mercoledì 11 dicembre 2013

una bella giornata

Denis viene dal Congo Brazzaville, Yewande dalla Nigeria e sono miei clienti.

Con lui stavo lavorando alla richiesta di rilascio del permesso di soggiorno: era venuto in Italia al seguito della moglie nel 2005, ma durante le fasi del rinnovo, nel 2007, lei aveva rifiutato di fornire i documenti necessari e aveva chiesto il divorzio, così Denis dal 2007 girava con una ricevuta e la convinzione che per lui non ci fosse speranza.
La stessa convinzione che avevo anche io, devo ammetterlo.

Yewande invece è richiedente asilo politico, cattolica convertitasi in Europa ma di famiglia musulmana, viene dall'inferno del deserto e della Libia, ha fatto richiesta di protezione internazionale a Lampedusa ma nella concitazione dell'intervista e penalizzata da una pessima traduzione, la sua storia è risultata scarsa e la domanda non è stata accolta.
Anche per lei avevo poche speranze.
Ma mi sono armata di documentazione a favore e di molta faccia tosta e mi sono presentata alla Questura: e già dai primi contatti mi è stato fatto capire che qualche spiraglio c'era.

Per caso, ho avuto appuntamento in Questura per entrambi oggi (due uffici diversi, ma sullo stesso piano, il che mi ha permesso di correre come una pazza svolazzante di fogli e sciarpa da una stanza ad un altra per mezza mattina senza perdermi nulla).
Per Yewande temevo il trattenimento in un CIE, previsto per chi ripresenta la domanda di asilo, come nel suo diritto, ma non ha obbedito all'ordine di lasciare l'Italia seguito al primo rifiuto.
Siamo uscite con l'appuntamento in Commissione, dopo che un terribile ispettore (terribile solo di facciata), si è fatto in quattro davanti ai nostri occhi spalancati e fiato sospeso, per ottenere che accettassero di riesaminare la sua domanda.
Per Denis temevo semplicemente e prevedibilmente che mi dicessero scusi ma il suo cliente cos'ha fatto in tutti questi anni? perchè si presenta solo ora? la legge ammette due mesi dalla scadenza, cinque anni sono inaccettabili, spiacenti: siamo usciti con un permesso di un anno che gli dà tempo di cercare lavoro.

Sono stata brava!
E non lo dico per lisciarmi le piume.
Sono stata brava unicamente a non arrendermi al dare per scontato che le mie pessime sensazioni fossero vere.
Tutto il resto l'ha fatto chi con buona volontà ha guardato bene se c'era modo di accogliere due persone e un modo semplice l'ha trovato.
un modo semplice per rispettare un diritto semplice, il diritto all'accoglienza e alla protezione delle persone: bisogna ammettere che trovare collaborazione in questi congestionati uffici è spesso difficile, bisogna ammettere dunque anche che a volte succede e quando succede si esulta perchè in fondo si tratta solo di far funzionare ed applicare leggi esistenti.
E dunque sono brava e sono anche molto grata a chi ha applicato legge e umanità.

Ho ancora l'adrenalina in circolo! vorrei saltare! gridare!
Fare questo lavoro è un casino, ma a volte, a volte è davvero molto meglio di qualunque altra cosa.



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