Con questa piccola intervista vi presento Cheikh Tidiane Gaye, candidato al Consiglio Comunale di Milano alle elezioni amministrative del 15 maggio 2011, con la lista Milano Civica che appoggia Giuliano Pisapia.
Scriveva Cheikh nel dicembre 2009, quando fu chiamato a moderare un convegno alla Casa della Cultura in cui si discuteva di letteratura africana “I tempi sono più che maturi per creare il vero melting pot, non sul modello inglese o francese, dove è stato costruito in tanti anni d’assimilazione ma l’integrazione ha fallito; e nemmeno su quello americano, poiché la nostra terra non fu la macchina di commercio della schiavitù. Bisognerebbe abbattere i muri dei pregiudizi e considerare la diversità come ricchezza; costruire un Paese con il contributo di ogni impronta dei suoi cittadini. Tal politica non vuol dire spalancare le porte del Paese agli ignoti o negare la nostra civiltà, ma offrire ai propri cittadini l’opportunità di poter rimboccarsi le maniche per affrontare le sfide del mercato moderno e divenire consapevoli di essere i veri protagonisti del futuro.”
Cheikh lavora in banca, lavora alle dipendenze della prima Banca italiana che si rivolge principalmente ai cittadini immigrati, Extrabanca.
Ma è anche e soprattutto scrittore e poeta in lingua italiana1 e promotore di REDANI, la rete della diaspora africana che riunisce intellettuali, politici e attivisti africani impegnati a vario titolo in Italia.
D: Cheikh, cosa ti spinge a candidarti alle elezioni comunali?
R: Ad ogni cittadino incombe l’onere civile e morale di partecipare e contribuire allo sviluppo del territorio nel quale vive. Se le mie origini sono senegalesi, un pezzo di me è tutto italiano. Milano ha bisogno di suoi cittadini per un vero cambiamento sociale, culturale, economico e politico. Cambiare si può solo quando il cittadino ci crede. Poi un fatto importante: devo molto alla città di Milano e credo doveroso restituire alla città tutto ciò investito nella mia persona per renderla più meravigliosa, più aperta, più sicura, più vivibile e più accogliente. Se tutti lo pensassero così credo che saremmo più solidali.
Personalmente una delle prime cose che mi hanno colpito di Cheikh è stato quando mi ha detto che come consigliere comunale non intende occuparsi solo di questioni legate alle migrazioni, dimostrando un apertura di interessi e una reale capacità di costruire, nella sua persona, quella mescolanza di cui tutti fanno teoria: Cheikh è senegalese e migrante, ma è anche italiano e politico.
D: cosa pensi di fare per Milano più di quello che farebbero altri? perchè dovremmo votarti?
R: Non essendo politico vuol dire tutto. Credo essere più sensibile e più vicino e ai problemi della città. Sono un semplice cittadino e vedo l’assenza totale degli amministratori nella gestione delle cose pubbliche: il degrado della città, l’insicurezza, il fallimento delle politiche sulla sicurezza insomma un arretramento storico. Pisapia mi convince e quando verrà eletto dobbiamo impegnarci a sostenerlo per fare di Milano la città modello a tutti i livelli: la cultura, le politiche sociali, una Milano che si avvinerà di più ai suoi cittadini …
D: in questa campagna elettorale si presenta anche una lista promossa da Abdelhamid Shaari, direttore del Centro Islamico di viale Jenner, il Partito degli Immigrati: perchè tu scegli di lavorare con Pisapia, piuttosto?
R: Siamo in democrazia, ogni cittadino ha il diritto di candidarsi e di esprimere le sue idee. Shaari e la sua lista hanno fatto bene a presentarsi. Pisapia mi illumina di più, la lista è più laica e affronta molto di più i problemi della città e propone delle soluzioni più coerenti.
D: in questa campagna elettorale si presenta anche una lista promossa da Abdelhamid Shaari, direttore del Centro Islamico di viale Jenner, il Partito degli Immigrati: perchè tu scegli di lavorare con Pisapia, piuttosto?
R: Siamo in democrazia, ogni cittadino ha il diritto di candidarsi e di esprimere le sue idee. Shaari e la sua lista hanno fatto bene a presentarsi. Pisapia mi illumina di più, la lista è più laica e affronta molto di più i problemi della città e propone delle soluzioni più coerenti.
D: ti definisci di più una persona realista o più un sognatore?
R: Il sognatore è anche realistico basta leggere tanti poeti e artisti che denunciano i politici. Nella vita bisogno sognare per vivere e occorre essere realistico per affrontare i problemi e risolverli.
D: compreresti casa in via Padova?
R:Comprerei più di una se avessi i mezzi finanziari. I fatti disumani successi in quella zona non mi intimoriscono. Via Padova è uno esempio che possiamo dare: la giunta ha dimostrato un’incapacità a governare la città.
D: compreresti casa in via Padova?
R:Comprerei più di una se avessi i mezzi finanziari. I fatti disumani successi in quella zona non mi intimoriscono. Via Padova è uno esempio che possiamo dare: la giunta ha dimostrato un’incapacità a governare la città.
D: (questa domanda verrà conservata per quando sarai consigliere ;)) voteresti una legge che toglie alcuni privilegi ai consiglieri locali o possibilmente ai parlamentari?
R:Ti rispondo volentieri, sono molto contrario ai super stipendi e privilegi.
D:mi dici quali sono 3 tue priorità sulle quali intendi impegnarti in maniera particolare?
D:mi dici quali sono 3 tue priorità sulle quali intendi impegnarti in maniera particolare?
R: occorre ripartire dall’efficienza dei servizi, dall’avvicinamento dell’amministrazione ai cittadini e dalla legalità.
Ognuna di queste risposte andrebbe approfondita e quello che traspare dalle parole e dallo sguardo di Cheikh Tidiane Gaye mentre ci concediamo un mafe al ristorante senegalese di via Tadino, è che approfondire, con lui, vale la pena: merita l’opportunità di sedere in consiglio comunale e farci vedere cosa sa fare.
Sappiamo quanto vale come scrittore.
Sappiamo quanto vale come attivista della diaspora.
Sappiamo quanto vale come economista.
Vediamo cosa sa fare come politico e dimostriamo, con il nostro voto, che quando una persona rappresenta un valido esempio personale di mixitè unito all’onestà intellettuale e alla concretezza sappiamo apprezzarlo.
Cristina Sebastiani
Presidente associazione Progetto DOMU DËKK BI
[questo articolo è stato scritto e pubblicato su CorriereImmigrazione ]
1La scrittura è sempre stata la sua passione più o meno segreta, sbocciata in ambiente e lingua italiani con il libro Il giuramento (Liberodiscrivere editore, 2001), seguito da Méry principessa albina (2005), e Il canto del djali (2007), entrambi pubblicati dalle edizioni dell’Arco. Ha ottenuto significativi riconoscimenti letterari ed è presente sulla scena culturale italiana attraverso interventi, letture e performance poetiche che testimoniano una coerente partecipazione alla vita del su nuovo paese.
Nel 2003 partecipa al concorso "Genova città della poesia europea", dove viene premiato per l’opera A mio padre Mandela.
Nel marzo dello stesso anno viene invitato a Roma per presentare alcuni scritti durante la manifestazione culturale "Journées de la Francophonie", organizzata dalle ambasciate dei Paesi francofoni in Italia.
Viene premiato al concorso di poesia "Sulle orme di Ada Negri" a Lodi e riceve una menzione speciale al
IX Concorso Internazionale "Trieste Scritture di Frontiera", il Premio Letterario internazionale dedicato ad Umberto Saba.
Da sempre partecipa a diversi incontri sulle tematiche legate all’Africa, all’integrazione, all’intercultura e alla Letteratura della Migrazione.
Ode nascente (ediarco, 2009) è la sua quarta pubblicazione.
Nessun commento:
Posta un commento