martedì 31 maggio 2011

pisapia libera proprio tutti

Ieri sera c'erano tutti, dal commissario al sagrestano, ieri sera c'erano tutti, con gli occhi rossi e il cappello in mano: a salutare chi per la prima volta, senza pretese e con rispetto, a salutare chi finalmente portò l'amore nel paese.
Ieri sera c'erano tutti, con l'hijab, con la faccia da macedone e quella da africano, chi ha votato ma anche chi non ha potuto votare, gruppi di peruviani si facevano la foto ricordo; rom e musulmani, anarchici e comunisti e moderati: abbiamo festeggiato insieme.
L'abbaccio è stato collettivo, unico e raro, fortissimo e senza distinzioni.
Ho visto passare donne saudite, africane, indiane, ho visto finalmente passare il futuro del nostro paese.
Una giovane mamma portava la carrozzina del suo bambino totalmente disabile verso il palco, tutti e due con la maglietta arancione, fieri di essere lì, inneggiavano a De Co ra to di soc cu pa to! era da tempo che non si andava in piazza insieme.
Due sikh un po' discosti, quasi dietro il monumento, osservavano la folla impassibili, le mani dietro la schiena, un certo sorrisino sulle labbra: e non eravamo lì a gridare i diritti del migranti.
Una coppia italo-cinese ballava con i bambini attaccati alle gambe.
Erano vent'anni che trattenevamo il fiato e ieri c'è uscito tutto di un colpo.
Ci guardavamo e ci dicevamo, bè forse Pisapia Sindaco non farà subito miracoli, ma almeno toglierà il coprifuoco a via Padova e al Corvetto e le pattuglie in Stazione Centrale.
Ho visto passare persone libere dalla paura.
Mio marito tornerà, tra quindici giorni, in una città meno ostile e forse il suo amico Laye, che arriva per la prima volta, non vedrà mai quello che B ha dovuto sopportare.
Un mese fa, in piena campagna elettorale, è nata Maryam e tra qualche mese nascerà mio figlio, figli entrambi di due culture: loro, ieri sera, c'erano.
Pisapia libera le coppie gay che erano finalmente serenamente in piazza (e non era il Gay Pride).
Pisapia libera tutti noi, che abbiamo creduto in lui e soprattutto in noi stessi, nelle nostre braccia e gambe e teste, nel nostro diritto e dovere di cittadini, abbiamo lavorato e parlato e votato e abbiamo visto che siamo capaci di arrivare al risultato.
Ieri sera in piazza c'eravamo proprio tutti, noi milanesi nuovi e futuri, c'eravamo.
E, se vogliamo, continueremo ad esserci.


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