nel nostro generale brontolio verso il nostro paese, la disapprovazione per l'educazione dei figli raggiunge livelli altissimi
(troppo maleducati, troppo sboccati, troppo aggressivi, troppo consumisti, bambini fuori controllo direbbe qualcuno)
a volte, nel mio misto mondo italo-africano, colgo invece un'ammirata osservazione dei metodi educativi africani che privilegiano disciplina, rispetto, silenzio, regole.
e condivido il fatto che educare i figli alle regole, al rispetto e all'ascolto siano valori importanti.
sono stata educata in maniera disciplinata e cerco di educare mio figlio in modo molto simile.
ma la regola non basta, ed è qui che io a Tata Lucia proprio non andiamo d'accordo.
la regola da sola è esattamente uguale alla non-regola.
sono stata educata alla disciplina e sono una mamma
che inchioda suo figlio al passeggino, alla sedia, o al letto se deve, ma ho imparato anche una
cosa fondamentale, che è la creatività che fa l'uomo e la donna felici, non la
disciplina.
e
per creatività non intendo l'arte o la falegnameria, non intendo nemmeno permettere che da quella boccuccia esca ogni cosa senza freni o che ogni desiderio debba essere soddisfatto pena un futuro all'insegna dei traumi infantili.
la creatività è la capacità di
destreggiarsi, di trovare strade alternative (cosa che in momenti di
crisi, magari economica o sentimentale, è una vera risorsa).
l'educazione africana non lascia alcuno spazio alla creatività - insegna le regole, ma non a rielaborarle.
l'educazione italiana, al contrario non insegna le regole e quindi neppure a rielaborare alcunchè.
nessuna delle due è meglio.
non
ho esperienza di altri modelli educativi, ma credo che applaudire una
mamma che costringe un bambino a fare quello che lei gli impone di fare sia condivisibile
solo se quella mamma, una volta ottenuta la regola, poi sia anche tanto
elastica da essere fiera del figlio che la infrange.
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