domenica 27 novembre 2011

Adama: noi possiamo difenderla

domenica mattina di quelle quasi-inverno-con-pallido-sole, sulle mie finestre le prime decorazioni babbonatalesche della mia vita, in onore del mio bimbo al suo primo bianconatale.
stiamo bene, facciamo colazione, belli caldini appena svegliati, lui satollo di latte, io goduta del tazzone di caffè, e leggiamo.
che il nuovo ministro degli interni, Cancellieri, annuncia "scrupolosi controlli" sulla vicenda di Adama, una donna senegalese rinchiusa nel CIE (centro di identificazione ed espulsione) di Bologna dopo che si era recata a denunciare l'ex-compagno che la stuprava e derubava da mesi.
ecco il mondo a cui si affaccia Momo, il mondo in cui da vent'anni combatto, quello in cui ci tocca vivere.

è ben inutile tormentarsi, c'è ben poco da controllare scupolosamente: Adama non ha il permesso di soggiorno, è irregolare o "clandestina", non ha diritto a stare in Italia - ha commesso l'errore di avvicinarsi alle Forze dell'Ordine (che ironia in questo nome!) per chiedere quella particolare giustizia che una donna fa sempre una gran fatica a chiedere, e queste, ligie alla legge, non fanno altro che compiere il loro dovere: la rimpatriano.
violenza di legge dopo violenza di maschio.
vien da pensare che la legge sia fatta da maschi, ma non è così.
ad uno scrupoloso controllo, la neo-ministra troverà che tutto è stato fatto nei termini di legge e dunque per Adama non c'è via d'uscita.
me lo ricordo, io, quando venne emanata questa legge.
un organon, proposto dagli allora ministri Livia Turco e Giorgio Napolitano, che dal 1998 regola compiutamente le faccende dell'immigrazione.
e istituisce, a partire da allora, l'esistenza dei CIE (allora si chiamavano CPT centro di permanenza temporanea), carceri speciali, baracche di lamiera circondate da muri altissimi, riservate ai soli cittadini immigrati.

violenza di maschi, violenza culturale e violenza di legge su tante donne e uomini vittime della Fortezza Europa, che regola ingressi e permanenza di persone di serie b, colpevoli di essere nate altrove o di essere nate in italia ma generate da chi è nato altrove.

chi è senza permesso di soggiorno deve uscire dall'Europa
non importa se persona che ha subito violenza, se è malata o anziana o proviene da un paese in guerra
non importa se il permesso l'aveva e l'ha perso insieme con l'ultimo contratto di lavoro (così stabilisce la legge)
non importa se il permesso l'aveva e l'ha perso perchè compiendo 18 anni, nonostante sia nato qui, necessita di un lavoro che non c'è per nessuno
non importa se persona offesa, non importa se persona portatrice di un diritto, non importa se di fatto persona italiana che non conosce altra casa che questa.
diverse situazioni, stessa legge: meglio un immigrato espulso, annegato, violato in più che una persona in più a mangiare il nostro stesso futuro.

e io me ne sto qui con le renne alla finestra, a pensare che Adama tornerà in Senegal e non ci saranno braccia accoglienti per lei, nè tazze di caffè caldo nè l'abbraccio dei suoi bambini che pure l'aspettano: chi fallisce il sogno migratorio su cui un'intera famiglia conta, che torna portando con sè la vergogna della miseria oltre a  quella delle violenza ha un ben misero destino - che in Senegal potrebbe sommarsi altro carcere, quello che spetta a chi emigra illegalmente.

l'unica salvezza per tutti noi e per lei sta nella forza di Adama, una donna che ha denunciato un uomo violento, sapendo quello che rischiava.
una donna che ha guardato le leggi di un paese straniero, sola e fiera e le ha sfidate a ricacciarla indietro: sono stata stuprata, proteggetemi!
quante di noi lo farebbero a casa propria? quante di noi lo farebbero altrove?
è stata ricacciata indietro, ma quello che ha fatto resta per noi, per tutte noi e sta a noi scegliere se trarne altrettanta forza per noi stesse e per lei.
una scelta c'è sempre.
oggi Adama è ancora in Italia, se ci diamo da fare forse resterà qui, altrimenti verrà ricacciata indietro - noi non siamo la legge, non sia questa legge, e possiamo farlo!
possiamo difenderla.


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non abbiamo foto di Adama, questa ragazza ha solo un bel sorriso e sta in quest'articolo per aiutare tutte noi a riflettere



2 commenti:

cristina sebastiani ha detto...

Adama è libera!
E' uscita ieri sera dal CIE di Bologna. E' stata riabbracciata e accompagnata in un luogo sicuro, dopo essere stata colpita prima dalla violenza di un uomo e poi da quella delle istituzioni. Adama è libera! Il suo coraggio e la protesta collettiva di migliaia di donne e di uomini, e ancora la presa di posizione di decine di associazioni, hanno reso possibile ciò che fino a pochi giorni fa sembrava impossibile. Ci sarà tempo nei prossimi giorni per altre considerazioni. Ora, ciò che importa, è che Adama è libera e può prendere in mano la sua libertà.
www.migranda.org

sofia ha detto...

Bene!Ero pronta a fare quello che potevo per aiutarla...grazie Adama per averci fatto riscoprire la forza che è dentro di noi e che a volte si assopisce!Un abbraccio e buona fortuna!