venerdì 7 ottobre 2011

SPOSARSI IN ITALIA ovvero IL MATRIMONIO PER I CITTADINI STRANIERI

un racconto, una scusa per una rapida guida aggiornata con le ultime novità della legge italiana (agosto 2011)



Max e Maria, Maria e Max...sembra uno scioglilingua, una di quelle frasi che ti entrano in testa e ti restano appiccicate alla corteccia per ore senza per forza avere un significato evidente...Max e Maria...Maria e Max...un po' come AnnaBeppe di quando ero piccola...


Max è percussionista, ma soprattutto è artigiano delle percussioni, creatore di djembe lavorati, decorati, resi talmente originali in ogni dettaglio che la sua bancarella, al mercato, è il punto di riferimento per moltissimi appassionati di percussioni e acquirenti di strumenti musicali: le pelli che lui lavora, le corde che lui tira, sono in qualche modo uniche e le sue mani sono così piene di calli e invecchiate da fare strano contrasto con il suo viso aperto e il sorriso immediato.
Max ha i dread, Max è baye fall, ma non mette in atto alcuna forma di pratica religiosa, è un uomo concreto e non si fa illusioni sulle possibilità di riuscita di un progetto migratorio ingenuo basato sulla spiritualità, la sua fede è chiusa nel cuore, le sue mani parlano di lui meglio dell'immagine di Cheikh Ibra Fall che porta al collo con devozione.
Max è così bello e simpatico che attira le donne come il miele le mosche: Max ha trent'anni e da due è follemente innamorato di Maria.
Maria lavora part-time per una ONG che si occupa di minori abbandonati e sa che oggi come oggi trovare lavoro fisso è un'ipotesi da scartare: l'altra mezza giornata la trascorre alla cassa di un grosso discount, sottopagata in entrambi i casi, moderatamente gratificata da tutti e due i suoi lavori.
Maria ha un nome antiquato e anche lei è un po' antiquata, crede nell'amore e nella fedeltà, crede fermamente nella bontà del suo prossimo e crede nella possibilità di una società giusta, e a ventotto anni attraversa l'esistenza senza aver mai scalfito nessuna delle sue certezze.
Max e Maria sono spiriti piuttosto liberi, svincolati da regole famigliari troppo rigide, vivono insieme da qualche mese e vorrebbero cominciare a fare die progetti, avere dei figli.
Max non ha un permesso di soggiorno e fino a un mese fa per loro sposarsi era escluso.
“Escluso”?! Cosa significa che due persone non possono sposarsi? Sembra stiamo parlando dei Promessi Sposi, di quei classici venati di tragedia tanto cari al Romanticismo settecentesco.
Però oggi Max e Maria possono sposarsi e allora niente sbalordimenti, tirate dentro gli occhi, tutto è tornato nei tranquilli canali della normalità che conosciamo – almeno apparentemente.
Max e Maria possono sposarsi (e anche Ahmed e Giovanna, Nirmal e Laura, Luca e Consuelo).
E' durato due anni, il calvario di questa maledetta legge, entrata in vigore nell'agosto 2009 e ridimensionata dalla Corte Costituzionale nell'agosto 2011: il cd “pacchetto sicurezza” che, tra le altre aberrazioni, impediva ai cittadini stranieri privi di permesso di soggiorno di accedere alle pratiche amministrative, tra cui il matrimonio.
E molte coppie hanno sofferto dolorosamente questa legge, che rendendo politico un fatto privato, è entrata violentemente nell'intimità delle persone arrogandosi il diritto di decidere chi ha il diritto di formare una famiglia e chi no. Molte coppie sono state costrette a scelte difficili, molto difficili.

Ma per Max e Maria è andata bene, loro hanno potuto aspettare e hanno avuto fortuna.



Nell'agosto 2011 la Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità dell’articolo 116 del codice civile nella parte in cui prevede che per sposarsi in Italia, lo straniero debba essere in possesso di un valido titolo di soggiorno, riaprendo di fatto la possibilità ai cittadini stranieri, anche irregolari, di contrarre matrimonio.
Negli ultimi due anni, l'alternativa era stata quella di sposarsi al paese d'origine dello straniero, oppure fuori dall'Italia, per esempio presso la Repubblica di San Marino: queste possibilità sono tutt'ora valide (come detto anche qui e qui), ma non più obbligatorie.
Quando esiste il rischio che la persona, nonostante il matrimonio con un cittadino italiano, non possa più rientrare nell'area europea di Scenghen, torna la possibilità di non dover lasciare l'Italia.
Da oggi, di nuovo, chi desidera sposarsi in Italia, anche se non ha un permesso di soggiorno, può farlo.

Gli uffici di Stato Civile dei vari comuni si sono da subito adeguati alla sentenza e accolgono le richieste di pubblicazioni per la celebrazione dei matrimoni.

Una piccola scheda tecnica:
I documenti:
Per entrambi gli sposi è necessario un documento di identità in corso di validità (carta di identità se uno dei coniugi è cittadino italiano, altrimenti passaporto per i cittadini stranieri).
Per il coniuge straniero bisogna presentare il nulla osta al matrimonio, che attesti che la persona che vuole sposarsi non sia già sposata in base alle leggi di altri paesi e che abbia la capacità giuridica per sposarsi in Italia: questo documento viene emesso dall'anagrafe del paese di provenienza direttamente nel paese d'origine (non dal Consolato), inviato in Italia in originale, tradotto presso il Consolato e legalizzato presso la Prefettura
E' importante che il nulla osta contenga le indicazioni precise sulla persona - data di nascita ecc. e anche i nomi dei genitori e l'indirizzo di residenza all'estero, altrimenti verrà richiesto anche un certificato di nascita


Non è necessaria la residenza del cittadino straniero né altra documentazione.


A seguito della richiesta, presentata presso l'Ufficio Stato Civile del Comune presso cui si intende sposarsi, vengono fatte le pubblicazioni che permettono, dopo 10 giorni, di celebrare il matrimonio


Parlando di uno dei due sposi privo di permesso di soggiorno e quindi di fatto irregolare in Italia, è bene prestare attenzione a due cose:
1 - che la Forza Pubblica non si attivi per fermare gli sposi privi di permesso all'uscita dell'Ufficio Matrimoni e portarli in questura con conseguente foglio di via: sono stati segnalati diversi casi, tra il 2006 e il 2009, di persone fermate direttamente in Comune dopo essere state a fare la richiesta di pubblicazioni o anche il giorno del matrimonio, quindi è bene informarsi attentamente su questo
2 – nel caso l'altro coniuge sia cittadino italiano, cosa che dà diritto al permesso di soggiorno per lo straniero a seguito del matrimonio, verificare con la Questura che il permesso di soggiorno sarà effettivamente rilasciato anche in presenza di ingresso irregolare sul territorio italiano, precedenti fogli di via, denunce o condanne per piccoli o grandi reati





Max a Maria si sono sposati oggi, il vento ha quasi portato via i fiori del bouquet della sposa, i giardini di Porta Venezia erano in festa, non poteva esserci giornata migliore per un matrimonio tanto speciale.
Di invitati eravamo pochi, qualche italiano, qualche senegalese e qualche italo-senegalese: c'era, tutta tirata a ludico, la famiglia di Maria, è mancata la famiglia di Max, che grazie alle nostre ineffabili leggi, non ha diritto a un visto temporaneo per partecipare ad un matrimonio.
La sua mamma era al telefono e piangeva di felicità: il viaggio di nozze si farà quest'inverno, in Senegal, e Max non torna a casa da sette anni.
Non ho mai visto nulla di più bello degli occhi di Maria questa mattina: in un altro mondo forse non avrebbe sentito la necessità di un contratto matrimoniale per sancire la sua relazione di coppia, ma oggi ne ha avuto bisogno, perchè così Max avrà diritto ad un permesso di soggiorno, ad una vita dignotosa: sembra folle, ma da oggi per Max è possibile un lavoro, sono possibili le cene fuori senza la paura di un fermo di polizia, sono possibili i viaggi, è possibile la salute, un conto in banca, un corso di formazione... E' possibile tutto ciò che i cittadini danno per scontato e i non cittadini non hanno: una vita e delle scelte normali.


Ogni matrimonio, da oggi, assume un significato speciale e la mia gioia nel potervi assistere è stata enorme.

Ed ecco cosa succede dopo il matrimonio:
se uno dei due coniugi è cittadino italiano, l'art.19 del Testo Unico sull'Immigrazione precisa che a seguito del matrimonio e perdurando la convivenza tra i coniugi vi è l’obbligo di rilasciare un permesso di soggiorno per motivi di famiglia valido anche per motivi di lavoro.

Come fare ad avere questo tipo di permesso di soggiorno è già raccontato qui, con tutti i dettagli.

Chiudo con qualche indicazione sulla normativa, per chi avesse dei dubbi o incontrasse funzionari ostili.
Decreto del Presidente della Repubblica 3/11/2000 n. 396 dall'articolo 50 all'articolo 62
Codice Civile articoli 82 - 84 - 101 - 116
Legge 27.05.1929 n. 847
Legge 25.05.1985 n. 121 articolo 8
Legge 04.01.1968 n. 15 articolo 2.
Legge n. 127/97
Legge 24/7/2008 n. 125
Legge 15/07/2009 n.94
http://www.stranieriinitalia.it/images/corte21luglio.pdf
http://www.stranieriinitalia.it/images/circolare21lug2011.pdf

Spero che a un mese dalla correzione di questa legge criminale molte persone abbiano potuto sposarsi, che un piccolo pezzetto delle nostre norme sia davvero tornato nell'alveo della normalità, quella che tiene conto dell'umanità e dei sentimenti delle persone.

Intanto, per contattarci e avere la nostra assistenza di persona o via skype ci trovate a questi recapiti
PROGETTO DOMU DEKK BI
CORSO BUENOS AIRES 45 MILANO
SKYPE DOMUDEKKBI
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