venerdì 7 maggio 2010

ribellarsi #1

Mor è nato e cresciuto a Mermoz, quartiere bene della Dakar mediamente benestante.
Aveva 17 anni e faceva il liceo francese quando ha incontrato la comunità Baye Fall.
Qualche anno dopo lasciava la famiglia, ma solo in senso figurato, per entrare nella comunità Baye Fall e da allora la sua appartenenza non è mai stata in discussione: le sue giornate hanno cominciato a dividersi tra la preghiera e la meditazione alla daira e il servizio alla comunità, che lui faceva andando per le strade di Mermoz a vendere il pesce a chi abitava lì o a chiedere l'elemosima ai suoi vicini di casa, per contribuire al sostegno della comunità come da tradizione baye fall.
La sua fede è profonda, la sua onestà intellettuale è fuori discussione, e la sua condotta è rigidamente dedicata al serigne e alla comunità.

La sua famiglia, musulmana, tendenzialmente laica, immaginava per lui un futuro professionale e sociale molto diverso.
E ha contrastato questa scelta, vivendola come un vergogna.

Non sempre ribellarsi significa scegliere il modello di vita occidentale.

4 commenti:

saidu ha detto...

Cercare una nuova identità non integra il fanatismo che significa vivere cecamente seguendo ordini; però ogniuno è libero di scegliere che vita fare per essere felice.

cristina sebastiani ha detto...

ciao saidu.
quello che tu giudichi fanatismo per un altro magari è una forma di libertà, e quello che tu giudichi libertà per un altro è mancanza di regole o caos - come dici tu, ognuno è libero di scegliere che vita fare per essere felice.
Il mio scopo era quello di raccontare una storia che dice che la ribellione non è solo in un senso: moltissime persone pensano che chi viene dal Terzo Mondo (che orribile parola!) si ribella solo quando lascia la sua cultura per entrare in quella del Primo Mondo (altra parola orribile!) - io volevo dire che ribellarsi è andare contro qualcosa con cui non si è d'accordo, ma non importa contro cosa si va.

saidu ha detto...

Quando i bianchi sono venuti in Africa, noi avevamo le terre e loro la bibia. Ci han insegnato a pregare gli occhi chiusi; quando noi li abbiamo aperti, i bianchi avevano le terre e noi la bibia. Ti capisco, e non dico il contrario, forse mi sono espresso in un 'altra dinamica che non giunge la tua logica, Sappiamo tutti che l'errore non annula il valore dello sforzo compiuto.

cristina sebastiani ha detto...

:-)))
hai perfettamente ragione, l'errore non annulla il valore dello sforzo compiuto.