GIULIANO PISAPIA
COMUNICATO STAMPA
Milano 25 ottobre – “Ieri sera ho ricevuto un grande arricchimento dall’incontro con le Comunità etniche presenti a Milano” – ha dichiarato Giuliano Pisapia – “ho potuto raccogliere le loro istanze, i problemi che quotidianamente sono a chiamati a vivere nella nostra città.
Da Sindaco, intendo costruire, d’intesa con le autorità statali, una soluzione per la gestione delle pratiche di rinnovo del permesso di soggiorno utilizzando come punto di raccolta gli uffici comunali sia centrali che decentrati. Bisogna evitare che si ripetano scene non degne di un paese civile, centinaia di persone in fila durante la notte davanti ai Commissariati o agli uffici postali. E occorre uno sportello di accoglienza degli stranieri per orientarsi presso i diversi dipartimenti della nostra burocrazia nazionale e locale”.
Il Comune potrebbe – come ente facilitatore – favorire l’acquisto di biglietti aerei a tariffe privilegiate per sostenere i ricongiungimenti familiari.
La Consulta degli Stranieri, organismo importante per favorire accoglienza e ascolto e che con la Giunta Moratti non ha mai avuto una piena operatività, deve essere rivitalizzata, nella prospettiva del diritto di voto per le zone – cambiando lo Statuto – in attesa di una legge nazionale sul voto amministrativo.”
Il candidato sindaco della sinistra per le primarie a Milano, Giuliano Pisapia, è certamente una persona stimabile e onesta, costituisce una speranza di cambiamento per molti, incarna il volto di quella politica gentile e concreta che manca da tempo: è una persona di qualità.
Ma affronta oggi l’argomento immigrazione come se vivesse e fosse sempre vissuto in una bolla di vetro e questo mi sorprende.
Sono anni (anni!) che fuori dalla Questura di Milano e dagli Uffici Postali non ci sono più le terribili code e cui si fa riferimento: sono anni che le domande si inviano on-line, “comodamente” da casa e che “comodamente! da casa l’attesa è di due-tre anni prima di avere effettivamente un permesso di soggiorno, dieci-dodici mesi prima di avere un appuntamento per chiedere di ricongiungere la famiglia che poi impiega altri due-tre anni per essere effettivamente autorizzata e risiedere in Italia....
La competenza è di Questure e Prefetture, cioè del Ministero degli Interni, il Comune può impegnarsi, di concerto con altri comuni, provincie, regioni, a fare pressione, ma le emergenze che invece può e deve affrontare e risolvere, sul suo territorio, sono altre.
Promettere l’apertura di nuovi sportelli comunali non risolve quanto resta di competenza di altri e suona molto come la solita velina - perchè non utilizzare quei fondi per sostenere gli sportelli già esistenti, per le associazioni e i volontari che faticano non poco a sopravvivere e soffrono per mancanza di personale competente?
Servono centri diurni e notturni, di prima e seconda accoglienza, per richiedenti asilo e titolari di protezione umanitaria, vittime di torture e di guerre, servono progetti di sostegno psicologico, di formazione al lavoro, di apprendimento reale della lingua.
Servono progetti di inclusione che coinvolgano le famiglie rom.
Serve uno sguardo diverso sui minori non accompagnati.
Serve che l’iscrizione anagrafica sia accettata anche in fase di primo rilascio del permesso.
Servono asili nido per le mamme che lavorano.
Servono servizi di orientamento al lavoro che abbiano reali contatti con il mondo delle imprese e rappresentino un reale strumento per chi è disoccupato.
Servono progetti di riqualificazione sociale nei quartieri, a favore dei ragazzi, dei bambini, degli adolescenti a rischio.
Servono forti incentivi alle piccole imprese.
Servono centri di aggregazione.
Servono mediatori culturali nelle scuole.
Servono luoghi di preghiera.
Servono centri culturali.
Serve il diritto di voto!
Serve che il Comune non veda allo straniero solo come a uno straniero, diverso e diversamente maneggiabile: la vera inclusione passa per le politiche che non criminalizzano, che non discriminano, che sono per tutti e mettono tutti sullo stesso piano di necessità.
Almeno due terzi di quanto ho elencato più sopra non riguarda solo gli immigrati.
Mi stupisce leggere di Consulte che non vincolano nessuno, di biglietti aerei agevolati in alta stagione! questa è discriminazione buonista del tutto inefficace: ma davvero si pensa che sia sufficiente promettere due perline di vetro per convincere i milanesi (quelli che possono votare) che il signor Pisapia ha intenzioni serie sulle questioni dell’immigrazione?
I milanesi, grazie ad anni di politiche di destra e leghiste e grazie al berlusconismo, hanno sicuramente un problema con la percezione dell’immigrazione, ma spero siano ancora abbastanza intelligenti da sentirsi offesi di fronte alla proposta di un biglietto aereo agevolato in risposta alla richieste della famiglie.
Avvocato Pisapia, ci dica qualcosa di meglio, la prego.
Cristina Sebastiani
cittadina
1 commento:
è stato pubblicato anche qui
http://corriereimmigrazione.blogspot.com/2010/11/pisapia-si-pisapia-no.html
grazie, luigi!
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