domenica 7 agosto 2011

travolgenti eventi evidenti scoperte

mi sveglio già stanca con l'odore di pioggia della notte e i piedini della nuova bambina al piano di sopra che corrono in cerca di chissà quali misteri: ho voglia di tornare a dormire, ma ho anche voglia di scrivere.
di paola concia, deputata del parlamento italiano, sposa in germania con la sua compagna riccarda (mai nome fu più azzeccato per una lesbica), che mostra i suoi denti felici in un rito che da vuota ripetizione è per lei somma delle rivoluzioni: sono grata a paola e riccarda per essere le donne complete che sono per sè e per noi



ho voglia di scrivere dei miei nuovi capelli corti, tagliati per comodità e perchè chi li voleva lunghi non li ha, alla fine, mai visti: ora però mi guardo allo specchio e mi sembro un ragazzino, un brutto ragazzino con una pancia di nove mesi e due tette da sbarco, un po' come la Pastora di gimenez-bartlett
e la mia amica non risponde al mio mms, forse non le piaccio



un'altra amica se n'è andata lontano, lontano nel cuore, l'ha scelto: mi manca.
e un'altra forse nasconde un segreto, il solo pensiero mi devasta
ma le amiche sono tutto, quasi forse più dei figli


e ho voglia di scrivere della mia mamma che è al mare e mi chiama tutti i giorni, e se ne sta in un bosco di pini a osservare stupita e un po' orripilata l'opera devastante di enormi chinghiali che fanno solo il loro mestiere di chinghiali e mentre mi racconta questo terribile evento sento finalmente la mamma che da piccola non riuscivo ad avere o a vedere, e sono quasi felice








amo milano d'agosto e la amerei di più se la sera non mi venisse questa stupida paura di morirci sola
ci sono i pulmann dei turisti, ci salgo e improvvisamente sono anonima e posso ridere tanto nessuno mi conosce
c'è il museo delle scienze che da fuori sembra piccolo ma dentro c'è un enorme sottomarino magico che sta lì per un po' per farci piacere e farsi ammirare, ma un giorno se ne andrà senza avvisare, a farsi ammirare dai bambini di altri mondi, non sapremo dove ma solo che era il suo tempo di andare
c'è il mio amico senegaloitaloanglolandese che ama discutere di politica sopra ogni cosa e pensa di essere geneticamente superiore a quasi tutto il mondo e forse lo è e questo pensiero mi conforta perchè ho sete di persone geneticamente superiori attorno a me

e ho voglia di scrivere di tutti quei morti nel mare, nelle stive, nel deserto: ho bisogno che il mio pensiero su di loro resti puntuale e vigile, ma no, per loro non c'è nulla da dire, nulla che possa colmare il gelo nel cuore, nulla che possa assolverci dall'orrore del genocidio.
spero solo di non assistere mai alla fase di scuse e riconciliazione che inevitabilmente e storicamente seguirà.





stanotte ho sognato una vecchia casa cubana, grandi scaloni, un palazzo nobile diventato alveare, ogni piano una balconata su cui affacciano stanze ariose, finestra con le zanzariere stappate e svolazzanti, odore di mare e mare dentro piccoli quadrati oltre la città, una enorme terrazza sul tetto: ecco il posto dove vorrei scappare, se fossi certa che lì mi attende Diego che porterà mio figlio sulle ali dell'immaginazione a godere di una fragola inaspettata e discutere di Vargas Llosa.






sono grata a chi mi lascia il tempo di piangere e di cantare e di gioire e di spaventarmi: la solitudine è un lusso enorme e non va sprecato, emozioni allo stato puro, distillate, terribili in questa forza devastante che non ti permette di nasconderle dietro un telefilm o dentro il lavoro.
sono grata a questo bambino che cresce dentro di me e mi mette tutta nuda e rotonda davanti a uno specchio, a guardare il mio corpo bellissimo, la pelle tesa, la schiena più forte di quanto non sia mai stata: un corpo molto poco osservato o considerato, fino ad ora, di cui scopro pieghe e curve e reazioni al dolore e cuore che batte mio malgrado con dentro un altro cuore che batterà sempre mio malgado.

sono devastata dal dolore di chi mi ha lascata sola a mangiarmi la luna, dopo avermela promessa e avermela anche portata con sforzi sovraumani: la luna non è fatta per una persona sola e nemmeno il mio corpo è fatto per una persona sola.







stamattina ho voglia di scrivere tutto quello che mi viene in mente perchè mi vengono in mente molte cose e se le metto qui dialogheranno con le menti e le cose degli altri, esseri superiori, regine della notte e del giorno, puntigliose statiste delle coppie miste, dolci mamme, ricercatrici, scrittrici dotate di quell'ironia preziosa e segreta a cui non potrei mai rinunciare, nonne e nonni che si prendono per mano, uomini spaventati guerrieri con le armi spuntate: sono qui.
ho paura.
ma sono qui.


evviva le spose!













credits: 
per la Pastora http://www.wuz.it/recensione-libro/6120/dove-nessuno-titrover-gimenez-bartlett-alicia.html
per la Casa Cubana http://www.alessandroleo.it/dipinti.htm
per "Fragole e Cioccolato" http://www.youtube.com/watch?v=Rlvl_BVU5zw
per il matrimonio di Paola Concia http://www.vanityfair.it/people/italia/2011/08/05/paola-concia-ricarda-trauttman#?refresh=ce

3 commenti:

Chiara Barison ha detto...

La scrittura mi ha salvato, molte volte. La scrittura è un dono non per tutti, non di tutti. Molti, troppi rimangono ancorati alla superficie, senza osservare che le parole sono molto di più di segni, sono musica, sono quadri, sono soli, sono lune. Io ho percepito ciò che provi, grazie alla tua, di scrittura. Ho provato i mille quesiti, lo stupore, la gioia, il dolore. Hai trasmesso tante emozioni, oggi. E quella luna, tientela stretta a te, cara Cristina, forse qualcuno te l'aveva promessa, forse qualcuno ti aveva promesso tante altre cose. Ma tu non sei sola, tante persone ti sono accanto, una, lo sarà per sempre. Il tuo piccolo principe. Chiara

cristina sebastiani ha detto...

grazie chiara.
no, non siamo sole, mai: guardandoci intorno ce ne accorgiamo e possiamo condividere quella luna e goderne.
un abbraccio forte :*

Sarù ha detto...

Cara Cristina,
leggo solo ora questo tuo post...intenso, duro, triste e melanconico.
Pensavo giusto a te questi giorni, mi chiedevo come stai, che fai, come sta il Piccolo Principe quasi pronto all'atterraggio...
Capisco e sento le tue paure. Sono vicino a te anche se lontano. Sei nei miei pensieri e nel mio cuore. Grazie a te mi sono avvicinata a me stessa e grazie a te molte volte riesco a dare dei nomi ai miei sentimenti, alle mie paure.
Spero di poterti dare quello che hai rappresentato in alcuni momenti difficili per me!
Cosa dire d'altro...
...
...
ti sono vicina!
Un abbraccio
Sarah