presentata per una malattia esantematica e la sua famiglia trattata duramente, con l'aggressività scatenata dalla paura e dall'ottusità. Ma non aveva l'ebola.
Nessuno di loro l'aveva.

Le poche reazioni pubbliche a queste vicende sono le voci di lavoratori (o loro rappresentanti) indignati che si sentono poco protetti dato il continuo contatto con persone ritenute a rischio, che chiedono adeguate misure sanitarie.
Legittimo avere paura, per sè e per i propri figli.
Per nulla legittimo agire in base a una paura irrazionale come se fosse reale, causando la morte, il ferimento, il dolore di persone del tutto estranee.

Nessuno sottolinea che la pelle nera, di per sè, non è portatrice di alcun virus.
Che l'omissione di soccorso è un reato anche se commesso nei confronti di un nero.
Che nessuna delle persone che hanno scatenato l'allarme era appena arrivata da paesi a rischio, ma erano tutti in Europa da diverso tempo.
Che le misure adottate rendono già l'Europa una zona ragionevolmente sicura.
Che i pochi contagiati in Europa sono tutti operatori sanitari venuti in contatto con l'ebola nei paesi in cui lavoravano.
Nessuno dice che lasciar morire un uomo per vigliaccheria è infernale.
Nessuno dice che tenere a distanza un ragazzino malato e spaventato a scuola, o una bambina al pronto soccorso è un comportamento indegno, grave, portatore (lui sì!) di un virus terribile, quello della guerra tra simili.

Per favore, ripensiamoci, subito.

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