domenica 6 febbraio 2011

radici e foglie e tacchi a spillo

io non porto i tacchi, volevo che lo sapeste, insomma, l’informazione è necessaria, non trovate?
non sembra, ma dietro questa sconvolgente notizia c’è moltissimo.
non porto i tacchi
né jeans attillati
e nemmeno push up di pizzo rosso di fabbricazione cinese
(né di alcun altra fabbricazione, in realtà)
mi sento sexy così come sono, anzi sersi come ha detto una volta ridacchiando la nonna di Magda
il pensiero su quanto sono sexy non è uno dei principali della mia giornata, diciamocelo
nemmeno il pensiero di quanto l’occhio di mio marito sia soddisfatto è uno dei principali della mia giornata, o di quanto sia soddisfatto il suo palato, il suo riposo, il suo divertimento, il suo orgoglio sociale
non sono sexy e non sono una geisha
che affermazione assurda stanno pensando le mia amiche femministe
che affermazione egoista stanno pensando la maggior parte delle mie amiche senegalesi
che affermazione snob stanno pensando le meravigliose pin up dal corpo esibito e la risata contagiosa
no, aspettate, qua non si ragiona in sottrazione e nemmeno si ragiona di Verità.
tutto questo mi serve a parlare di rispetto e accettazione, non si capiva?
ho le mie convinzioni e la mia storia, e alla fine sono venuta fuori così, per niente sexy o sexy come dico io, fa lo stesso.
e mio marito non guarda i film con me
non perchè io non glielo proponga in lingerie, ma perchè lui non è uno che guarda i film
né uno che ti propone una passeggiata mano nella mano
o che venga in stanza a spettegolare
o che goda, al pensiero di una cena con gli amici, della preparazione dei piatti, la scelta del vino, del pane con i semi, dei tovaglioli in tinta o dei lumini antichi

io non giro per casa in bethio e djal djalli, non chiamo sua madre ogni settimana, non sto zitta se ho qualcosa da dire, non gli faccio trovare le camicie stirate né suppokanja fumante
lui non distingue uno chardonnay da un merlot, dorme la mattina di capodanno mentre io ascolto il concerto da Vienna, gli si chiudono gli occhi se gli leggo Yourcenar, sbatte la porta di casa piuttosto che discutere





ci avete mai pensato, quando si riflette di coppie miste, a cosa sono realmente le differenze?
ho scelto un uomo colto, laureato in una delle migliori Università africane e che ha saputo viaggiare in Europa con gli occhi aperti, che coglie l’essenza delle persone, che mi assicura stabilità, che ha ricevuto un’educazione molto simile alla mia quanto ai valori, molto diversa dalla mia quanto alla quotidianità.
lui ha scelto una donna intelligente, autonoma e sveglia, con quel tanto di esotico da risultare sexy e quel tanto di femminile da soddisfare il suo bisogno di stimoli e spinte, con una educazione molto simile alla sua quanto ai valori, molto diversa quanto alla quotidianità.

a volte vedo noi, ognuno appeso al suo pc, nella sala diventata studio per entrambi, o nascosto dietro i suoi personali interessi, magari non ci rivolgiamo la parola per una giornata intera e penso che bello, che autonomia, che rispetto: penso all'intesa che c'è anche nel silenzio, allo spazio personale che mi è concesso e di cui sono grata.

altre volte mi fa tristezza, mi pare di stare in una di quelle sit-com della borghese famiglia americana in cui non si ha nulla da condividere.










 è facile parlare di accettazione (profonda) dell’altro e dei suoi desideri, facile come scriverlo sulla carta dei cioccolatini - è meno facile, per me, sostenerne quotidianamente il peso.

da quando ho incontrato B mi sento come un’adolescente, in quella fase della vita in cui tutto cambia e tanto sembra ostile e minaccioso perchè non hai più le certezze da bambina e non ancora quelle da adulta, e tutto è allo stesso tempo attraente e affascinante e eccitante perchè ti apre strade, possibilità, novità.
e mi sento finalmente adulta, perchè ho scelto qualcuno da avere accanto per fare questo percorso di crescita.

quando era lontano pensavo chissà se gli andrà di fare yoga con me.
ora lo yoga lo faccio da sola, ma trovo tutte le sere la cena pronta e una rosa sul tavolo, leggo Lillian Helmann e la commento con un’amica, ma faccio parte di un progetto di vita che sta mettendo radici e foglie.
allora forse posso fare a meno dei tacchi a spillo, che ne dite?


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