mercoledì 12 novembre 2014

piccoli maschi con la gonna #3 convenzioni e colori

Il piccolo gesto di Momino mio e del suo vestito a fiori ha aperto davvero una lunga serie di discussioni, la più corposa delle quali riguarda le convenzioni.
Mi aspettavo si sarebbe parlato delle differenze di genere, del "rischio di omosessualizzazione" del mio figliolo, ma no, questi sembrano argomenti belli che digeriti dai più.
Ho invece scoperto che rompere le convenzioni è una paura collettiva molto forte, e anche un gesto così piccolo e innocente fa paura.
Sembra che la decisione di permettere a un bambino di indossare un abito da bambina in un contesto pubblico (la scuola) porti con sè a valanga il rischio di sovvertire l'ordine costituito: i maschi, in Europa, non portano la gonna, bisogna che i bambini imparino questa regola.

Ma io non ho voluto mettere in discussione le convenzioni.
Mio figlio sa che abitualmente lui si veste con i pantaloni e solo le femmine mettono a volte la gonna e a volte i pantaloni, fortunate loro. 
In questo momento storico e nel nostro contesto geografico è così.
Ci sono altre cose che, rimanendo in ambito di abbigliamento, non si fanno. 
Per esempio non ci si laurea in calzoncini, non si va in ufficio scollacciate, non ci si mette in topless in Arabia Saudita, non si si va in Chiesa in bermuda né al pranzo con i suoceri a petto nudo. Le convenzioni esistono e socialmente si rispettano perché attraverso di esse passano messaggi di rispetto. Rispetto di sè e del proprio corpo, rispetto degli altri e della loro intimità e senso del pudore, del loro ruolo e del nostro. Concordo. 
Ma a volte è più educativo permettere di rompere una convenzione, perché troppa rigidità non è un aiuto nella vita.
Faccio un esempio che apparentemente non c'entra: con la crisi economica moltissime persone si sono trovate in forte crisi personale perché perdendo il lavoro hanno perso anche un immagine di sé che non hanno saputo reinventare. Troppe volte ho sentito dire "un laureato non va a lavare le scale" e ho visto quei laureati piombare nella depressione più nera.
Abituare i bambini che oltre alle regole c'è anche la possibilità di cambiare quelle regole mantenendo intatto l'amor proprio è, oggi, un insegnamento prezioso.
Ho permesso a mio figlio di tre anni di indossare un vestito da bambina per dargli modo di provare, sperimentare e scegliere - gli insegno anche che si mangia tutti insieme a tavola con le posate, ma a volte facciamo pic nic in sala e mangiamo pollo con le mani . Lo spirito è questo.


Ma c'è di più: la mia piccola famiglia composta da una mamma bianca e da un figlio beige, va contro le convenzioni.
Le famiglie miste in cui i colori e le culture si mescolano sembrano contravvenire alle convenzioni e spaventano. 
Perfino le famiglie in cui i genitori hanno la stessa origine eppure figli che per salti genetici hanno colori diversi dai loro, suscitano perplessità, sguardi e chiacchiere.
Una mamma mi ha raccontato che qualche anno fa un signore sull'autobus ha cercato per un lungo tragitto di convincerla che lei doveva per forza essere stata adottata, dal momento che non ha, secondo lui, tratti somatici caucasici: ma lei non è stata adottata, è di carnagione olivastra così come i suoi genitori e suo marito. Per colmo di "sfortuna" i suoi due figli sono venuti fuori biondi e allora la battuta (mia) è d'obbligo: li avrà mica fatti con l'idraulico polacco?
Al di là della battuta, questa cosa spaventa me.
Siamo così rigidi e inchiodati da avere paura anche di una sfumatura di pelle? di un profumo diverso che proviene dalla cucina del vicino?
Sì, lo siamo.

E le implicazioni sociali, politiche ed economiche di questa paura paralizzante sono evidenti.
Più ci penso e più sono convinta che le convenzioni siano importanti quanto lo è la libertà di saltare, a volte in un vuoto vertiginoso e senza regole: se rendessimo abituale il vuoto, la libertà non sarebbe più tale e il salto non insegnerebbe nulla.
Ma se combattiamo ferocemente ogni cambiamento non ne verrà comunque nulla di buono.

Manteniamo dunque le convenzioni più importanti; ricordiamo, come genitori, che è imporante rispettarle. 
Ma siamo fieri di chi le infrange, perchè porta ricchezza e colore e dà ai ragazzi un prezioso strumento: la creatività per affrontare le situazioni difficili che sembrano senza soluzione.
 

1 commento:

Anonimo ha detto...

bello, lucido, incisivo.
profetica