mercoledì 9 gennaio 2013

coppie miste #1




il mio lavoro, in larga parte, consiste nel couselling rivolto alle coppie miste
ma troppe volte mi sento chiedere
cosa significa counselling?
e cos'è, veramente, una coppia mista?



sara è venuta da me perchè non comprende suo marito e sente avvicinarsi il fallimento della loro relazione matrimoniale.
mi ha chiesto (sono parole sue) di poter avere una spiegazione sui codici culturali del suo compagno, in modo da capirne meglio i meccanismi di azione e di pensiero
e mi ha chiesto (ha aggiunto dopo qualche settimana) di aiutarla a trovare una chiave per poter valutare se può sentirsi appagata anche in una relazione "strana" che non ha nulla a che vedere con quello che lei immaginava

suo marito è capace di stare molto tempo (incomprensibilmente troppo) lontano da lei, per scelte lavorative
e contemporaneamente è capace di amarla moltissimo e di non desiderare in alcun modo di rompere il loro legame
sara si sente insicura non condivide la scelta di lontananza non per motivi pratici, ma perchè teme che significhi un abbandono
si rende conto però che c'è una potenzialità, nella loro coppia, un'energia che al momento non è adeguatamente sfruttata, vorrebbe essere maggiormente complice del marito e sentirsi però anche rassicurata rispetto a un legame che lei sente traballare

una coppia mista è una coppia che parla lingue diverse
tra queste lingue ci sono le lingue delle parole e le lingue del cuore, le lingue dei legami famigliari e le lingue dei rapporti con i figli, quelle della gestione conomica, quelle di chi "porta i pantaloni"

il counselling è un'attività professionale, ma non è una psicoterapia
i colloqui di consulenza stabiliscono una relazione tra terapeuta e cliente che ha lo scopo di orientare, sostenere e sviluppare
promuovere la consapevolezza
aiutare a riconoscere, e ad esprimere, emozioni e bisogni.
 sara ha bisogno di testare i propri limiti, vuole sapere da sè stessa se può effettivamente sentirsi amata da un uomo che sta per la maggior parte del tempo lontano da lei, nel suo paese o in altri paesi europei, da un uomo che quasi non spiega le motivazioni delle sue scelte, da un uomo che non si comporta come lei immaginava fosse un marito.
lei non mette in discussione nè il suo sentimento verso una persona che stima e rispetta, nè il diritto del marito a fare delle scelte in base ai suoi progetti, ma non trova, in questi progetti, quella collocazione come moglie che invece lui le dice esserci.

il nodo sta tutto qua: lui invece è sicuro di comportarsi da marito, non sa come affrontare l'insicurezza di sara, è sentimentalmente goffo e a volte diventa freddo, ma nemmeno lui mette in discussione il suo sentimento e la scelta di sara come compagna e moglie.

prima di separarsi vorrebbero capire se una nuova idea, diversa, più elastica, di cos'è un marito e cos'è una moglie, può farsi strada e coinvolgerli abbastanza da sentirsi entrambi appagati.

sara e suo marito vengono da me da qualche mese, una volta ogni due settimane.
ci sono altre donne che vengono da me con rischieste simili, affrontando da sole il percorso che il marito non desidera fare e portando da sole nuove istanze all'interno della coppia con l'intento di dare comunque nuova vita al rapporto.

a volte le coppie scoppiano comunque
il counsellor non è un nuovo e più potente medicinale in commercio
il counsellor è più simile a un'ostetrica, assiste al parto, sostiene, consiglia e incoraggia la mamma,
la rassicura
"puoi farcela, TU puoi farcela"
e non le lascia la mano fino alla nascita del bambino e anche dopo, fino a che la mamma non saprà di essere perfettamente in grado di farcela da sola

a volte, alla fine di un percorso di counselling, questo bambino è una coppia rinnovata, più consapevole e più forte
a volte è una donna che decide di chiudere una relazione fallimentare e di usare per sè le energie positive che ha
a volte è un uomo che ammette la sofferenza e decide di affrontarla
a volte è un ragazzo che riesce a trovare la giusta distanza (o la giusta vicinanza) con la famiglia d'origine
a volte è una ragazza che si sente diversa e che trova la forza di scegliere di stare con quel marito strano, allontanandosi da una comunità che la ostacola
a volte sono due genitori che trovano nuove strategie per crescere il loro bambino trovando un equilibrio migliore tra le convinzioni materne e quelle paterne

sciogliendo alcuni nodi della coppia, o di una delle due parti della coppia, qualcosa cambia
qualcosa cambia sempre




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25 commenti:

rosanna ha detto...

Interssante.. ma Sara sta perdendo il suo tempo.. non esiste che uno stia per la maggior parte lontano senza dare spiegazioni .. assurdo Tu fai bene, continua afarli venire è il tuo lavoro

cristina sebastiani ha detto...

di spiegazioni ce ne sono rosi, forse non sono stata chiara, mi dispiace.
il fatto è che alcune cose sono perfettamente logiche per uno e del tutto illogiche per un altro.
per esempio, io sono disponibile ad accettare alcuni comportamenti e tu mi ritieni assolutamente illogica eppure ognuna di noi due ha una sua legittima linea guida

rosanna ha detto...

Ho capito e ti sei spiegata benissimo, ma , nell'esempio da te citato , per me e ripeto per me, nonesiste un'allontamento per lunghi periodi senza spiegazione.. Mi sà tanto di "aspetta amore che mi sto preparando il futuro.. e poi quando sono promnto ciao " Quanti ne abbiamo visti ?

cristina sebastiani ha detto...

e quanti ne vedremo?

FLORA ha detto...

io sono un pò dubbiosa rispetto al fatto che i problemi di coppia possano derivare dall'essere misti (inteso come appartenenti a culture o etnie differenti - anzi sono sicura e che tu intenda solo culture non fenotipi - perchè ovviamente non sarebbe da te il contrario) - non sono tutte le coppie "miste" in quanto composte da due persone differenti?

rosanna ha detto...

Và bè Flora certo siamo tutti unici messi insieme siamo misti .. pero' non allarghiamo il campo altrimenti non se ne esce qui si sà di cosa stiamo parlando

FLORA ha detto...

appunto - e io volevo confrontarmi con cristina su questo, su quanto sia 'fondante' questo. io nella mia 'modesta' esperienza di coppie etereogenee e multiculturali non ho mai riscontrato una specificità attribuibile alla diversità di 'cultura' (e poi cosa è la cultura - sono io forse 'culturalmente' italiana? e in che cosa consiste questa mia culturalità, quando per esser un'italiana sono molto diversa dalla media in riferimenti e stili di vita e ideologie...? )

rosanna ha detto...

Pur eio sono diversa dalla media, ma questo è un nostro stile di vita io mi definisco Italia, per cultura , educazione ecc.ecc. Nonsono certa nè africana nè tedesca nè altro

FLORA ha detto...

io invece ho sicuramente dei dubbi su questo...anche perchè ho sicuramente dei dubbi su cosa sia l'identità nazionale per rapporto all'identità regionale o del centro in cui sei cresciuto, o addirittura del quartiere - a roma c'e differenza tra la 'cultura' di un pariolino o di uno del tufello- ma forse li andiamo anche al discorso di classe. Sei sicura che 'culturalmente' sei più vicina a un miliardario italiano, piuttosto che a un proletario spagnolo?

rosanna ha detto...

La tua è una domanda retorica.. quella è appartenenza di classe non identità culturale o nazionale. >Per lingua sono sicuramente piu' vicina ad un miliardario italiano , basta che cerco di evitare di dire cazzi e mazzi ogni 2 per 3,, ahhaha per il resto sono coem un proletario Spagnolo, ma anche Grego

cristina sebastiani ha detto...

Flora per esempio esiste il fenomeno molto serio della solitudine della coppia mista: significa che la comunità solitamente non lavora per aiutare la coppia a stare insieme ma anzi, per separarli - la famiglia, gli amici, le persone a cui si rivolgono tutti i coniugi che hanno magari un momento di banale stanchezza o difficoltà: la soluzione è sempre "lascialo!" cosa che invece non succede in una coppia di persone provenienti dalla stessa cultura, è come se il matrimonio misto fosse meno "inviolabile" di quello non misto e questo crea una difficoltà tremenda nella coppia che invece di trovarsi di fronte a una crisi normale si ritrova di fronte a un dramma collettivo investito di ostilità e rigidità, e se non è già molto forte, va in confusione.
io credo che questo sia dovuto al razzismo di fondo, per cui l'altro è meno meritevole di rispetto, dal momento che non appartiene al mondo conosciuto.
le coppie soffrono moltissimo di questo, anche le rare volte in cui il matrimonio è stato accolto, inizialmente, con un'apparenza benevola.
dunque in questo vanno sostenute e aiutate a capirsi e a rafforzarsi, e magari a volte si coinvolgono i parenti più stretti.
per esempio ora con una coppia sto lavorando anche con il papà di lei.

che poi questo possa succedere anche in una coppia in cui i parenti siciliani non accettano il coniuge piemontese e viceversa, è possibile, ma oramai è meno frequente di quanto avvenga tra italiani e migranti.
e comunque, è un problema che va affrontato.

stella ha detto...

Esatto Cri, come l'hai detto bene. Ci sono cose che mio marito fa (cose pure banali) che se le facesse un italiano passerebbero sotto l'occhio benevolo dello spettatore mentre no... essendo straniero, tutto si amplifica.

cristina sebastiani ha detto...

Un esempio sciocco? se non mi aiuta in casa e magari mi sfogo al lavoro... il pensiero comune è : per forza, un musulmano, ti schiavizzerà e farà fare tutto a te, donna sottomessa. Se invece si trattasse di un italiano la reazione sarebbe: eh, cosa vuoi... questi uomini son tutti uguali.

FLORA ha detto...

Cri, succede anche per una mixitè di classe, credi a me, se per esempio è la donna ad appartenere ad una classe reputata più ricca o più colta o per le differenze di età, o addirittura la solitudine o l'ostracismo della famiglia dell'uomo se la donna ha già dei figli... o figurati se la coppia è gay. In tutti i casi in cui c'èo un 'dislivello' o una diversità percepita come 'problematica' dal contesto familiare si può verificare questo, non credi?

FLORA ha detto...

volevo sapere il parere di Cristina che si occupa di questo professionalmente e di come mai ha ritenuto di 'single out' la mixitè culturale (non etnica, vero?) come particolarmente problematica

cristina sebastiani ha detto...

Flora, no, non etnica (non pensavo di divertelo dire, ma è la seconda volta che me lo chiedi)
La diversità culturale e anche di estrazione economica (che spesso sono insieme in una coppia mista) sono reali.
i servizi dedicati alle coppie ci sono, dai percorsi psicoterapeutici a quelli di counseling, invece non ce ne sono molti (a milano solo 1) che parlano il linguaggio di chi ha in sè i problemi della migrazione, della differenza culturale e delle altre differenze di coppia.

cristina sebastiani ha detto...

no, perchè se parliamo di 'solitudine sociale' anche le coppie miste SOLO dal punto di vista etnico - che pur codividono la stessa cultura - possono subire ostracismo sociale e familiare, allora.....

fl ha detto...

immagino che chiaramente fosse una nicchia ancora poco esplorata....ma non solo qui....anche parlando di situazioni dove le coppie miste sono una percentuale più consistente e con una storia più lunga (UK o USA) non so se veramente la specificità culturale sia stata mai affrontata come una causa 'per sè' di difficoltà del genere.... chissà perchè....

cristina sebastiani ha detto...

credo perchè il sostegno alle coppie, genralmente parlando, non è un servizio molto sentito come fondamentale - si sostengono i figli, gli adolescenti, le famiglie (con figli), i figli di separati, i ricongiunti nella migrazione ecc. ma è universalmente ritenuto che i matrimoni e le relazioni possono pure scoppiare senza grandi drammi. Invece io penso che a volte un sostegno possa fare molto (anche per far scoppiare chi deve con meno drammi).
nel frattempo si lavora sul linguaggio specifico - non so cosa ne pensi, ma per me è piuttosto evidente che quando due persone hanno una famigliarità differente con il rapporto per es. con le famiglie d'origine e quindi comportamenti e scelte differenti e in più sono una coppia e quindi emotivamente caldi e si parlano ma non si capiscono, a volte un intervento di mediazione emotivamente freddo fa molto perchè prima di scoppiare provino almeno a capirsi (poi magari si capiscono e decidono che non va lo stesso, ma la decisione è differente - e comunque ti assicuro che trovare la famosa via di mezzo avendo gli elemnti per decidere è meno faticoso che trovarla alla cieca senza capirsi)

FLORA ha detto...

cristina, io personalmente penso che affrontare i problemi di coppia - o le differenze di famigliarità con le famiglie di origine, che sono tali per ogni elemento di una coppia - mia madre è particolare e molto diversa dalla madre del mio compagno, diversa estrazione culturale, sì ma anche anche diverso livello di istruzione, diverso contesto in cui sono cresciute (urbano o contadino) - e chi stabilisce che il fatto che una sia romena e l'altra italiana influisca di più che il fatto che una è laureata e l'altra ha la licenza media o che una sia sarta e l'altra psicologa? - come aventi una particolare dimensione solo per il fatto che uno sia inglese e l'altra francese, onestamente mi sembra un pò una forzatura e un pò pericoloso sottolineare come potenzialmente più 'problematiche' delle relazioni solo in virtù del fatto che si possiede un diverso passaporto (o colore di pelle - perchè come fai allora a tirare la linea? ) quando invece le variabili intra-etniche sono maggiori che quelle inter-etniche (è più distante 'culturalmente' da me un ricco imprenditore milanese di 55 con la terza media nato in una famiglia con quattro figli che ha sempre vissuto in un piccolo villaggio della brianza e con madre e padre ancora insieme piuttosto che un insegnante afrotedesco di città di 40 che ha fatto l'erasmus in francia con genitori divorziati....? sei sicura che sia il secondo? io penso che avrei molte più difficoltà a rapportarmi con il primo e avrei forse bisogno di 'mediazione' o'counselling' in quella ipotetica - e improbabile - relazione ....

cristina sebastiani ha detto...

Flora sono misti sia il primo che il secondo, solo che, come dicevo, il primo ha già chi l'aiuta, il secondo no, tutto qui. Non sottraggo nulla a nessuno e non categorizzo (e faccio counselling ad entrambi se è per questo), ma ritengo che un migrante parli un linguaggio che un imprenditore brianzolo non parla e serva una decodifica specifica.
Secondo quello che dici tu io dovrei conoscere approfonditamente tutte le sfumature culturali di tutte le provenienze geografice: mi pare impossibile!
un senegalese benestante e colto parla una lingua degli affetti potenzialmente differente da un senegalese del villaggio sperduto del nord che parla un linguaggio differente da uno della casamance, per esempio.
Mica si tratta di etichettare tutti.
Però molte donne sposano migranti senza riuscire a capire a fondo cosa significa essere migranti; molti uomini sposano italiane senza capire bene cosa c'è di sostanziale al di là della fascinazione esotica della donna bianca: sono problemi concreti, a volte superabili altre volte no.

cristina sebastiani ha detto...

e poi vorrei aggiungere una cosa fondamentale: il counsellor mica è un tizio (o una tizia) che si mette in cattedra e "spiega" quella verità a cui i suoi clienti poverini non arrivano
si tratta di ascoltare entrambi, comprendere il disagio e dare dignità a chi non si sente compreso: dipende da loro come si struttura il lavoro, a volte il disagio è culturale, altre volte esclusivamente caratteriale come in qualunque altra coppia, a volte è un misto di entrambe le cose.
A volte gli aspetti culturali sono già stati risolti dalla coppia e i nodi sono altrove.
NOn dipende da me la struttura del percorso di counselling.
Io ho solo scelto di aprire una strada anche a chi, a mio parere, non viene sufficientemente seguito quando chiede un servizio specifico, ma non tutte le coppie miste ne hanno bisogno

cristina sebastiani ha detto...

non so se mi spiego, ma è come dire che le donne sono prima di tutto essere umani: certamente, ma hanno anche una specificità di genere. I bambini misto sono bambini, certo, ma hanno una specificità, come l'hanno gli uomini, gli adolescenti, gli anziani, chi si sveglia dal coma, chi affronta un lutto, chi cerca lavoro...
Nessuna di queste persone è "etnicamente" differente dalle altre, ma in alcuni momenti della sua vita può avere necessità di un intervento specifico per risolvere un nodo specifico.

Secondo me quello che ti "spaventa" è l'offerta del counselling, non il fatto che mi sia aperta alle coppie miste, come se avessi detto che le coppie miste sono in qualche maniera "malate
Non è assolutamente così. Non è quello che penso.
Ce ne sono alcune che a volte affrontano delle difficoltà e che necessitano di sostegno, tutto qui, come qualunqeu altra coppia, ma con una specificità dovuta ai diversi linguaggi (del cuore, degli affetti, delle emozioni) di partenza.
E, ripeto, non mi occupo solo di coppie miste, proprio perchè l'approccio è in molti casi simile a quello di qualunque altra coppia: però se ho di fronte una coppia mista che ha un problema di tipo culturale so come affrontarlo

Flora ha detto...

hai colto giustamente quello che ho scritto, che mi preoccupa (non spaventa - è diverso) il considerare come potenzialmente la coppia mista come problematica e sono contenta che questo non sia l'intento - anche se chiamando il tipo di servizio offerto "counselling per coppie miste" uno potrebbe essere indotto a crederlo. Una sola cosa che non ho capito: tu dici che se hai di fronte una coppia mista che ha un problema sai come affrontarlo, però nel tuo commento precedente tu dici, e ti quoto: "Secondo quello che dici tu io dovrei conoscere approfonditamente tutte le sfumature culturali di tutte le provenienze geografice: mi pare impossibile!"
Ecco allora, mi chiedo, nella tua accezione di "coppia mista" il tuo servizio si occupa delle specificità inerenti al Senegal? o altrimenti come riesci a delimitare il potenziale bacino di utenza se - come dici - è impossibile conoscere tutte le sfumature culturali?
p.s.
Sono comunque sicura che da esperta counsellor e mediatrice quale sei qualunque tipo di coppia si rivolgerà a te verrà seguita con professionalità e competenza - immagino tu sappia che rivolgo queste domande con un intento di generare una ampia riflessione generale su queste tematiche.

cristina sebastiani ha detto...

il servizio si chiama "progetto domu dekk bi" e ho sottolineato quello che faccio con le coppie miste allo scopo di far conoscere anche questo aspetto, come in altri articoli ho parlato di altri aspetti del mio lavoro.

quanto all'affrontare i singoli problemi: come dicevo non si tratta di "tradurre" ogni singola cosa che dice lui nel linguaggio di lei o viceversa usando un vocabolario (per esempio: un leone ha un significato simbolico differente in senegal o in bangladesh, se entra in un sogno significa cose diverse, se un etnopsicoterapeuta pensasse di conoscere ogni interpretazione sarebbe davvero velleitario, però sa sicuramente come fare in modo che chi sogna ne spieghi il significato); si tratta di ascoltare lui e riproporlo a lei e ascoltare lei e riproporla a lui (tra le altre cose), dunque sono sempre i due componenti della coppia a dirmi cosa desiderano dire, io faccio solo da tramite e li aiuto a spiegarsi.
Sono solo loro gli "esperti" di sè stessi.

dopodichè io posso avere delle conoscenze nel campo delle migrazioni e delle differenze culturali e facilitare il dialogo, ma come dicevo il mio ruolo non è quello di dare pareri o elergire saperi.

ti ringrazio, per queste domande, mi sono utili per riflettere e per spiegare il mio lavoro, ti sono molto grata.