domenica 2 gennaio 2011

buona anno con le parole di Luce I.

mescolarsi significa entrare in contatto con possibilità multiple di scoperta e di crescita.
cosa significa veramente, nel cuore, nella pancia, nelle orecchie, cosa significa?
non solo mangiare ingera o fataya ascoltando youssou n'dour o dobet nghaore e nemmeno solo avere amici musulmani da invitare al cenone di Natale, avere un marito africano o una moglie asiatica, nè parlare urdu...
significa cambiare punto di vista, far entrare nella propria vita aspetti che non avresti pensato di far entrare e far uscire argomenti che hai sempre dato per scontati.
significa ascoltare, significa spiegare, significa non cercare una filosofica eguaglianza che appiattisce e sottomette.
con gli articoli di questo blog si cerca di raccontare aspetti quotidiani, più o meno facili, più o meno difficili, della vita nella differenza.
con le parole di Luce Irigaray cerco, in questo inizio di anno, di farvi omaggio di alcune parole utili a far riflettere.
Luce le pronunciò ragionando e scrivendo nel 1993 di differenza di genere, uno dei tanti aspetti che il verbo mescolarsi comprende, io le trovo perfette per parlare di differenze tout court.

Amare a te e, in questo a, disporre di un luogo di pensiero, di pensare a te, a me, a noi, a ciò che ci riunisce, a ciò che ci allontana, all'intervenno che ci permette di divenire, alla distanza necessaria all'incontro.
A te: pausa per passare dall'affetto allo spirituale, dall'interiorità all'esteriorità. Ti vedo, ti sento, ti percepisco, ti ascolto, ti guardo, sono commossa da te, sorpresa da te, vado a respirare fuori, rifletto con la terra, l'acqua, gli altri, penso a te, ti penso, penso a noi:a due, a tutti, a tutte, comincio ad amare, amare a te, ritorno verso te, cerco di parlare, di dire a te: un sentimeno, un valore, un'intenzione, per adesso, per domani, per molto tempo. Ti chiedo un luogo e del tempo per oggi, per un futuro vicino, per la vita: la mia, la tua, quella di molti.
L'a te passa attraverso il respiro che cerca di farsi parola. Senza appropriazione, senza possesso nè perdita di identità, nel rispetto di una distanza. A te, altro, uomo.
Tra noi questo a, intenzione senza oggetto, culla dell'essere(*).


cliccando sul ritratto di Luce Irigaray, un sito che parla di lei




(*) Luce Irigaray AMO A TE ed. Bollati Boringhieri
 

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