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Un matrimonio è sempre un matrimonio e nessuno dovrebbe essere costretto a deciderlo, organizzarlo e viverselo da lontano.
Pochi giorni fa una zia mi ha chiesto se la mamma di mio marito sarebbe venuta alla festa che faremo con i parenti, alla fine di luglio: no, non verrà perchè non le permetteranno di venire, perchè se anche le leggi dicono che esiste un visto per motivi turistici e che la suocera di una cittadina italiana dovrebbe avere la porta più aperta di chiunque altro, mia suocera non avrà, in pochi giorni e nemmeno in poche settimane, un visto per partecipare alla festa di matrimonio di suo figlio.
Quelli come noi sono fortunati, dicono: in fondo si fanno due feste! Una al paese dello sposo e una al paese della sposa!
Sì, ma un matrimonio, come mi faceva serenamente notare mio fratello, non è solo l'unione tra due persone, unisce due famiglie.
E allora in nome di quale legge divina gli uomini si permettono di non dare il permesso alle due famiglie di conoscersi e di festeggiare insieme?
Non sono mai stata una paladina della famiglia e non credo che un contratto matrimoniale faccia la differenza tra chi si impegna e chi no: scegliendo di sposarmi e di coinvolgere la mia famiglia in questo atto, ho però scelto di fare esperienza di quello che la tradizione richiede.
Ma questa esperienza mi è concessa solo in parte, il resto è improvvisazione, è attesa, è spaesamento.
Per fortuna, scopro che è anche fantasia e creatività, sorpresa e calore.
Certamente non è quello che i Padri Fondatori ci hanno fatto succhiare con il latte della tradizione che tanto si affannano a proteggere dall'Invasione Barbarica.
Ci siamo abituati a dare per scontato che quando si ha a che fare con qualcuno che “viene da lontano”, la distanza e la fatica della distanza siano in qualche modo un accessorio di cui non si può fare a meno: una sorta di dettato divino a cui non ci si sogna di opporsi.
Eppure esistono aerei, navi, automobili e scatenando la fantasia altri numerosi mezzi di trasporto che in pochissimo tempo sono in grado di accorciare la distanza.
Ma tra me e B, oltre alla distanza c'è anche una frontiera, c'è il muro che la Fortezza Europa ha eretto a difesa dei suoi sacri territori: la attraversano i denari, gli accordi tra potenti, le merci e anche le parole che io e lui ci scambiamo ogni giorno più volte al giorno in un disperato tentativo di accorciare la distanza.
Ma non la attraversano i corpi, se non per motivi commerciali e dopo aver superato le prove elefantiache della richiesta di visto cui solo pochissimi hanno diritto.
E dunque un matrimonio, il giorno più bello della tua vita, il coronamento della fantasia di ogni bambina e di ogni madre, il momento in cui papà e mamma finalmente smettono di preoccuparsi del futuro dei figli che diventano grandi e autonomi, il patto che sancisce l'unione tra due famiglie alleate a costruirne una terza che in linea di discendenza prosegua il lignaggio e permetta ai valori fondandi la società di perpetuare se stessi – questo matrimonio non è possibile.
Niente male.
Non essendo mai stata una fan del conservatorismo, mi rende felice sapere che chi desidera conservare le tradizioni avrebbe fatto un favore a sé stessa se avesse lasciato aperte le frontiere che con tanto accanimento si affanna a chiudere.
Il mio matrimonio è qualcosa di nuovo, che esclude una parte dei riti classici, ma include la possibilità di leggere le emozioni in maniera più esplicita.
Include un moto che va dalla coppia alle rispettive famiglie e poi da queste agli sposi e alla famiglia dell'altro, in un movimento che ha spostato l'equilibrio dalle famiglie che rispettivamente offrono i figli in sposi, agli sposi che sono il centro catalizzatore di ogni forma di comunicazione tra i due gruppi.
Include forme di curiosità verso i riti e le abitudini altrui accentuate dall'affetto, che la tradizione invece di per sé escluderebbe.
Include lo sforzo di creare nuove forme di comunicazione e di partecipazione al rito collettivo.
Vedo negli occhi dei miei famigliari il dispiacere di non poter essere con me il giorno del mio matrimonio e vedo quello che si inventano per accorciare comunque le distanze e vivere in un altro modo l'emozione: una zia mi ha regalato una collana, dicendomi “ho pensato che questa verrà con te in Senegal, e sarà come se fossimo anche noi lì con te”.
Un'altra zia ha voluto il numero di telefono per potermi almeno chiamare.
Uno zio mi ha detto “brava! siete proprio voi che dovete fare queste cose, per cambiare la società!”.
La sorella di mia mamma attacca bottone con i venditori di libri senegalesi e racconta che sua nipote tra poco si sposa a Saint-Louis.
Le amiche mi organizzano cene e abbracci collettivi con la torta pere e cioccolato.
Mia mamma mi guarda come se una volta partita dovessi tornare diversa, cambiata.
Resistiamo, naturalmente resistiamo.
Questo matrimonio stabilisce riti collettivi nuovi, si inserisce nel cambiamento e lo alimenta: paghiamo il cambiamento con la fatica, che è propria di qualuque moto di modifica dell'ordine costituito, ma ne vale la pena: alla fine di tutto questo avrò vicino mio marito e insieme, noi e le nostre famiglie, a modo nostro, avremo contribuito ad aprire un po' di più la breccia nel muro della Fortezza Europa.
(nella fotografia, scattata a dicembre del 1971, i miei nonni e i miei zii, una parte di quelle persone che stanno appunto, resistendo insieme a me)
...questo post è per Nat, perchè continui a sentire più calore e creatività che fatica...
16 commenti:
"questo matrimonio non s'ha da fare"...dicevano nei promessi sposi...frase attuale oggi come allora...ed oggi come allora è chi comanda, e non governa, a decidere chi e come si può sposare...
resistere Cri sempre...resistere per rendere possibile il cambiamento...
ma gli amici possono venire al matrimonio?
:)
grande Cri!
senza di te saremmo tutti più poveri!
è il tuo modo di fare speciale che ti rende preziosa.... Mostra tutto
sei l'unica che per il suo matrimonio invece che ricevere regali... li fa!
ne sto ricevendo tantissimi, di regali, domenico :-))
certo che gli amici possono venire! ma fino a che non abbiamo la certezza di avere il visto non si sa quando potremo festeggiare qui.
dopodiche...fiesta!!
a meno che tu non sia disponibile a volare in senegal martedì della prossima settimana...
... Mostra tutto
ali, tu ne sai qualcosa e anche più di qualcosa, e tanto mi hai insegnato ;-)
Resistenza. Cara Cri, hai usato la parola giusta. Purtroppo dico non sarebbe neanche quella che uno si aspetterebbe di usare, specie nel parlare di un matrimonio, sembrerebbe quasi un termine usato in una battuta tra uomini in un'osteria di paese. Eppure in un mondo diseguale, fatto di castelli di sitemi, dove tutti sono classificati in base a ... Mostra tuttosesso, provenienza, colore, religione, idee politiche, chi decide di andare contro corrente, fa una scelta coraggiosa e ribelle.
Sì perché voi vi ribellate a una società che probabilmente avrebbe voluto qualcosa di diverso da entrabi. Voi avete rifiutato il posto in cui altri avevano deciso di infilarvi. Voi avete deciso di amarvi ma c'era chi ancora oggi, nel 2010, non vuole lasciare il mondo evolversi naturalmente.
Questo perché? Ovviamente perché il 'métissage' tanto sognato da Martin Luther King e cantato nelle sue odi e nelle sue poesie da Senghor, non fa l'interesse dei potenti, anzi, rovina i loro piani economici e di marketing.
Il tuo matrimonio non conviene loro Cri. Tu e Baba siete la nuova resistenza e perciò non posso che augurarvi tutto il bene. Sappiate che tante sono le persone che sono al vostro fianco e che vi vogliono bene.
Il vostro gesto d'amore è un gesto d'amore per tutti noi perché con la vostra forza e la vostra tenacia avete dato un pugno al muro di quella 'fortezza europa' che pezzo dopo pezzo sta sgretolandosi.
Un pezzo cadrà giù, in un bellissimo giorno di sole, in una bellissima città storica di un bellissimo paese africano.
Voi due regalerete un mondo migliore ai vostri figli e questa è il dono d'amore più grande che una coppia può fare.
Ieri sono stata al matrimonio di un'amica italiana con un amico della Casamance. Odio le feste di matrimonio, in generale, con tutti i suoi piccoli riti, le sue lunghe attese, le abbuffate, il taglio della torta.
Ieri è stato davvero qlc di differente. Due mondi riuniti assieme, in armonia perfetta. Senegalesi che lanciavano riso agli sposi (qui non è costume) e italiani che ballavano mbalax, probabilmente per la prima volta.
Il mondo nuovo è alle porte o forse è già entrato in punta di piedi.......griazie. Per avere avuto il coraggio di dire sì quando molte volte, in molti scegliamo la via più facile del 'no'.
Un matrimonio fatto di resistenza, coraggio, amore. Transnazionale, transculturale.
già, il metissage non conviene, ma perchè??
seriamente, perchè? non è faticoso anche conservare, arroccarsi, difendere il proprio mondo conosciuto?
al di là di tutti i discorsi, le ragioni, le analisi, io davvero non ho mai capito fino in fondo perchè.
Beh attualmente i metissage non conviene a coloro che controllano il traffico di cose e persone. Ai quettro o cinque potenti che decidono piace tenerci cosi, ognuno nella sua miserrima casellina, bloccato inuna strada gia scritta. Se l'Africa fosse piena di mariti, cugini e figli, come faremmo a continuare tranquillamente a fare quello che facciamo (noi occidente intendo??).
non conviene per il "divide et impera"... riuscire a mantenere "noi" differente dal "voi/loro" permette di mantenere il potere anzi di averne ancora di più, perchè il noi preoccupato, anzi spaventato, da quel loro cederà sempre più della propria libertà a chi comanda in onor di un'ipotetica difesa...dall'altra parte serve a fortificare un "noi" un pò sbiadito primal'italianità la si tirava fuori solo per le partite di calcio...ora contro gli invasori...
Bella Cri, mi piace il tuop scritto , soprattuto questa frase
...questo post è per Nat, perchè continui a sentire più calore e creatività che fatica...
Forza metissage , anche se , ammettiamolo, è molto dura la vita di coppia mista.. durissima
grazie CriNabou.
il tuo post è bellissimo ed è una degna chiususa in qeusta giornata di sole che riesce a mettere in primo piano il calore e poi la fatica, che riemerge spesso ..
leggo il post di Chiara ele sue riflessioni sono anche le mie.
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Auguro a te e Baba un magnifico caldo matrimonio. e spero di conoscerlo presto.
Augurissimi ancora:)*
Io voglio essere l'omonima della vostra prima figlia. ok? :)
certo robi, naturalmente ci avevamo già pensato noi ;-))
:-)))
Pochi giorni fa mi è stato fatto notare, con cognizione di causa, non con superficialit... Mostra tuttoà, quanto l'incontro da queste nostre due culture sia inevitabilmente difficile (quasi impossibile), ci ho pensato un po' e poi ho risposto che è indubbiamente difficile ma non impossibile, al contrario direi imprescindibile.
E ne vale la pena, comunque sia ne vale la pena :-)
Ne vale la pena e la fatica anche quando sembra che la distanza fisica e temporale siano insopportabili.
Ne vale la pena anche quando il mondo sembra interamente schierato a difesa del presunto valore della staticità.
Ne vale la pena anche quando le storie finiscono, magari nemmeno troppo bene, perché ci sono state, pregne di significati, colori, profumi... ma soprattutto vere.
Vi auguro, cara CriNabou e caro Baba, un matrimonio vero e significativo.
tantissime volte ho pensato, con cognizione di causa e non con superficilità, che l'incontro tra queste nostre due culture fosse inevitabilmente difficile (quasi impossibile).
poi ho incontrato persone che da qui decidono di andare a vivere lì e desiderano "sentirsi dentro"; poi ho incontrato persone che decidono (non solo per necessità) di vivere qui e desiderano sentirsi dentro qui.
e ho incontrato coppie miste felici e per nulla snaturate.
poi ho anche incontrato Baba.
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l'incontro tra le nostre due culture E' oggettivamente difficile, pioù che l'incontro tra altre culture - ma c'è anche una componente personale che conta molto, che può fare la differenza tra un incontro impossibile e uno possibile.
grazie Ombri, i tuoi auguri, in questo momento, mi sono molto cari.
Cara Cristina, ho aspettato di avere il tempo per sedermi e leggere con attenzione la tua nota...
Gi... Mostra tuttoà, le differenze alcune volte sembrano insormontabili, mettere insieme due mondi il più delle volte fa paura...ma come dici tu, dipende anche da chi è a farlo. Sono convinta che avete e avrete la forza di creare qualcsa di nuovo, speciale...una breccia nel muro, uno spazio all'incrocio TRA i due mondi che piano piano avrà la forza di allargarsi, unirsi ad altri piccoli spazi per, chissà, diventare un giorno la realtà!
Sarà difficile, alcune volte durissimo....ma sono convinta che sarà speciale, unico e che la resistenza e la lotta non potranno che unirvi di più!
Un abbraccio forte forte in attesa di vedervi!
Ho pensato tanto a quanto hai scritto in questi giorni, e vi auguro di non trovare piu' ostacoli dopo il matrimonio. I matrimoni misti sono forse piu' complessi, ma sicuramente sono un' arrichimento. Riporto Ombry, perche' mi trova daccordo :
E ne vale la pena, comunque sia ne vale la pena
Sarà difficile, alcune volte durissimo....ma sono convinta che sarà speciale, unico e che la resistenza e la lotta non potranno che unirvi di più! (da Sarah).. la guerra dei Roses .. mi è venuto in mente questo pensiero .. ahhahah
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