lunedì 25 febbraio 2013

emigrare ancora e ancora

Claudia Cernigliaro e Nimbaly Drame sono una coppia mista, una delle tante, normali, bellissime, incasinate coppie che spesso incontro.
Ho chiesto a Claudia di raccontarvi la loro storia.
Perchè è bella.
Perchè è una storia e molte coppie potrebbero rivedersi in loro.
Perchè ne hanno passate tante e questo paese ne ha fatte passare loro tante.
Perchè mi sono simpatici e spero tanto che il futuro riservi a loro e al loro ballissimo Karim tanta più serenità di quella che hanno ora.


Non è facile mettere nero su bianco una storia d'amore, una storia importante, qualcosa che ti tocca nel profondo.
Io e Nimbaly ci siamo conosciuti a Treviso, nell'aprile del 2009, per caso, vicino la stazione ferroviaria, nella zona dove abitavo.
Io ero emigrata al nord Italia, per trovare un lavoro dignitoso e regolare, vivevo in una stanza in affitto, conoscevo poca gente, e mi arrangiavo come potevo, per fortuna avevo trovato lavoro part-time in un negozio di una grande catena della grande distribuzione.
Lui studiava a Treviso ed abitava in provincia, lavorava in una fabbrica di giorno e andava a scuola di sera, si è diplomato qualche mese dopo.
Un giorno passando davanti la stazione dopo esser stata al lavoro, incontro questo ragazzo, che mi chiede l'ora, poi non so come ci mettiamo a parlare, ci facciamo una passeggiata e ci scambiamo i numeri di cellulare.
Ricordo come fosse ieri il suo sguardo.
Il giorno dopo ricevetti un sms, in cui mi chiedeva se potevamo vederci anche quella sera, vicino ai binari per parlare e stare un po' insieme, perchè era stato bene con me.
Così quasi ogni giorno da quel giorno del nostro incontro ci vedemmo.
Io non avevo nessuna intenzione, in quel periodo, di avere una storia, perchè uscivo appena da una relazione da incubo, durata 8 anni tra alti e bassi, in cui avevo subito di tutto e di più, dalle botte, alle umiliazioni, a tradimenti, una storia che vorrei tanto poter dimenticare e cancellare, ma che mi porto dietro e che, oggi dico, mi ha dato la possibilità di incontrare un uomo migliore.
Lui invece, aveva già intenzione di stare con me, me lo disse una sera, sotto il portone del palazzo dove abitavo.
E me lo ricorda ogni volta, scherzando, dice che se non era per lui adesso ero triste, sola e infelice (penso che probabilmente ha ragione).
Il 6 maggio del 2009 ci baciammo e mi chiese di stare con lui, di essere la sua fidanzata (devo ammettere che in quel momento ero molto spaventata, ma mi dissi che tanto peggio di com'era andata non poteva andare).
Qui inizia la nostra storia.
Da quel giorno non ci siamo mai lasciati.
Presto mi presentò a tutta la famiglia, a tutti gli amici, e non mi lasciò mai sola, avevo sempre lui su cui poter contare, e diventai un punto di riferimento anche per la sua famiglia, che adesso è per me uguale alla mia famiglia d'origine.
Il 25 giugno dello stesso anno, a causa del marito di una mia coinquilina, che non accettava che io stessi con un africano nero (lui è algerino...), dopo una lite con questo strano personaggio, mi trasferii in un monolocale.
Lui mi accompagnò a firmare il contratto d'affitto e con la scusa di tenere il doppione delle chiavi in caso di emergenza pian pianino si trasferi da me.
Lui abitava con suo fratello minore, ma da tempo le spese erano troppe, così fecero una riunione di famiglia, coinvolgendo anche me, e gli accordarono di vivere con me, e il fratello maggiore si prese in carico l'altro fratello.
Dividevamo le spese e ce la passavamo abbastanza bene.
Un giorno però giocando a calcio, si fece male a un ginocchio, e ci furono un po' di problemi perchè in fabbrica con il legamento crociato rotto non poteva lavorarci, camminava con il tutore e doveva operarsi.
Passarono mesi, fu operato, ma il dottore non riteneva opportuno il rientro a lavoro: l'azienda cercava la scusa per licenziarlo...insomma perse il lavoro.
In quei mesi, i miei genitori cercavano di aiutarci e parlando, venne fuori la possibilità di trasferirci a Palermo, la mia città, in cui i miei avevano una casa dove potevamo stare.
Proposero anche di aiutarci ad aprire una piccola azienda, un'edicola.
A marzo 2010 andammo a Palermo.
Ci segnalarano un'edicola in vendita, nel giro di pochissimo facemmo un'offerta e prendemmo la decisione.
A luglio 2010 eravamo trasferiti, con molte speranze e un po' di paura.
Palermo si è rivelata una città molto difficile.

I primi tempi non sono stati male, il negozio funzionava, ogni tanto c'erano momenti più duri, ma ce la facevamo.

Nel 2011 decidemmo di andare in Senegal, a trovare la famiglia che Nim non vedeva da 10 anni e io conoscevo solo tramite telefono.
Bellissima esperienza e bellissimo paese, bellissima gente: insomma mi è piaciuto tanto, anche se ho trovato alcune difficoltà, perchè non sempre era tutto comodo o facile.
Il 7 agosto ci siamo sposati con rito musulmano nella moschea di Bignona, in Casamance, che emozione! Non dimenticherò mai quel giorno!

A novembre 2011 scoprimmo che ero incinta, anticipammo il matrimonio civile che si sarebbe sovrapposto alla data del parto e il 28 gennaio 2012 ci sposammo, diventando una famiglia anche per lo Stato italiano.

Il 22 luglio fui ricoverata in ospedale e il 25 luglio nacque il nostro grande amore Karim Mario.
In ospedale, è stato un incubo, ho avuto un travaglio difficile e doloroso, ma soprattutto lungo.
Tre giorni di travaglio e di sofferenza e alla fine Karim è nato con il taglio cesareo.
Ma la cosa peggiore è stato il trattamento ricevuto da Nim: I medici non volevano farlo entrare in sala parto, fingendo di non capire e dicendogli che sua moglie non c'era.
Ho dovuto impormi io, con quello che stavo passando, perche si rendessero conto che sua moglie non doveva necessariamente essere africana!
Una cosa vergognosa, sentivo i medici parlare tra loro di come mandarlo via pensando che fosse un poveretto che non capiva l'italiano.
Alla fine di questo brutto travaglio anche il piccolo ha avuto delle conseguenze, ed è stato ricoverato: ma ancora una volta hanno fatto tutto loro, portandolo in reparto quando pensavamo fosse alla nursery.
Non so se potete immaginare come mi sono sentita..che paura..che angoscia!
Subito l'avevavo messo sotto la lampada UVA, pensando avesse l'ittero, invece pensate un po', era solo scuretto: se ne sono accorti solo quando hanno visto I genitori.
Però salta fuori che ha una sorta di scompenso al cuore e lo tengono per maggiori controlli.
Una settimana dopo, finalmente lo dimettono, è stato come se nascesse quel giorno, finalmente potevamo tenerlo in braccio, baciarlo e accarezzarlo e io potevo di nuovo allattarlo al seno.

In questi mesi, è cresciuto ed è diventato un ometto allegro e vivace.
Io sono rientrata a lavoro e lui va al nido da quando aveva cinque mesi.

Nel frattempo, il negozio non va, le tasse sono tante, la gente compra sempre meno, e ci stiamo ritrovando in gravi difficoltà economiche.
Questa città dopo la nascita di Karim mi sembra sempre più un incubo: vedo ogni giorno persone più maleducate, strade più sporche e tutte le mie speranze buttate al vento.
Così stiamo pensando anche a lasciare questa città, con dolore, certamente, ma anche con molto realismo.
Sono stanca. mi sento in colpa per aver scelto una città che non dà futuro, anche se nel 2010 sembrava una scelta sensata.
E' vero la situazione è tragica in tutta italia, ma qui di più, non c'è lavoro, non ci sono servizi, non funziona nulla, e non vediamo nessun futuro per Karim e la nostra famiglia, che vorremmo ancora allargare.
Vorremmo provare a costruirci un futuro fuori dall'Italia, magari rimanendo in Europa.
Per adesso tiriamo avanti con tanto amore, comprensione, sacrifici e tanti sorrisi perchè nonostante le difficoltà economiche siamo fortunati, abbiamo un bimbo bello e sano e stiamo bene.



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