Mor è nato e cresciuto a Mermoz, quartiere bene della Dakar mediamente benestante.
Aveva 17 anni e faceva il liceo francese quando ha incontrato la comunità Baye Fall.
Qualche anno dopo lasciava la famiglia, ma solo in senso figurato, per entrare nella comunità Baye Fall e da allora la sua appartenenza non è mai stata in discussione: le sue giornate hanno cominciato a dividersi tra la preghiera e la meditazione alla daira e il servizio alla comunità, che lui faceva andando per le strade di Mermoz a vendere il pesce a chi abitava lì o a chiedere l'elemosima ai suoi vicini di casa, per contribuire al sostegno della comunità come da tradizione baye fall.
La sua fede è profonda, la sua onestà intellettuale è fuori discussione, e la sua condotta è rigidamente dedicata al serigne e alla comunità.
La sua famiglia, musulmana, tendenzialmente laica, immaginava per lui un futuro professionale e sociale molto diverso.
E ha contrastato questa scelta, vivendola come un vergogna.
Non sempre ribellarsi significa scegliere il modello di vita occidentale.
4 commenti:
Cercare una nuova identità non integra il fanatismo che significa vivere cecamente seguendo ordini; però ogniuno è libero di scegliere che vita fare per essere felice.
ciao saidu.
quello che tu giudichi fanatismo per un altro magari è una forma di libertà, e quello che tu giudichi libertà per un altro è mancanza di regole o caos - come dici tu, ognuno è libero di scegliere che vita fare per essere felice.
Il mio scopo era quello di raccontare una storia che dice che la ribellione non è solo in un senso: moltissime persone pensano che chi viene dal Terzo Mondo (che orribile parola!) si ribella solo quando lascia la sua cultura per entrare in quella del Primo Mondo (altra parola orribile!) - io volevo dire che ribellarsi è andare contro qualcosa con cui non si è d'accordo, ma non importa contro cosa si va.
Quando i bianchi sono venuti in Africa, noi avevamo le terre e loro la bibia. Ci han insegnato a pregare gli occhi chiusi; quando noi li abbiamo aperti, i bianchi avevano le terre e noi la bibia. Ti capisco, e non dico il contrario, forse mi sono espresso in un 'altra dinamica che non giunge la tua logica, Sappiamo tutti che l'errore non annula il valore dello sforzo compiuto.
:-)))
hai perfettamente ragione, l'errore non annulla il valore dello sforzo compiuto.
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