Quante famiglie! mi incoraggia un
giorno il titolo di un libro per bambini edito da Il Castoro per una
fascia di età tra i 3 e i 5 anni.
Che bello! penso, consapevole del fatto
che una famiglia formata da mamma e Momo in Italia e papà in Senegal
è una famiglia diversa dalle altre e che bisogna aiutare Momo ad
esserne fiero, a non sentirsi tenuto ai margini della sua comunità.
Questo libro mi sembra fatto apposta
per noi, e lo porto a casa entusiasta, ma leggendolo capisco di aver
sbagliato.
Dove sembrava esserci stata un'apertura
c'è invece un reiterato istinto di conservazione.
Che peccato!
Le prime due famiglie sono carine, una
famiglia allargata ai nuovi compagni dei due genitori, e una famiglia
straniera immigrata in Italia. Tutti sorridenti.
Poi c'è la mamma single di un
ragazzino di sette anni che passa le giornate da una vicina
appassionata di canarini.
Una famiglia che ha perso il papà e ha
acquisito, oltre alla nonna anche una sua amica.
Una famiglia composta da papà e un
amico di papà.
(e qui comincio a preoccuparmi)
Una famiglia “classica” e con molti
figli.
E una famiglia in cui sono inclusi
anche i quattro nonni, i sei zii e i sette nipoti.
Nessuna famiglia mista, nessuna
(evidentemente) famiglia gay, nessun bimbo disabile, nessun genitore
disabile, nessuna nonna o nonno con un nuovo compagno o una nuova
compagna, nessun papà single.
E in più.
Sebastiano e il suo compagno Franz
(nordeuropeo ed esotico, l'omosessualità è dunque una specie di
collana di fiori hawaiana?) non si abbracciano, ma del resto Franz è
solo “un amico”.
La mamma single non ha (apparentemente)
altro che sé stessa e questo figlio e allora le viene affiancata una
(buon per lei) volenterosa e stravagante vicina (per fortuna, se no
sai che palle?!)
Gli unici che si tengono per mano e
dimostrano esplicito e tenero amore reciproco sono “papà” e
“mamma”, che compaiono nell'ultima tavola, quella in cui una
solida quercia riunisce quattro nonni, sei zii, sette nipoti e un
cane, la famiglia di Andrea e dei suoi genitori.
Come a dire: ci sono molte famiglie, ma
l'unica davvero davvero buona è quella in cui ci sono tutti e tutti
siedono nel loro posto assegnato dalla Tradizione sui rami della
Grande Quercia (cane Neve compreso).
L'intenzione di questo libro è buona,
anzi ottima, ma la simbologia delle tavole mi fa davvero dire (con
mia nonna) che le buone intenzioni lastricano la via dell'Inferno.
Perchè anche le mamme single hanno una
nonna.
Nessun commento:
Posta un commento