lunedì 16 aprile 2012

ragazze


stamattina penso a tutte le ragazze che si sposano per dare un permesso di soggiorno a qualcuno che non ce l'ha.
a quelle che sono innamorate e a quelle che lo fanno per ribellarsi contro una legge ingiusta.
tutte mettono il loro futuro nelle mani di un'altra persona: qualcuno che le amerà o le ingannerà, qualcuno che per gli anni successivi sarà comunque una presenza condizionante nella loro vita.
penso a quelle che si sposano con il dubbio che lui sia già sposato e poligamo al suo paese.
a quelle che si sposano sicure che lui sia molto meno africano di quello che è.
a quelle che si sposano sapendo cosa significa mettersi in gioco in una coppia mista e a quelle che non ne hanno la più pallida idea.
a quelle che credono che il concetto di parità di coppia sia condiviso e transnazionale.
a quelle che credono di poter condividere la sua spiritualità.
a quelle che si sbagliano e a quelle che hanno ragione.
tutte, nessuna esclusa, hanno in comune una forte dose di idealismo e io penso a loro, oggi.

il mio lavoro consiste nel dare informazioni e avviare pratiche relative alla vita di che viene a vivere in Italia: mi occupo di ricongiungimenti, mi occupo di visti, di permessi per studio e di ingressi per lavoro, di cittadinanza, di minori e anche di matrimoni.
è un bel lavoro, si ascoltano molte vite.

la maggior parte delle donne italiane che viene da me è perchè si vuole sposare, perchè il matrimonio è l'unica via per aiutare un fidanzato senza permesso di soggiorno.
non mi è mai capitato che qualcuno venisse a chiedermi solo un parere freddamente burocratico: queste ragazze hanno voglia di parlare e io ho voglia di ascoltarle.
sono quasi tutte donne che, in altre circostanze, non avrebbero scelto di formalizzare la loro unione: sono donne della mia generazione, il nostro rapporto con la comunità non è dei migliori, siamo individualiste e non desideriamo intromissioni nè da parte di Dio nè da parte dello Stato.
ma poi però si incontra un bell'uomo venuto dal mare e si scopre che non è possibile fare da sè.
che lo Stato entra anche nella tua stanza da bagno, se ti vuoi sposare uno Straniero, e viene a controllare di chi sono gli spazzolini da denti nel bicchiere e le mutande sullo stenditoio.
vabbè.
vent'anni fa forse ci saremmo ribellate.
oggi ribellarsi significa mettere quella firma e metterla in culo allo Stato.
anche quando la relazione è ben lontana dal legame matrimoniale: sono donne che amano da pochi mesi, donne che non vorrebbero ancora convivere, che non vorrebbero ancora dirsi "mogli", che quei rapporti li vorrebbero tutti sperimentare.
e mi dicono: come posso sapere se è già sposato altrove?
e mi dicono: se lui avesse il permesso di soggiorno non avrei dubbi sui suoi sentimenti per me, ma non ce l'ha e io i dubbi li avrò sempre, dunque non posso fare altro che cercare la via per conviverci oppure lasciarlo.

si sposano senza dirlo ai genitori.
si sposano pensando che la cugina del fidanzato sia forse una moglie non dichiarata.
si sposano con il dubbio che lui voglia solo un documento.
ma si sposano lo stesso, niente potrebbe fermarle.
perchè più forte di ogni cosa è il desiderio (il bisogno!) di salvare questi uomini così affascinanti e così sprovveduti.
questi uomini che si affidano, che a volte fanno pressione, che chiedono di essere salvati, che le lusingano, che fanno tornare le illusioni di ragazzina insieme alle energie da giovannadarco.
a lui serve un documento, a lei serve un sogno.
un ottimo contratto, finche dura.
lo dico senza alcuna ironia: è davvero un'ottimo contratto.
alla cui base c'è in alcuni casi molto amore, e in altri non ce n'è per nulla.
cosa importa? è un altro tipo di contratto, non ha nulla a che vedere con il matrimonio romantico anche se ne ha le sembianze, non ha nulla a che vedere con il matrimonio sociale, di cui non ha nemmeno il bouquet a fingere che sia tutto normale.
questo è un contratto che serve a salvare due persone da sè stesse.
e allora si sposano in beige, con i testimoni e senza la torta al ristorante
con le mamme che le spiano da dietro gli alberi di Giardini di via Palestro ma non si avvicinano
con i papà che tolgono loro il saluto
solo con un amico che fa le foto con una macchinetta digitale
comprando le fedi cinque minuti prima dell'inizio della cerimonia
e poi tutti a mangiare un thiebu djenne all'unico ristornate senegalese di Milano

a volte questi matrimoni durano e formano famiglie
altre volte scoppiano e a volte si resta amici e ognuno se ne va per la propria strada
lui con un permesso di soggiorno in tasca
lei con la fierezza di aver davvero fatto la differenza nella vita di quell'uomo.
 
se il matrimonio fosse un'istituzione elastica comprenderebbe queste strane unioni e il loro personalissimo senso e non costringerebbe nessuno a una finzione che li incatena realmente gli uni agli altri
(e unirebbe coppie gay e coppie di divorziati freschi freschi e coppie con enormi differenze d'età e unioni poligame e poliandriche)
se lo Stato fosse più accogliente il matrimonio resterebbe dentro i confini per i quali è stato concepito e le altre unioni si chiamerebbero in un altro modo
se gli uomini avessero più capacità di modificare i propri progetti di fronte all'ostacolo e le donne non avessere bisogno di annullarsi salvando qualcuno...
se...
ma con i se e con i ma non si è mai cambiato il mondo
il mondo va così, bisogna solo esserne consapevoli.

oggi penso a queste ragazze.
sappiatelo.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Già, ma oltre a queste donne esistono anche donne che si mettono in discussione, che rimangono fedeli ai propri ideali, che si interrogano prima di fare un passo così grande, che stanno lì e pensano che sta succedendo loro... Si chiedono (e mi chiedo) ogni giorno se tutto questo non è solo frutto di un "bisogno", non è solo un rincorrere un sogno e alla fine di tutti questi pensieri si trovano a dire che vale la pena viversela questa storia.
E ci sono donne che sono costrette a sposarsi senza genitori, di nascosto, senza torta, semplicemente perchè la propria famiglia non vuole sapere nulla di questa scelta irragionevole della figlia e nonstante questo vanno avanti e seguono il cuore, sostenute dai propri uomini. Ci sono storie di coppie miste che si amano veramente e ... io ricorderei anche queste "ragazze" :) forse per affinità :)
Bentornata Cri !
Stef(MaRema)

cristina sebastiani ha detto...

cara stef, io ieri stavo pensando a loro: non era certamente un pensiero universale, non esistono solo loro così come non esistono solo coppiemistebimbimistiinterculturaimmigrazione e tutto quello che riguarda il mio blog, ma non posso comprendere l'universo intero in ogni post ;)
di altre coppie ho parlato spesso, e ne riparlerò quando ci sarà occasione.
intento le hai ricordate tu, e ti ringrazio :))